24ore
Roma, 109
MEZZOGIORNO: NAPOLITANO, ISTITUZIONI FACCIANO DI PIU'
Deve crescere nelle istituzioni, cosi' come nella societa', la coscienza che il divario tra Nord e Sud deve essere corretto. Lo afferma Giorgio Napolitano in un messaggio allo Svimez. "I rapporti della SVIMEZ sull'economia del Mezzogiorno offrono, ogni anno, un quadro accurato di informazioni e valutazioni che fornisce la base per una analisi critica degli andamenti recenti, aperta ad una riflessione sulle prospettive dell'economia meridionale nei suoi rapporti con l'economia nazionale ed internazionale", scrive il C apo dello Stato, "Nell'attuale situazione di crisi economica e finanziaria, che spinge a dare priorita' agli interventi che possono mitigarne gli effetti sulle famiglie e sulle imprese, il lavoro della SVIMEZ ci aiuta anche a comprendere la necessita' di una analisi non limitata all'immediato". "La crisi economica rafforza il convincimento che una prospettiva di stabile ripresa del processo di sviluppo debba essere fondata sul superamento degli squilibri territoriali, necessario per utilizzare pienamente tutte le potenzialita' del nostro Paese. Il fatto che le politiche di riequilibrio territoriale messe in atto in passato abbiano conseguito risultati insufficienti rende certamente indispensabile un forte impegno di efficienza e di innovazione da parte delle istituzioni meridionali; ma questo impegno non sarebbe sufficiente senza il supporto di una strategia di politica economica nazionale mirata al superamento dei divari in termini di dotazione di infrastrutture, di investimento in capitale umano, di rendimento delle amministrazioni pubbliche e di qualita' dei servizi pubblici", prosegue Napolitano, "In un contesto nel quale la crisi economica rende piu' difficile il bilancimento tra i diversi obbiettivi, cresce l'incertezza sulle risorse disponibili, e insieme con essa, l'incertezza del quadro di riferimento delle politiche per il Mezzogiorno. Occorre reagire accrescendo la consapevolezza, nelle Istituzioni ed in tutta la societa' italiana, del carattere prioritario e della portata strategica dell'obiettivo del superamento dei divari tra Nord e Sud".
(16 luglio 2009)
MEZZOGIORNO: NAPOLITANO, ISTITUZIONI FACCIANO DI PIU' | News | La Repubblica.it
Povero Sudde i cattivi abitanti del Nodde non hanno dato abbastanza.
Bisogna fare di +! :giagia:
Intanto il Sudde continua ad andare a rotoli.
Un "caso unico in Europa" secondo il rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno
Scelgono di abbandonare il Sud soprattutto laureati "eccellenti" e "pendolari di lungo raggio"
I meridionali emigrano ancora
al Nord in cerca di lavoro
Napolitano: per vera ripresa bisogna superare divario tra nord e sud, le istituzioni facciano di più
I meridionali emigrano ancora al Nord in cerca di lavoro - cronaca - Repubblica.it
Un caso unico in Europa?
Chiaro.
Infatti i meridios SONO un caso unico. :giagia:
Faccio inoltre notare che ormai il PIL pro capite del Sudde è già stato superato da Paesi ex comunisti (che lo sono stati per 50anni) come la Slovenia e la Slovacchia.
A breve il sorpasso con la Romania.
24ore
Roma, 106
SVIMEZ:CRESCITA DEL SUD DA 7 ANNI PIU'BASSA DI CENTRONORD
"Investimenti che rallentano, famiglie che non consumano": sono le due cause principali della crisi al Sud secondo il Rapporto Svimez. Le famiglie "hanno ridotto al Sud la spesa dell'1,4% contro il calo dello 0,9% del Centro-Nord. Mentre gli investimenti sono scesi del 2,1% annuo dal 2001 al 2008, tre volte tanto rispetto al Centro-Nord (-0,6%), anche a seguito della riduzione o abolizione di alcune agevolazioni (credito d'imposta, legge 488)". Il risultato e' "un Mezzogiorno in recessione, colpito particolarmente dalla crisi nel settore industriale, che da sette anni consecutivi cresce meno del Centro-Nord, cosa mai avvenuta dal dopoguerra a oggi. Un'area periferica da cui si continua a emigrare, dove crescono gli anziani ma non arrivano gli stranieri, dove esistono le realta' economiche eccellenti ma non si trasformano in sistema ne' si intercettano stabilmente investitori e turisti stranieri". Nel 2008 il Sud e' calato dell'1,1%, "con una minima percentuale di differenza rispetto al Centro-Nord (-1%). Il Pil per abitante e' pari a 17.971 euro, il 59% del Centro-Nord (30.681 euro), con una riduzione del divario di oltre 2 punti percentuali dal 2000 che pero' e' dovuta solo alla riduzione relativa della popolazione. Un altro indicatore rende l'idea della situazione stagnante: nel 1951 nel Mezzogiorno veniva prodotto il 23,9% del Pil nazionale. Sessant'anni dopo, nel 2008, la quota e' rimasta sostanzialmente immutata (23,8%). Dal 1951 al 2008 il Sud e' cresciuto circa agli stessi ritmi del Centro-Nord, ma non e' riuscito e non riesce a recuperare il gap di sviluppo". Secondo il Rapporto, "a livello regionale la Campania mostra una diminuzione del Pil particolarmente elevata (-2,8%), mentre le altre regioni meridionali presentano perdite piu' contenute. Meno colpita dalla crisi la Puglia (-0,2%)". Per quanto riguarda i settori, "l'agricoltura meridionale ha tenuto molto piu' di industria e servizi e ha invertito il trend negativo iniziato nel 2005. In particolare, molto positiva e' stata la performance della Basilicata, con una crescita del Pil nel 2008 rispetto al 2007 di ben il 24%. A fare le spese maggiori della crisi l'industria, con un calo del Pil nel 2008 del 3,8%, mentre le produzioni manifatturiere hanno segnato un calo di oltre il 6%. A tirare giu' l'industria meridionale soprattutto macchine e mezzi di trasporto (-10,5%), settore dei metalli e chimico-farmaceutico (-7,1%). In controtendenza invece il settore energetico. Perdita piu' contenuta nel settore dei servizi, dove, dopo quattro anni di forte crescita, nel 2008 il Pil e' sceso dello 0,3%, con un calo quasi del 3% nel comparto commercio".
(16 luglio 2009)
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