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    Cool Istruzione e religione: il legame c’è, eccome!

    Istruzione e religione: il legame c’è, eccome!




    Aveva suscitato l’ira di un commentatore un’affermazione volutamente politically uncorrect di Indagine Gallup: nel mondo arretra la religione, Italia anomalia europea. L’affermazione incriminata è che dai dati di quell’indagine vi sarebbe l’evidenza empirica di una correlazione fra ignoranza e religione. Il che, ovviamente, ha irritato un lettore che ha iniziato a postare lo stesso commento ripetutamente.


    Precisiamo che ovviamente parlare di ignoranza era una piccola provocazione che ha colto nel segno e che è più corretto parlare di livello di istruzione. Precisiamo anche che più che di correlazione, qui parliamo di associazione (che, per un profano, può anche essere la stessa cosa – nel senso che la sostanza è la stessa, al di là dei tecnicismi).


    Il commento ripetuto ben 4 volte e piccato del commentatore, sordo a qualsiasi replica, era: se ci fosse associazione fra istruzione e ateismo non ci sarebbero stati credenti che hanno ottenuti grandi risultati in diversi campi del sapere! Inutile spiegare e ripetere a questo commentatore imbufalito che la correlazione e la dipendenza tra due fenomeni non significa quello che pensa lui, era una battaglia persa.


    E se è vero che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, val comunque la pena di approfondire la questione e chiarirla, a beneficio quantomeno di qualche lettore con meno paraocchi.


    Dire ad esempio che il valore di una macchina è correlato positivamente con il reddito del proprietario è dire una cosa lapalissiana, ma questo non significa che tutte le persone con un buon reddito hanno macchine costose e, se ci pensate, nemmeno che chi ha un reddito medio-basso ha per forza una macchina da pochi soldi (ad esempio, si può pensare all’appassionato di automobili che investe i suoi risparmi in auto anziché in vacanze o quant’altro).


    Dire che c’è correlazione/associazione significa dire un’altra cosa: che al crescere del reddito di un automobilista si osserva generalmente un aumento del valore della sua auto. Allo stesso modo si può quindi ribadire quanto già osservato rispondendo al commentatore: dire che tra chi ha un diploma di scuola media inferiore o titoli inferiori a esso la religione è più diffusa che fra chi ha una laurea non significa dire che non ci sono credenti con la laurea, semplicemente significa dire che i credenti sono generalmente meno istruiti e gli atei lo sono di più.


    Sulle cause e sulle conseguenze, ovviamente, io e il commentatore la pensiamo e continueremo a pensarla diversamente, per cui qui (e se vi va anche nella zona commenti) cerchiamo di non fare della filosofia sulle ragioni del fatto e cerchiamo invece di mostrare il fatto stesso.


    I dati incriminati nascono da questo grafico, riferito alla popolazione mondiale (o, meglio, riferite complessivamente a 57 nazioni di tutti i continenti):





    Ora, tenuto conto delle polemiche descritte sopra, facciamo un passo in più. Affidiamoci cioè a una procedura statistica che fa proprio al caso nostro: che ci consenta cioè di capire se quello che sembra evidente dal grafico è una tesi campata per aria oppure è ragionevole e empiricamente supportata.


    Ci serviamo quindi della teoria dei test statistici e impieghiamo in particolare il test chi-quadrato per l’indipendenza tra due variabili casuali. Non ci perdiamo nella descrizione teorica, che per molti lettori risulterebbe noiosa e che di cui i lettori curiosi troveranno invece ampio materiale in rete (in alternativa, un buon riferimento bibliografico è Sidney Siegel, Statistica non parametrica).


    Diciamo invece cosa facciamo: ovvero prendiamo i dati dell’indagine (riportati in appendice al documento qui linkato) e ci chiediamo: avendo osservato quei dati, possiamo aspettarci che nell’intera popolazione mondiale ci sia associazione fra istruzione e religione/ateismo, ovvero che al crescere del livello di istruzione diminuiscono i credenti e aumentano gli atei?


