Come dovevasi dimostrare. Dopo una lunga serie di fallimenti in Germania e negli Stati Uniti, adesso è il turno dell’Italia: la Solsonica chiede i battenti per fallimento. La Grande Truffa delle Energie Rinnovabili si sta avviando all’epilogo con enorme sollievo del Cittadino Contribuente, allietato anche dalla recente proposta di introdurre una tassa di possesso sugli impianti fotovoltaici installati con contributi statali.
Il fatto.
La Solsonica SpA, attiva nella produzione di celle e pannelli fotovoltaici, dopo un aumento di capitale per 10 milioni di euro eseguito il 6 agosto 2007, fu nuovamente ricapitalizzata dalla controllante Eems il 12 ottobre dello stesso anno per ulteriori 15 milioni. Circa 180,000 euro di investimento per ogni dipendente.
Solsonica sottoscrisse con Deutsche Solar un contratto per la fornitura di wafer di silicio multicristallino fino al 2017, per una potenza complessiva di oltre 250 MegaWatt e si accordò anche con Centrotherm Photovoltaics AG per la fornitura “chiavi in mano” di impianti di produzione di celle fotovoltaiche. Quindi, produttrice su licenza ed assemblatrice. Nessuna linea di ricerca in senso stretto.
La Solsonica si faceva la seguente pubblicità:
«Investire in un impianto fotovoltaico conviene e i nostri lettori lo sanno molto bene. Soprattutto nel caso di piccoli impianti domestici, si tratta di un investimento capace di rendere mediamente il 10%; in tempo di crisi, un’opportunità più unica che rara. E questo sarà vero particolarmente per gli impianti allacciati alla rete nel biennio 2011-2012, quando, cioè, il Quarto Conto Energia concentrerà il grosso dei contributi statali previsti fino al 2020.
Stando così le cose, è, dunque, normale che i dubbi del consumatore si concentrino sull’affidabilità dell’azienda a cui ci si affida. Infatti, come in ogni buon investimento, servono garanzie sia tecnico-tecnologiche, sia finanziarie, e in questi campi una delle migliori proposte viene senz’altro da Solsonica Energia.
In particolare, grazie all’esclusiva Garanzia Guadagno Sicuro, se al termine dei primi 10 anni il rendimento dell’impianto sarà stato inferiore a quanto promesso, Solsonica Energia rimborserà al cliente la differenza. Inoltre, ciascun componente dell’impianto è garantito 10 anni.»
Il Decreto Ministeriale 5 maggio 2011 prevedeva infatti:
Art. 1
(Finalità e campo di applicazione)
1. Il presente decreto stabilisce i criteri per incentivare la produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici e lo sviluppo di tecnologie innovative per la conversione fotovoltaica.
2. Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 2-sexies del decreto-legge 25 gennaio 2010, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 marzo 2010, n. 41, il presente decreto si applica agli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio in data successiva al 31 maggio 2011 e fino al 31 dicembre 2016, per un obiettivo indicativo di potenza installata a livello nazionale di circa 23.000 MW, corrispondente ad un costo indicativo cumulato annuo degli incentivi stimabile tra 6 e 7 miliardi di euro.
In parole povere, si destinava quasi lo 0.455% del Pil ad incentivi, ossia un «costo indicativo cumulato annuo degli incentivi stimabile tra 6 e 7 miliardi di euro». Tutto sulle spalle del Cittadino Contribuente: un manovra finanziaria permanente a fondo perduto, per soddisfare i deliri paranoici degli ecologisti sostenitori del fotovoltaico pagato dal Contribuente. Si noti che nel maggio 2011 l’Italia stava già sprofondando nella Nuova Grande Depressione, e che queste risorse avrebbe potuto essere destinate ben più proficuamente in altri settori, oppure, molto meglio, non estorte del tutto sui Cittadini Contribuenti.
Si noti anche quanto mendaci fossero gli annunci pubblicitari della Solsonica. Chi truffa deve mentire.
Il problema concreto risiedeva nel fatto che la produzione europea, ed italiana in particolare, di celle e pannelli fotovoltaici era ed é totalmente fuori mercato.
Nemmeno un anno dopo i nodi iniziarono a venire al pettine.
«Il giorno 4 aprile si è svolto un incontro tra OOSS provinciali, Rsu e l’A.D. di Solsonica Ing. Mutti. La riunione serviva per capire quale era la situazione aziendale e le prospettive future. La riunione si è incentrata principalmente sulla situazione attuale e sui gravi rischi che corre la Solsonica se il Governo porta avanti il suo progetto di revisione del conto energia (il 5′). L’ing. Mutti ha detto chiaramente che, se viene confermata la bozza che da giorni circola e che prevede l’eliminazione dell’incentivo previsto del 10% del Made in Europe, la Solsonica si troverà da subito con grandi problemi e questo metterà fuori mercato l’azienda e le conseguenza per i 260 occupati saranno drammatiche. A distanza di un anno ci risiamo, dopo aver creato non pochi problemi nel 2011 a tutte le aziende che operano nel settore delle rinnovabili, il Governo ci riprova nel 2012, non tenendo conto dello sviluppo e della crescita che si è avuta in questi anni anche in termini occupazionali. Come OOSS reatine non possiamo permettere che i sacrifici fatti in questi anni dai lavoratori della ex EEMS, oggi Solsonica, vengano buttati al mare da un decreto del governo.»
Queste frasi sono patognomoniche della sindrome da fotovoltaico: il Cittadino Contribuente dovrebbe a parer loro continuare ad essere tassato per cinque miliardi per tenere in vita un’azienda decotta e garantire l’occupazione a 260 dipendenti. i dipendenti più costosi dell’Universo.
Finalmente, il 30 agosto 2012 la Solsonica chiede i battenti. Il Cittadino Contribuente inizia a tirare un respiro di sollievo e si compiace che si stia iniziando a progettare una tassa di possesso sugli impianti fotovoltaici. Che anche i parassiti inizino a ripagare la Collettività.
Considerazioni.
Questo post inizia con la frase «come dovevasi dimostrare».
Non ci sarebbe voluta molta intelligenza per razionalizzare che un settore che vive di sovvenzioni muore nel momento in cui queste non siano più possibili.
É il frutto marcio dello statalismo, per cui si addossano alla Collettività gli oneri per tutelare interessi di singoli o di ben definite consorterie. A parte il fatto che è “legale”, lo stato interventista non differisce proprio in nulla dalla mafia o dalla camorra, che impongono ed esigono il pizzo.
E se è di grande sollievo vedere che la giustizia alla fine trionfa con l’immane fallimento di questa gigantesca truffa perpetrata alle spalle dei Cittadini Contribuenti é di grande speranza sapere che il sede governativa si sta pensando di mettere una tassa sul possesso del fotovoltaico.
É giusto che ci ha indebitamente percepito ripaghi la Collettività.
La Grande Truffa delle Energie Rinnovabili. Anche la Solsonica si spiaccica contro la Realtà. | Rischio Calcolato