Omaggio al Conte de Gobineau (Ville-d'Avray, 14 luglio 1816 – Torino, 13 ottobre 1882) , grande pensatore e scrittore franco-normanno!
Proprio il 14 luglio , nel giorno della tragica farsa della presa della bastiglia e della pseudo-rivoluzione anti-francese , nasceva quel grande indimenticabile genio che fu il Conte de Gobineau ; amico e collaboratore di Alexis De Tocqueville , nonché critico e nemico acerrimo del centralismo statalista giacobino , cantore delle libertà locali e dell’individualismo aristocratico ariano ed uno dei più eccelsi uomini di cultura dell’Europa dell’800. A lui dedico questo 3d.
Il 14 luglio è la data della nascita di Gobineau , punto.
Sempre da leggere la sua monumentale opera che l’ha reso celebre presso i posteri : “Essai sur l'Inégalité des Races Humaines” (Paris, 1853-1855) , che potete trovare completo nell’originale francese qui :
Essai sur l'inégalité des races humaines, testo originale liberamente disponibile in rete
http://classiques.uqac.ca/classiques...ite_races.html
La traduzione italiana è la seguente , un classico che non può mancare nella vostra biblioteca :
Joseph-Arthur de Gobineau , Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane , Rizzoli , Milano , 1997.
Inoltre ci sono altri suoi diversi scritti interessanti che potete trovare : saggi , novelle e romanzi , anche se l'Essai resterà sempre il suo libro monumentale da culto...
Per citare Lorenzoni :
“Gobineau rimarrà per sempre , insieme a Nietzsche , uno dei due più grandi pensatori dell’Europa del XIX secolo.”
Silvio Waldner , La deformazione della natura , Edizioni di Ar , 1997 , p.29
Dall’introduzione delle edizioni di Ar :
“De Gobineau - Saggio sull’Ineguaglianza delle Razze Umane - Ristampa anastatica in 300 esemplari numerati dell’edizione del 1964
Una ricognizione sui casi biologici della forma assoluta. Non un testo razzista, per come si intende il razzismo in seno alla modernità: cioè come singulto xenofobo, espressione di captivitas diaboli personale. Così lontano, quel testo, dalla modernità, non era il grimaldello per alcuna campagna avversativa. Era piuttosto l'occasione per una meditazione profonda intorno ai lineamenti dell'umano. Vi si invocava la purezza: quella purezza che, qualora sia predicata, nelle chiese, dai profeti del cristianesimo, viene accolta dai più come bella e buona. Purezza è gentilezza, gentilezza è appartenenza a una gens: precisione di profili, non meticciato. Le varie genti, diverse come sono diversi animali e piante, gli animali tra loro, le piante tra loro, le razze degli alani e quelle dei setter, avrebbero dovuto adoperarsi a creare l'armonia di una contiguità che non fosse confusione. L'opera di de Gobineau celebrava, implicitamente, le migliori espressioni dell' humanitas: il rispetto, l'attenzione reciproca, la fedeltà, la bellezza del particolare. Di contro al disordine del caotico, dell'informe, del mucchio di sabbia, ecco le sei colonne bianche del tempio, il triangolo del timpano, il fregio non sovrabbondante, non insufficiente: il tempio dove ogni singolo devoto parla a un Dio. Finché l'architettura non sarà detta un sopruso, allo stesso modo, non potrà esserlo la teoria del razzismo, che a ogni tipo vuole riconoscere la propria specificazione – l'impressione della radice.”
http://www.edizionidiar.com/collanaiperboreietiopi.asp
“Dal caos alla forma , di Massimo Pacilio
Il pensiero sulla razza, configuratosi, da de Gobineau a Evola, come ricerca di ciò che potremmo definire il sigillo iperboreo – il deposito spirituale sedimentatosi nell’anima e nel sangue delle popolazioni indoeuropee –, ha rappresentato una delle forme assunte dalla coscienza-di-sé nella civiltà occidentale, tra il XIX e il XX secolo.
La stesura dell’Essai sur l’inégalité des races humaines (1853-55), di Arthur de Gobineau – la cui versione italiana è stata il testo incipit delle Edizioni di Ar, nel 1964 –, rappresenta il primo tentativo di definire una nuova e organica prospettiva da cui re-interpretare la storia e gettare le fondamenta di una più complessa Weltanschauung. In linea con lo spirito ottocentesco, ancora erede di un mondo fedele al primato della forma , il conte de Gobineau rivisita le epoche della storia alla luce di una nuova dottrina, secondo la quale l’ibridazione viene considerata la causa principale del declino delle razze portatrici di civiltà. La volontà di conservare una propria integrità è l’effetto dell’insopprimibile
istinto di sopravvivenza e di affermazione di una stirpe, e costituisce, in altri termini, il limite al di là del quale la stessa razza, e con essa la civiltà che ne è derivata, scompare definitivamente dall’orizzonte della storia.
Il saggio del de Gobineau intendeva rappresentare un punto di vista alternativo alle concezioni illuministiche, che, con forte impronta egualitaristica, dispiegavano sulla ricerca storica il disegno di una definitiva affermazione dell’idea di progresso indefinito. Secondo il saggista francese, invece, la storia è, in sintesi, un conflitto di razze, e i cambiamenti ingenerati nelle vicende umane ne sono la conseguenza diretta. Egli si dimostra, in ciò, immune dall’idea di progresso e dalla credenza, tutta moderna e razionalistica, secondo la quale l’uomo sia perfettibile all’infinito. I giudizi dei suoi contemporanei sulla superiorità delle moderne conoscenze scientifiche, sulle conquiste della tecnica e sullo sviluppo della giurisprudenza e della politica erano da lui reputati come “alte pretese” . Una precisa affermazione delle differenze, dunque, che tiene le distanze dalla superstizione illuministica dell’uguaglianza; un’attestazione della diversità, proprio mentre la praktischen Vernunft imponeva la fissazione concettuale di un astratto essere umano, ipotetico titolare di diritti che non prevedessero variazioni di caso in caso.”
Personalmente ho pure scritto un saggio di circa 40 pagine che analizza il pensiero di Gobineau , con particolare rilievo alla storia della Grecia e della Persia e relative vicende razziali , analizzando quanto di valido resta nella sua dottrina e cercando di svilupparla ; comunque per ora non lo posso divulgare , probabilmente farà parte di un libro che vorrei provare a pubblicare magari in un prossimo futuro...
14 Words! - Holuxar