    Si calcola insomma un test statistico, che restituisce un numerino detto p-value. Cioè un numero che sta tra 0 e 1 ed è una probabilità: la probabilità, detta brutalmente a chi non è del mestiere, di osservare un campione come quello che abbiamo osservato se tra istruzione e religione non ci fosse indipendenza.


    Il risultato è chiarissimo: p-value=0,00000000000000 e così via fino a 271 zeri dopo la virgola. Traduzione al popolo, se istruzione e religione non fossero associati ma indipendenti, sarebbe impossibile osservare ciò che abbiamo osservato.


    Insomma, la tesi di indipendenza tanto cara al commentatore non sta proprio in piedi. I credenti sono meno istruiti degli atei, indipendentemente dal fatto che la notizia possa piacere o meno agli opinionisti da bar…

    Istruzione e religione: il legame c’è, eccome! « Dalla parte di Alice
    Ultima modifica di Giordi; 23-10-12 alle 07:42

    “In amore non essere un mendicante, sii un imperatore. Dà e resta semplicemente a vedere che cosa accade...”

  2. #2
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    Predefinito Re: Istruzione e religione: il legame c’è, eccome!

    Noto dei forti problemi di metodo nella ricerca.
    Ho dei seri dubbi sul fatto che 987 persone siano un valido campione rappresentativo dell'Italia (e 51927 persone lo siano dei sette miliardi di abitanti). Ci sarebbe da ridire poi anche sull'utilizzo del telefono e di internet: fare un sondaggio telefonico in India (!) mi sembra un po' volersi creare dei problemi con il campione... e pensare che 1091 persone siano utili come campione su 1.2 miliardi di abitanti...
    Inoltre, ponendo la domanda a culture radicalmente diverse, si mischiano concetti di religione non solo incompatibili ma completamente estranei tra loro, talmente distanti che non ci si può neppure mettere d'accordo su cosa sia "religioso" e cosa non lo sia in alcune culture rispetto ad altre. La stessa definizione è così eurocentrica da far rabbrividire.

    Al di là di questa parentesi d'apertura, il dato non è affatto preoccupante.
    L'attuale struttura culturale-formativa è altamente razionalista (non razionale: razionalista! Attenzione alle parole) e tende a schiacciare fuori gli altri paradigmi di lettura del mondo, ivi compreso quello religioso (che, erroneamente, è categorizzato come un unico paradigma).
    Per essere più chiari, il sistema razionalista prevalente è una religione esclusivista che si arroga l'unicità nella lettura del reale: un passo che nessuna religione saggiamente contemporanea si sognerebbe mai di fare, conscia delle sue limitazioni umane.
    Quindi trovo ovvio, in questo contesto, che l'aumento della cultura acquisita con gli studi comporti un aumentato coinvolgimento nel paradigma razionalista attualmente prevalente. Un po' come una teoria scientifica molto convincente - la meccanica classica, per esempio - che riesce a rifiutare per lungo tempo innovazioni e modifiche, giungendo anche a leggere i dati di alcuni esperimenti a suo favore, anche quando non lo sono.
    D'altronde penso sia ovvio a chiunque abbia acquisito non solo cultura ma anche capacità di estrapolare e pensare con la propria testa - cose che l'attuale sistema non solo non accentua ma, addirittura, sembra scoraggiare - che né la scienza né il paradigma razionalista sono veri, e questo per la loro stessa natura. La scienza si basa espressamente e per sua stessa ammissione su un "vero fino a prova contraria" che, anche se viene detto da pochi, è valido anche per l'intero sistema razionalista. Pretendere che l'unica chiave di lettura valida e funzionante del mondo sia quella maturata tra il XVI° e il XX° secolo all'interno della ristretta cerchia di interagenti culture occidentali è quantomeno arrogante e palesemente folle.
    Ultima modifica di Feyerabend; 23-10-12 alle 00:06

  3. #3
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    Predefinito Re: Istruzione e religione: il legame c’è, eccome!

