Matt Steinglass

In Olanda la parte di sinistra più radicale dei partiti principali, il Partito socialista, è pronta a diventare la forza più forte nel Parlamento nelle elezioni del prossimo mese. Se il partito porta l’Olanda fuori dal campo guidato dalla Germania la bilancia del potere europeo potrebbe cambiare. I socialisti seguono una linea neo-keynesiana sulla crisi dell’eurozona, ma non è chiaro che linea finirebbero per prendere in caso di vittoria. L’analisi del Financial Times, tradotta.



25 agosto 2012 - 10:00

«La gente, di solito, ci chiamava sporchi comunisti» dice il ventenne Filinta Karabulut, un membro del Partito Socialista di Diemen, una periferia industriale di Amsterdam. «Ora vengono fuori a dirci che stiamo facendo un buon lavoro».

Il cambiamento nell’umore olandese che ha avvertito Karabulut arriva dopo un anno e mezzo di governo conservatore, le cui politiche di austerità, insieme alla crisi dell’eurozona, hanno creano ostilità.

I sostenitori del Partito Socialista possono assaporare la vittoria e un ritrovato rispetto. La parte di sinistra più radicale dei partiti principali, un gruppo che discendeva dai Maoisti degli anni Settanta, è pronta a diventare la forza più forte nel parlamento nelle elezioni del prossimo mese.

Una vittoria al 12 settembre del Partito Socialista e del suo leader, Emile Roemer, potrebbe significare un capovolgimento per il paese, paese che è stato uno dei più forti promotori delle politiche di austerità nel corso della crisi dell’eurozona. Se il partito porta l’Olanda fuori dal campo guidato dalla Germania e dai paesi che spingono per una supervisione europea di bilancio più severa in cambio di misure di salvataggio dell’eurozona, la bilancia del potere europeo potrebbe cambiare.

Il Partito Socialista è in parte cresciuto opponendosi alle politiche di austerità governative. Segue una linea neo-keynesiana sulla crisi dell’eurozona, che è diventata credibile tra i votanti da quando, l’anno passato, l’economia olandese è sprofondata nella recessione.

«L’economia ha bisogno di stimoli» dice il deputato parlamentare socialista Harry Van Bommel al dibattito elettorale di questa settimana a Diemen, attaccando i piani del Governo che vuole l’aumento della tassa sul valore aggiunto [la nostra Iva, ndt], tagliare i sussidi sanitari e rendere più facile per i datori di lavoro licenziare i lavoratori.

«La ragione per la quale le imprese non stanno assumendo non è perché non possono licenziare» ha dichiarato «È perché non avvertono alcuna fiducia da parte dei consumatori».

Comunque, in buona parte, il supporto per il Partito Socialista è cresciuto grazie alla sua opposizione alle misure di salvataggio dell’eurozona mentre cresceva la paura tra i cittadini olandesi che loro e la tripla A del rating del loro paese fossero trascinati in basso dai debiti in cui si sono trovati i paesi dell’Europa Meridionale.

Partito tradizionalmente euroscettico, il Partito Socialista ha votato contro i pacchetti di salvataggio per Grecia e Spagna, il patto di bilancio europeo, il fondo di salvataggio dell’eurozona, il Meccanismo di Stabilità Europea, e si oppone agli eurobond e all’unione bancaria europea. Nonostante si fosse opposto all’Euro nel 1999, comunque, adesso non sta chiedendo di lasciare l’area euro.

L’approccio preferito dal Partito Socialista alla crisi dell’eurozona riguarda la ristrutturazione dei debiti sovrani dei paesi più colpiti e far sì che la Banca Centrale Europea compri i loro titoli. Roemer ha recentemente moderato il tono sull’Europa sforzandosi di essere visto come un candidato valido per la presidenza.

Ma utilizza ancora una retorica infiammata contro Bruxelles. La scorsa settimana ha dichiarato a un giornale olandese che, se la Commissione Europea imponesse multe all’Olanda nel caso un governo socialista fallisse il raggiungimento degli obiettivi sui limiti del deficit di bilancio, non pagherebbe.

«Dovrei pagare qualche multa ridicola se il deficit è oltre il 3% [del Prodotto Interno Lordo, ndr]?» ha detto Roemer «Devono passare sul mio cadavere!» ha aggiunto, in inglese.

A seguito di diffuse critiche, Roemer ha detto che non voleva dire che avrebbe disobbedito a un mandato della Commissione, e ha promesso scherzosamente di trattenersi dal parlare inglese.

Il Partito Socialista ha approfittato del declino del supporto per i Laburisti, il principale partito di centro-sinistra, che ha sostenuto il governo conservatore nell’approvazione delle misure di salvataggio dell’eurozona. La sua tiepida opposizione ha spinto molti sostenitori ad abbandonarlo.

«È diventato una specie di partito senza colore» ha detto Margo Taal, un votante di lunga data del Partito Laburista, che è andato al dibattito l’altra settimana cominciando a pensare di votare socialista.

Allo stesso tempo, l’opposizione del Partito Socialista a ogni misura di salvataggio dell’eurozona lascia gli osservatori incerti su cosa la politica europea olandese potrebbe diventare se dovessero vincere le elezioni – ipotizzando che possano creare un governo.

I sondaggi d’opinione suggeriscono che se le elezioni fossero fatte oggi, né il Partito Socialista né i loro rivali più prossimi, i Liberali, potrebbero formare una possibile coalizione.

L’oppositore di Van Bommel, il segretario Liberale alla giustizia, Fred Teeven, ha detto che se i socialisti vincessero potrebbero portare avanti una negoziazione senza fine per formare una coalizione. «Roemer farebbe passare quattro mesi in negoziazioni dopo le elezioni, per poi tornare dalla Regina e dire mi scusi, non possiamo farlo» ha dichiarato «Poi Mark [Rutte, ndr] potrebbe passare altri quattro mesi nel fare la stessa cosa».


(Traduzione a cura di Alessio Mazzucco)

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