L'Eterno Mariuolo
Il nuovo arresto di Mario Chiesa mi ha profondamente stupito:
ero convinto che l’iniziatore di Tangentopoli sedesse in Parlamento. Per il resto nessuna sorpresa, ma solo la conferma che in questo Paese immobile non c’è ricambio neanche fra i trafficoni. Si riposano per qualche anno (in carcere, se va bene, altrimenti a casa), riflettono, studiano, accumulano conoscenze e poi ripartono con rinnovato entusiasmo verso altre avventure. E intanto le giovani generazioni di truffatori restano al palo.
Nessun ricambio e nessun cambio, inteso come cambiamento e redenzione interiore. Ma anche questo si sapeva. La morale è un metro snodabile che ogni sarto adatta alla propria coscienza e alla propria esperienza. Ciò che a un trombone legalitario come il sottoscritto può apparire immorale, a chi ha trascorso la vita a sguazzare in mezzo ai piranha sembrerà invece l’unico modo per non affogare.
Adesso qualcuno dirà che il redivivo (e recidivo) Mario Chiesa rappresenta l’eccezione. Non credetegli. Uno che, con straordinaria prontezza di riflessi e attenzione alle mode, passa dallo scandalo degli ospizi al traffico dei rifiuti, in base al principio che ogni decennio ha la sua tangente. Ma soprattutto uno che spinge il suo amore per la famiglia fino al punto di coinvolgere nell’impresa la seconda moglie, i due figli avuti dalla prima e persino il cognato. Ecco, uno così non è un debosciato e nemmeno un «mariuolo», come ebbe a rimpicciolirlo il suo leader Craxi. E’ il professionista di una certa italianità. Non l’unica, per fortuna. Ma la prevalente.