Cagliari-Roma, ora c'è il verdetto del giudice
Vittoria 0-3 a tavolino in favore dei giallorossi
Cagliari-Roma 0-3 a tavolino dopo quanto avvenuto tra sabato e ieri. Lo ha deciso il Giudice sportivo della serie A Gianpaolo Tosel "letto il provvedimento datato 22 settembre 2012 del Prefetto di Cagliari (notificato alle Società interessate ed all'Arbitro designato, che ne ha allegato copia al referto trasmesso a questo Ufficio) che ha disposto "per l'urgente e grave necessità di tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza pubblica" il differimento ad altra data della gara Cagliari - Roma del 23 settembre 2012; rilevato che la medesima Autorità amministrativa aveva precedentemente decretato, con provvedimento datato 15 settembre 2012, che tale gara dovesse essere disputata "in assenza di pubblico" a causa dell'accertata inagibilità dello stadio Is Arenas di Quartu S.Elena, con conseguenziale divieto della Soc. Cagliari della vendita dei relativi biglietti di ingresso allo stadio e l'obbligo di annullare quelli venduti; considerato che nel provvedimento prefettizio si ravvisa nel comunicato, pubblicato in pari data sul sito ufficiale della Soc. Cagliari, con il quale il Presidente della Società invitava e chiedeva "a tutti i suoi tifosi, titolari di biglietto e di abbonamento, di recarsi allo stadio per assistere alla partita nel rispetto dell'ordine e della civiltà….", il rischio concreto e attuale che tale riprovevole sollecitazione potesse tradursi "in iniziative ed atti rivolti a disattendere la prescrizione dello svolgimento della partita a porte chiuse", ingenerando nella tifoseria "reazioni emotive inconsulte ed irrazionali"; ritenuto che la provocatoria iniziativa assunta dalla Soc. Cagliari costituisce una palese violazione di cui all'art. 12, n. 2 CGS, che impone alle Società la rigorosa osservanza delle disposizioni emanate dalle pubbliche autorità in materia di pubblica sicurezza, e considerato che tale violazione ha costituito la causa diretta ed esclusiva dell'impedimento alla regolare effettuazione della gara; preso atto che la Soc. Roma ha preannunciato un reclamo ex art. 29, n. 4 CGS. Alla luce di questo, il Giudice ha sanzionato il Cagliari con la perdita della gara con il punteggio di 0-3 (zero a tre), disponendo altresì la trasmissione di copia degli atti al Procuratore federale per quanto di competenza in merito alla condotta del Presidente della Società stessa.
LA GIORNATA - La furia di Cellino dirotta su Baldini. L'ultimo comunicato in ordine di tempo rispetto a quelli che da ieri notte affollano il sito ufficiale del Cagliari è infatti indirizzato al direttore generale della Roma: "La Società Cagliari Calcio comprende i suoi principi pur non condividendoli, perchè chi spera di avvantaggiarsi delle disgrazie altrui non può essere contraddistinto come tale. Se così fosse, a quel tipo di uomo di principi, il suo più appropriato stemma sarebbe quello dell'avvoltoio". Un attacco che non sfiora invece le tifoserie e chi in passato ha retto le sorti della società: "Nonostante questa presa di posizione di Baldini, sappiamo che non rappresenta lo spirito dei romanisti, ai quali rimarremo sempre amici, in considerazione dei bei trascorsi e della lealtà che nel passato la nostra squadra ha avuto modo di apprezzare". Nella notte il numero uno di viale La Playa si era invece scagliato contro i vertici della Lega: "Io il male del calcio italiano? Non sono mai stato sfiorato dagli scandali". Di più. Cellino ha accusato il presidente della Lega di voler anticipare il giudizio della Procura Federale. A rischio il risultato di una partita che il prefetto - precisa il presidente del Cagliari - ha inteso soltanto rinviare.