    Citazione Originariamente Scritto da Feyerabend Visualizza Messaggio
    La scienza si basa espressamente e per sua stessa ammissione su un "vero fino a prova contraria"
    Nella tua formulazione sembra che le ipotesi scientifiche siano valide a prescindere e l'onere della prova sia solo a capo di chi le nega, in realtà la prova favorevole è una condizione necessaria perchè si parli di teorie scientifiche. Quindi non "vero fino a prova contraria", ma "vero SOLO DOPO prova favorevole".

  4. #4
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    Predefinito Re: Istruzione e religione: il legame c’è, eccome!

    Citazione Originariamente Scritto da Feyerabend Visualizza Messaggio
    Noto dei forti problemi di metodo nella ricerca.
    Ho dei seri dubbi sul fatto che 987 persone siano un valido campione rappresentativo dell'Italia (e 51927 persone lo siano dei sette miliardi di abitanti).
    Normalmente è quello il campione maggiormente utilizzato per stilare statistiche in italia...Non vedo quale sia il problema... inoltre per sapere se una statistica è attendibile è necessario conoscere il suo margine di errore e la sua attendibilità... questa analisi statitica mostra un grado di errore che varia dal 3 al 5% mentre il suo confidence level è del 95%!!
    Citazione Originariamente Scritto da Feyerabend Visualizza Messaggio
    Ci sarebbe da ridire poi anche sull'utilizzo del telefono e di internet: fare un sondaggio telefonico in India (!) mi sembra un po' volersi creare dei problemi con il campione... e pensare che 1091 persone siano utili come campione su 1.2 miliardi di abitanti...
    Inoltre, ponendo la domanda a culture radicalmente diverse, si mischiano concetti di religione non solo incompatibili ma completamente estranei tra loro, talmente distanti che non ci si può neppure mettere d'accordo su cosa sia "religioso" e cosa non lo sia in alcune culture rispetto ad altre. La stessa definizione è così eurocentrica da far rabbrividire.
    Certo, ci sono alcuni dati che devono essere presi con le molle... come quello dell'india, anche se non mi sorprenderebbe venire a conoscenza che il 13% non sono religiosi e il 3% sono atei, se non altro perchè comunque "esiste una tradizione agnostica o decisamente atea nella cultura indiana." (Sen, Amartya, The Argumentative Indian, London: Allen Lane, 2005 cap.I), inoltre "non occorre credere in dio per essere un buon indù"(Srinivas, M.N., and Shah A.M., “Hinduism” in IESS, 1968) senza dimenticare ovviamente la scuola di pensiero Charvaka, atea ed edonistica, come non sarebbe da trascurare che India è attivo dagli anni ’40 un centro di diffusione dell’ateismo come modo di vita, che organizza convegni mondiali su questo tipo di credenze (Atheist Centre)

