da Euro-Holocaust: Un genocida e i suoi accoliti
Un genocida e i suoi accoliti: sulle minacce ad una famiglia numerosa
Probabilmente vi sarà capitato di sentire delle minacce ricevute dalla famiglia Calò-Bortoletto di Padova, nota nella zona per avere ben 13 figli. Uno o più individui stanno, appunto, rendendo difficile la vita della numerosa famiglia, con ruote delle auto squarciate e lettere minatorie, con su scritto "a morte le famiglie numerose". Non entriamo nel merito delle varie questioni riguardanti la famiglia e i suoi rapporti col vicinato (che forse c'entrano con le minacce) o con l'amministrazione pubblica padovana, così come non tocchiamo l'idea di controllo sociale delle nascite, argomento che inevitabilmente può essere messo in gioco parlando di casi simili.
Facciamo però notare che la famiglia in questione è un caso. Non è una moda o un esempio, ma semplicemente un "episodio" nella società italiana attuale. Se anche, per convinzione personale, si dovesse essere per un controllo sociale delle nascite, tale famiglia non potrebbe che essere considerata per quanto appena detto. Non esiste una propaganda pro-famiglie numerose; al massimo in favore di qualche figlio in più, stante la situazione demografica italiana. E comunque si tratta di posizione non sempre condivisa, né tanto meno attivamente appoggiata dai più (se non altro per indifferenza).
Il disprezzo per tale famiglia, quindi, è un altro dei sintomi del genocidio italiano, dimostrando ulteriormente l'incapacità italiana di confrontarsi con la natalità autoctona. Una (questa) famiglia di 13 figli è un'anomalia statistica, non perché i genitori vogliano/abbiano voluto molti figli, quanto proprio per i figli in sé. E' una tautologia, ma va rimarcata: ciò che rende una famiglia numerosa non è la volontà e le scelte genitoriali, quanto il numero di figli.
E ripetiamo, perciò: questa famiglia è un caso e non è una minaccia ad alcunché. Ed essendo solo un caso e non essendo/potendo essere una minaccia, suona strano, inquietante, il disprezzo che alcuni mostrano nei suoi confronti. Abbiamo detto che tralasciamo la questione dei rapporti di vicinato, perché è fin troppo noto che basta un cattivo rapporto tra singolo vicino e singolo vicino, perché scatti l'odio tra prossimi di muro o pianerottolo; non servono famiglie numerose. Si dirà che qui entrano in gioco proprio i 13 figli, ma, di nuovo, i cattivi rapporti tra vicini non abbisognano di proli numerose (Rosa e Olindo vi dicono nulla?).
L'eventuale cattivo rapporto tra vicini è semmai nascosto dal numero dei figli, mentre il cattivo rapporto, a sua volta, nasconde l'inadeguatezza sociale e culturale rispetto alla famiglia numerosa, per quanto episodica. E' una matrioska: il numero di figli nasconde la qualità dei rapporti di vicinato che nasconde il genocidio come sentire (e forse persino valore) corrente.
Il caso unico della famiglia con 13 figli è motivo di disagio, non per i 13 figli, quanto per il disastro socio-culturale dell'Italia attuale. Chi imputa, involontariamente o, peggio, volontariamente, alla prole numerosa un problema, nasconde la natura, peraltro, ben nota, dell'Italia genocida attuale.
Prendiamo l'immigrazione: masse disordinate di allogeni arrivano nei modi più diversi su territorio italiano; ognuno per le proprie ragioni; alcuni (comunque molti) per compiacere singole necessità, più o meno lecite, di questa o quella realtà economico-sociale italiana. Il vergatore di biglietti minatori contro la famiglia di 13 figli che pensa dell'immigrazione di massa? Tanto per capirsi, diamo un'occhiata ad alcuni illuminanti commenti lasciati al Corriere del Veneto (La famiglia con tredici figli: «Noi, minacciati per invidia», Roberta Polese, Corriere del Veneto, 31 luglio 2012):
Delle due l'una: o siamo troppi sulla Terra o non lo siamo e se lo siamo, lo siamo sempre, anche solo per far arrivare masse di nordafricani, cinesi, subsahariani, ecuadoregni o quel che volete (spesso da culture che figliano, eccome se figliano!). Delle due l'una: o il troppo o il poco demograficamente parlando è legato al fatto economico e alla ricchezza posseduta o non dipende da ciò, ma se dipende da ciò, le masse di allogeni chi le sfama?Perchè non fanno un'altro figlio?
02.08|10:08 Lettore_2631849
In fondo siamo solo in sette miliardi sulla terra e pargoletto più o meno che differenza fa?Da sempre si sente dire che non c'è da mangiare per tutti a 'sto mondo e quindi diamo un premio a questa mamma che mette al mondo figli senza pensare a quale potrà essere il loro futuro.Dove sta scritto che bisogna aiutarli? Quando penso ai vecchietti soli, che non arrivano a fine mese con la misera pensione....quelli si che mi fanno pena. Questi mi fanno solo rabbia perchè li considero degli sfruttatori. Ringrazio Dio di non averli come vicini.
Assurdo
01.08|12:16 SandrinoAgainst
Questi sono poveri in canna e (a detta dell'autore dell'articolo) hanno Sky e portatili di ultima generazione? E piangono pure miseria? Ma per favore...e se date fastidio al vicinato dovete anche capire che voi i 13 figli ve li siete scelti...ma il vicinato no... Povera Italietta però...piena di cittadini che si piangono addosso perchè non arrivano a fine mese e poi si scopre che hanno Iphone, Sky, Fastweb, Ipad, Ipod, vanno in palestra alla Virgin e non si fanno mai mancare l'aperello del venerdì sera...
Questa famiglia, o meglio
01.08|09:29 GiorgioS
i genitori hanno qualche patologia, con che amore/coraggio/logica si mette al mondo una squadra di calcio o per che motivo lo si fa se non per una sorta di "perversione". Fossero ricchi ok, ma questi sono poveri in canna e pretendono di figliare ad oltranza e che gli vengano pure dati dei soldi. Soprattutto, chi è quel malato che potrebbe invidiare una situazione del genere? A me fanno solo pena.
Chi ha lasciato questi commenti sostanzialmente simpatizza con l'autore delle minacce, non tanto per le minacce in sé, ma nella concordanza di valori ("in fondo siamo sette miliardi sulla terra"...). E il genocidio è il segreto più nascosto e più certo del sentire comune attuale. Chi ha minacciato, così come chi ha commentato sul Corriere del Veneto sente in maniera genocida. Disprezza la natalità autoctona come fosse un incidente da evitare, ma magari sopporta la crescita demografica allogena grazie a qualche maschera ideologica e politicamente corretta, dietro cui si nascondono solo interessi di comodo di determinati imprenditori o associazioni. Ad esempio, che si penserà di un'altra famiglia, quella dell'egiziano Kahlif Megally a Randazzo, nel catanese? (Catania, egiziano barricato in casa con moglie e 9 figli: minaccia di far saltare in aria l'abitazione, Quotidiano Nazionale, 13 luglio 2012).