LA DIFESA DI CELLINO - "In 21 anni con il Cagliari non sono mai stato deferito per vicende legate ai passaporti, al doping, agli arbitri, a falsi in bilancio o evasioni fiscali. Sono io o qualcun altro la vergogna del calcio?". Massimo Cellino sceglie la via dell'attacco a testa bassa per difendersi. E' a Miami per problemi di salute ("ma sia cortese, non lo scriva: tanto compassione non ne proverà nessuno...") e gli arriva via etere il coro di riprovazione per il suo invito ai tifosi ad andare fuori dello stadio di Is Arenas che ha fatto scattare il rinvio di Cagliari-Roma. E si sente "nella melma, non so se solo per le medicine che sto prendendo". "Perché - spiega - qui si è ribaltato tutto. Io con il mio invito ho fatto in modo che davanti allo stadio non ci fossero solo gli ultras, ha idea di cosa sarebbe potuto accadere? E invece finisco messo in croce. Contavo che poi gli abbonati, al 70 per cento donne e bambini, li facessero entrare, nei giorni scorsi avevo avuto anche qualche assicurazione verbale. Ora mi ritrovo tutti contro. E non è giusto, perché ho solo difeso i sardi". Giura amore eterno alla Sardegna e al Cagliari ("chi dice che lo vendo? Non lo farò mai, quello sì che sarebbe un atto di arroganza: la squadra non è mia ma dei tifosi"). E puntualizza con veemenza: "In Sardegna viviamo una specie di stato di polizia, nulla è agibile: la caserma dei vigili del fuoco, lo stadio, gli alberghi. Quanto a me, ho sempre cercato di onorare il calcio e le mie cariche, quando il nostro mondo si stava sfasciando sono stato tra i pochi a tenerlo insieme e devo sentire Abete che via Ansa mi dice quelle cose. Ma scherziamo?". Sì, però le regole dicono altro: come si fa a invitare i tifosi alla disobbedienza civile e poi sperare di farla franca? "Ma io - conclude - non spero di farla franca, se ho sbagliato pagherò. Rispetto le istituzioni, mi diano anche una penalizzazione oltre il 3-0 a tavolino, ma non m'importa: meglio andare in prigione da innocente che da colpevole".
IL COMUNICATO DEL CLUB - "La Cagliari Calcio prende atto della decisione del Prefetto di Cagliari di differire ad altra data la gara odierna con la A.S. Roma, pur non condividendone le motivazioni che vorrebbero ascrivere alla Cagliari Calcio la responsabilità del rinvio - si legge in una prima nota pubblicata sul sito ufficiale del club a firma dello stesso presidente Cellino - Dopo la nota dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive presso il Ministero dell'Interno, indirizzata alla Prefettura e alla Questura di Cagliari e per conoscenza alla Lega Nazionale Professionisti di Serie A, che contemplava espressamente l'accesso ai 'tifosi fidelizzatI' della squadra di casa a determinate condizioni, che sono state tutte rispettate e operative presso lo stadio Is Arenas, la Cagliari Calcio è rimasta in attesa del provvedimento prefettizio che adeguasse le prescrizioni di accesso allo stadio secondo quelle indicazioni. Nel frattempo, aveva notizie anche tramite internet di gruppi di tifosi che si sarebbero costituiti e portati comunque presso lo stadio Is Arenas in occasione della partita sprovvisti di titolo di ingresso. Tra l'altro, lo scorso anno, alla partita con la Roma, erano presenti sugli spalti oltre 18.000 persone. Denunciando il proprio sconforto, tenuto conto della nota dell'Osservatorio, la Cagliari Calcio si è preoccupata di contribuire ad evitare che i tifosi non fidelizzati andassero allo stadio a manifestare scompostamente. In tal senso, ha scritto in positivo, raccomandando la presenza unicamente ai tifosi fidelizzati, che ovviamente avrebbero potuto accedere allo stadio solo nel rispetto dell'ordine delle Autorità e in modo civile e, secondo i dati di vendita, i tifosi fidelizzati risultavano per la maggior parte donne e bambini".
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