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zwirner
Testimonianze degli 82 migranti intercettati il 1° luglio: «Picchiati e lasciati senza cibo, documenti sequestrati»
Lampedusa, respinti 89 migranti (1 luglio 2009) MILANO - L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha scritto una lettera al governo italiano per avere chiarimenti sul trattamento riservato alle 82 persone respinte in Libia il 1° luglio, denunciando la mancata verifica dei requisiti per il diritto d’asilo prima di operare i respingimenti e il ricorso all’uso della forza contro i migranti e chiedendo all’Italia il «rispetto della normativa internazionale». L’Unhcr ha raccolto testimonianze delle 82 persone intercettate dalla Marina militare a circa 30 miglia da Lampedusa e trasferite poi su una motovedetta per essere ricondotte in Libia, in centri di detenzione. Fra loro 76 cittadini eritrei, di cui 9 donne e almeno 6 bambini.
«LASCIATI SENZA CIBO» - In base a questi colloqui non risulta - afferma l’Unhcr - che le autorità italiane a bordo della nave abbiano cercato di stabilire la nazionalità delle persone coinvolte né tantomeno le motivazioni che le hanno spinte a fuggire dai propri Paesi. Sulla base delle valutazioni relative alla situazione in Eritrea, «appare chiaro - afferma l’Unchr - che un numero significativo di esse risulta essere bisognoso di protezione internazionale». L'Unchr riferisce di aver «raccolto testimonianze riguardo l'uso della forza da parte dei militari italiani durante il trasbordo sulla motovedetta libica», tanto che per 6 eritrei sono state necessarie le cure mediche in seguito ai maltrattamenti. È stato anche denunciato da alcuni che «i loro effetti personali, fra i quali documenti di vitale importanza, sarebbero stati confiscati dai militari italiani durante le operazioni e non più riconsegnati». Le persone ascoltate dall'Unhcr hanno ancora riferito di «aver trascorso quattro giorni in mare prima di essere intercettate e di non aver ricevuto cibo dai militari italiani durante l'operazione durata circa 12 ore». L'Unhcr sottolinea che dall'inizio di maggio, con le nuove norme decise dal governo, almeno 900 persone sono state respinte verso altri Paesi.
LE REAZIONI - Duro il commento del ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi, secondo cui l'Unhcr si deve vergognare e chiedere scusa all'Italia. «La cosa che lascia maggiormente perplessi - osserva - è che l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati abbia diramato un comunicato e lo abbia fatto senza procedere ad alcuna preventiva verifica con le autorità italiane delle versioni raccolte. Si tratta di accuse avventate, false, demagogiche, offensive e ripugnanti che offendono le nostre forze armate che nel mondo dimostrano ogni giorno la loro moralità, la loro dedizione, umanità, competenza e sacrificio». Di opposto parere Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera: «È una vergogna che all'Italia sia stata fatta richiesta di chiarimento sul rispetto dei diritti umani degli immigrati. È il governo della destra che espone l'Italia a questa umiliazione con le scelte fatte in materia di immigrazione, basate sulla paura e sulla creazione di un capro espiatorio. Questa maggioranza non ha niente a che fare con la tradizione italiana di accoglienza che conosce bene i fenomeni dell'immigrazione e dell'emigrazione. Il governo chiarisca al più presto».
L'Onu attacca il governo italiano «Uso della forza nei respingimenti» - Corriere della Sera