    Citazione Originariamente Scritto da Feyerabend Visualizza Messaggio
    Al di là di questa parentesi d'apertura, il dato non è affatto preoccupante.
    Infatti non lo è affatto...
    Citazione Originariamente Scritto da Feyerabend Visualizza Messaggio
    L'attuale struttura culturale-formativa è altamente razionalista (non razionale: razionalista! Attenzione alle parole) e tende a schiacciare fuori gli altri paradigmi di lettura del mondo, ivi compreso quello religioso (che, erroneamente, è categorizzato come un unico paradigma).
    Per essere più chiari, il sistema razionalista prevalente è una religione esclusivista che si arroga l'unicità nella lettura del reale: un passo che nessuna religione saggiamente contemporanea si sognerebbe mai di fare, conscia delle sue limitazioni umane.
    A no??... Dunque la chiesa cattolica non si arroga l'unicità della lettura del reale secondo le sue arzigogolate interpretazioni di tesi sacri e divagazioni teologiche?? Nella religione cattolica non viene forse detto: "Extra Ecclesiam nulla salus"???
    Citazione Originariamente Scritto da Feyerabend Visualizza Messaggio
    Quindi trovo ovvio, in questo contesto, che l'aumento della cultura acquisita con gli studi comporti un aumentato coinvolgimento nel paradigma razionalista attualmente prevalente.
    E sarebbe anche ora!!
    Citazione Originariamente Scritto da Feyerabend Visualizza Messaggio
    Un po' come una teoria scientifica molto convincente - la meccanica classica, per esempio - che riesce a rifiutare per lungo tempo innovazioni e modifiche, giungendo anche a leggere i dati di alcuni esperimenti a suo favore, anche quando non lo sono.
    Ma che grazie proprio al metodo scientifico riesce ad evolvere... a differenza di determinate religioni, che rimangono ancora ancorate a posizioni vetuste ed anacronistiche!
    Citazione Originariamente Scritto da Feyerabend Visualizza Messaggio
    D'altronde penso sia ovvio a chiunque abbia acquisito non solo cultura ma anche capacità di estrapolare e pensare con la propria testa - cose che l'attuale sistema non solo non accentua ma, addirittura, sembra scoraggiare - che né la scienza né il paradigma razionalista sono veri, e questo per la loro stessa natura.
    Non capisco cosa tu intenda quando dici che la scienza e il paradigma razionalista sono veri... cosa intendi per "vero"? No perchè a questo punto lo si potrebbe dire anche delle religioni... sopratutto se considerassimo la varietà di credenze, divinità, leggende, miti, e regole di cui sono costituite.
    Citazione Originariamente Scritto da Feyerabend Visualizza Messaggio
    La scienza si basa espressamente e per sua stessa ammissione su un "vero fino a prova contraria" che, anche se viene detto da pochi, è valido anche per l'intero sistema razionalista. Pretendere che l'unica chiave di lettura valida e funzionante del mondo sia quella maturata tra il XVI° e il XX° secolo all'interno della ristretta cerchia di interagenti culture occidentali è quantomeno arrogante e palesemente folle.
    A questa tua affermazione non posso che replicare il pensiero di amaryllide:
    Nella tua formulazione sembra che le ipotesi scientifiche siano valide a prescindere e l'onere della prova sia solo a capo di chi le nega, in realtà la prova favorevole è una condizione necessaria perchè si parli di teorie scientifiche. Quindi non "vero fino a prova contraria", ma "vero SOLO DOPO prova favorevole".
    ed aggiungo: "è meglio ragionare per probabilità che per certezze assolute ed immutabili"...
    Ultima modifica di Giordi; 23-10-12 alle 09:32

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  5. #5
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    Predefinito Re: Istruzione e religione: il legame c’è, eccome!

    Citazione Originariamente Scritto da Feyerabend Visualizza Messaggio
    Noto dei forti problemi di metodo nella ricerca.
    Ho dei seri dubbi sul fatto che 987 persone siano un valido campione rappresentativo dell'Italia (e 51927 persone lo siano dei sette miliardi di abitanti). Ci sarebbe da ridire poi anche sull'utilizzo del telefono e di internet: fare un sondaggio telefonico in India (!) mi sembra un po' volersi creare dei problemi con il campione... e pensare che 1091 persone siano utili come campione su 1.2 miliardi di abitanti...
    Inoltre, ponendo la domanda a culture radicalmente diverse, si mischiano concetti di religione non solo incompatibili ma completamente estranei tra loro, talmente distanti che non ci si può neppure mettere d'accordo su cosa sia "religioso" e cosa non lo sia in alcune culture rispetto ad altre. La stessa definizione è così eurocentrica da far rabbrividire.

