Mazzarri: ''Dopo Pechino volevo dimettermi''
Il tecnico degli azzurri torna sulle polemiche per l'arbitraggio nella Supercoppa: ''Ho rivisto la partita con la Juve 4-5 volte e ho avuto voglia di smettere. Siamo stati cornuti e mazziati. E' stato giusto non presentarsi alla premiazione. Noi senza spirito olimpico? Chi dice di avere vinto 30 scudetti quando due sentenze dicono che sono stati 28 farebbe meglio a stare zitto''
di PASQUALE TINA
NAPOLI - Una furia in piena regola. Il tempo non ha mitigato le polemiche della Supercoppa. Walter Mazzarri entra a gamba tesa e non le manda a dire. "Dopo quello che ho visto, ho pensato addirittura di dimettermi e lasciare il calcio". Poi ha cambiato idea: "Resto e voglio provare a vincere". A patto che non si ripetano più gli episodi di Pechino. Le risposte al veleno sono tutte per la Juventus. Mazzarri ne ha per tutti e comincia da John Elkann: "Ha detto che ci manca lo spirito olimpico? Da che pulpito viene la predica? Non accetto lezioni di stile da chi si assegna 30 scudetti, quando due sentenze hanno detto che sono 28". Una stilettata è anche per Carrera, definito due volte 'quel signore lì'. "La nostra caccia all'uomo? Evidentemente ha visto un'altra partita. Forse è meglio che la riguardi, io l'ho fatto e ho capito tante cose". La sentenza di Mazzarri è una sola: "Siamo stati cornuti e mazziati. Abbiamo fatto bene a disertare la premiazione, la nostra è stata una protesta forte per tutto quello che abbiamo subito. Posso pure ammettere errori di carattere tecnico, ma le regole vanno interpretate. Non si può permettere ad un giocatore della Juve qualsiasi espressione in campo e poi espellere Pandev per lo stesso motivo. A quel punto, vanno cacciati entrambi. Una volta si chiamava sudditanza psicologica: il comportamento degli arbitri deve essere lo stesso sia per i campioni conclamati che per un debuttante. Non ammetto differenze".
Mazzarri è un fiume in piena: "Ho letto gli atti ufficiali di Mazzoleni: sono stati commessi tanti errori. Per quanto mi riguarda, non ho applaudito ironicamente quando sono stato allontanato. In quel momento era stato mandato via Zuniga ed ero furioso. L'ho fatto solo al momento del rigore. E poi Mazzoleni non ha ascoltato quello che io detto, è stato l'assistente a farmi espellere. Il vero fulmine a ciel sereno poi è stato Dossena. Non ce l'aspettavamo proprio". Il tecnico azzurro prova a guardare avanti. "Ora non cerco alibi. Sicuramente siamo stati penalizzati, ma ha ragione Hamsik: abbiamo un gruppo forte e ce la giocheremo pure a Palermo".
Chissà se ci saranno anche Gargano e Vargas. L'uruguaiano non sembra convinto di partire dalla panchina, il cileno ha chiesto di andar via per giocare di più. "Se Gargano sta bene per me gioca, come sempre - dice Mazzarri - per tutto il resto dovete chiedere alla società. Io con lui ho un buon rapporto, sto iniziando il quarto anno con lui e l'ho fatto giocare tantissimo". In arrivo c'è il giovane brasiliano Bruno Uvini. "Non è che io non sposo la linea verde - spiega Mazzarri - ma bisogna essere chiari. E' difficile vincere coi ragazzini che devi far crescere. Noi l'abbiamo anche fatto perchè Cavani quando è arrivato da noi era un giovane bravo e qui si è consacrato. Ma con i giovani Lavezzi e Hamsik nei primi anni il Napoli è arrivato al massimo all'ottavo posto. Io faccio giudicare il campo, giovani o vecchi non me ne frega nulla. Chi ha fatto meglio sarà più titolare degli altri. Uvini? Non arriva qui".
(18 agosto 2012)
Mazzarri: ''Dopo Pechino volevo dimettermi'' - Repubblica.it