    Al di là di questa parentesi d'apertura, il dato non è affatto preoccupante.
    L'attuale struttura culturale-formativa è altamente razionalista (non razionale: razionalista! Attenzione alle parole) e tende a schiacciare fuori gli altri paradigmi di lettura del mondo, ivi compreso quello religioso (che, erroneamente, è categorizzato come un unico paradigma).
    Per essere più chiari, il sistema razionalista prevalente è una religione esclusivista che si arroga l'unicità nella lettura del reale: un passo che nessuna religione saggiamente contemporanea si sognerebbe mai di fare, conscia delle sue limitazioni umane.
    Quindi trovo ovvio, in questo contesto, che l'aumento della cultura acquisita con gli studi comporti un aumentato coinvolgimento nel paradigma razionalista attualmente prevalente. Un po' come una teoria scientifica molto convincente - la meccanica classica, per esempio - che riesce a rifiutare per lungo tempo innovazioni e modifiche, giungendo anche a leggere i dati di alcuni esperimenti a suo favore, anche quando non lo sono.
    D'altronde penso sia ovvio a chiunque abbia acquisito non solo cultura ma anche capacità di estrapolare e pensare con la propria testa - cose che l'attuale sistema non solo non accentua ma, addirittura, sembra scoraggiare - che né la scienza né il paradigma razionalista sono veri, e questo per la loro stessa natura. La scienza si basa espressamente e per sua stessa ammissione su un "vero fino a prova contraria" che, anche se viene detto da pochi, è valido anche per l'intero sistema razionalista. Pretendere che l'unica chiave di lettura valida e funzionante del mondo sia quella maturata tra il XVI° e il XX° secolo all'interno della ristretta cerchia di interagenti culture occidentali è quantomeno arrogante e palesemente folle.
    Non sono molto d'accordo con questo post.

    Di questa ricerca Gallup ne avevamo già parlato in

    http://politicainrete.it/forum/relig...ml#post3390846

    in cui vi era il link ai risultati ottenuti dalla Gallup

    http://redcresearch.ie/wp-content/up...sm-25-7-12.pdf

    link ancora attivo.



    Ma ritorniamo al tema del tuo post che è suddiviso in due parti.

    La prima parte punta l'indice alla scarsa rappresentatività del campione , cosa alquanto discutibile , questa è stata la ricerca più ampia fatta sull'argomento da una società specializzata nei sondaggi (questo me lo dovresti concedere) in cui non solo l'ampiezza del campione è rappresentativo e pari alla maggior parte delle altre ricerche statistiche ma che he significativo per la usa ampiezza , di fatti si tratta di più di 50 sondaggi indipendenti la cui metanalisi (perchè di questo si tratta) da dei risultati altamente significativi (il p-value prossimo allo 0).

    In altre parole anche se metti in dubbio , cosa da discutere l'ampiezza del campione nei singoli paesi il numero di sondaggi indipendenti fatti in paesi diversi permetterebbe di superare questo impasse. Mi scuso della ripetizione e della pedanteria visto che già il dato del p-value è significativo della alta rappresentatività del campione e quindi delle correlazioni trovate , ma forse di è sfuggito questo particolare.

    Per quanto riguarda le differenti culture la domanda pur nella sua generalità o meglio grazie alla sua generalità assolutamente non eurocentrica:

    'Sei una persona religiosa , una persona non religiosa , una ateo convinto"

    è una domanda a cui può rispondere con cognizione di causa chiunque appartenga ad una società in cui sia presente una religione organizzata , gli unici che potrebbero avere dei problemi di attribuzione potrebbe essere gli aderenti al confucianesimo , ma in difetto della loro vera e reale appartenenza (non religiosa).

    Sulla seconda parte sono acnora più in disaccordo o meglio sono in disaccordo sulla impostazione data.

    Il sistema razionalista , sempre con questa desinenza ormai utilizzata per dare un connotato negativo , che tu delinei è semplicemente il metodo scientifico che obbliga non a pensare a 'vero fino a prova contraria' ,(tipico atteggiamento da positivista del XIX secolo) ma ad una serie di modelli via via più estesi sia nel campo di applicazione che del grado di attendibilità , modelli che rappresentano il miglior stato dell'arte che possediamo nell'ambito della previdibilità dei fenomeni.

    E' ovvio che tale metodologia , nel suo campo di applicazione , sia esclusiva rispetto alle altre e lo diventa in modo altamente correlato alla sua bontà di previsione e di descrizione dei fenomeni.
    Quindi la sua esclusività si pone più nella sua maggiore plausibilità che nel suo porsi come unica verità , siamo di fronte ad una ottica utilitaristica più che ad una impostazione metafisica o religiosa che dir si voglia.

    Ma proprio l'utilizzo di questa metodologia porta , e qui ti do parzialmente ragione , a riconsiderare in modalità critica le proprie convinzioni metafisiche o religiose , soprattutto di quelle che impongono una visione assoluta della realtà e verità rivelate non discutibili.

  6. #6
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    Predefinito Re: Istruzione e religione: il legame c’è, eccome!

    La deformazione di fondo è che il sistema razionalistico tende a escludere ogni altra chiave di lettura (quello razionale no, invece, perché riconosce i suoi stessi limiti e la sua incapacità di approdare a verità), molte religioni no.
    Il cristianesimo, per esempio, si pone sì come portatore di una verità assoluta e rivelata, ma - nella maggioranza delle incarnazioni, escludendo quindi quelle "folli" - la applica solo a una parte della vita umana ed è perfettamente compatibile all'interno della stessa persona con una visione razionale di ciò che circonda il credente. Anzi, alcuni movimenti religiosi - come la Chiesa cattolica - esortano i fedeli a studiare il mondo anche con i criteri della razionalità scientifica.
    In definitiva, se un cristiano è chiamato e indotto dalla sua stessa fede a rispettare e studiare con razionalità quello che lui chiama "Creato", un razionalista si farà beffe delle convinzioni metafisiche del cristiano: in questo, aver fede rende persone molto più aperte e per niente schiave di un unico criterio di riferimento. Dopotutto le religioni che si arrogano di possedere verità rivelate circa i campi di ricerca della scienza sono ormai poche e relegate nel sottoscala.

  7. #7
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    Predefinito Re: Istruzione e religione: il legame c’è, eccome!

    Citazione Originariamente Scritto da amaryllide Visualizza Messaggio
    Nella tua formulazione sembra che le ipotesi scientifiche siano valide a prescindere e l'onere della prova sia solo a capo di chi le nega, in realtà la prova favorevole è una condizione necessaria perchè si parli di teorie scientifiche. Quindi non "vero fino a prova contraria", ma "vero SOLO DOPO prova favorevole".
    Ma è sufficiente una prova contraria perché alcuni milioni di prove favorevoli siano da ignorarsi: una teoria non può prevedere singolarità (almeno nell'accezione popperiana di scienza; potremmo aprire un lungo dibattito sulla sua significatività ma non credo sia il luogo o il momento. Come la pensi io al riguardo penso si evinca dal nickname ).

  8. #8
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    Predefinito Re: Istruzione e religione: il legame c’è, eccome!

    Citazione Originariamente Scritto da Feyerabend Visualizza Messaggio
    Ma è sufficiente una prova contraria perché alcuni milioni di prove favorevoli siano da ignorarsi: una teoria non può prevedere singolarità (almeno nell'accezione popperiana di scienza; potremmo aprire un lungo dibattito sulla sua significatività ma non credo sia il luogo o il momento. Come la pensi io al riguardo penso si evinca dal nickname ).
    Come del resto non basterebbero un milione di prove favorevoli per scardinare una convinzione fondata su un credo religioso... se permetti preferisco rischiare basandomi su quanto le ipotesi scientifiche suggeriscono piuttosto che adagiarmi su qualche assunto religioso di scarsa attendibilità, e sopratutto di nessuna utilità che non deve essere scalfito o discusso per principio.
    Ultima modifica di Giordi; 23-10-12 alle 14:00

    “In amore non essere un mendicante, sii un imperatore. Dà e resta semplicemente a vedere che cosa accade...”

  9. #9
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    Predefinito Re: Istruzione e religione: il legame c’è, eccome!

    Citazione Originariamente Scritto da Feyerabend Visualizza Messaggio
    La deformazione di fondo è che il sistema razionalistico tende a escludere ogni altra chiave di lettura (quello razionale no, invece, perché riconosce i suoi stessi limiti e la sua incapacità di approdare a verità), molte religioni no.
    Il cristianesimo, per esempio, si pone sì come portatore di una verità assoluta e rivelata, ma - nella maggioranza delle incarnazioni, escludendo quindi quelle "folli" - la applica solo a una parte della vita umana ed è perfettamente compatibile all'interno della stessa persona con una visione razionale di ciò che circonda il credente. Anzi, alcuni movimenti religiosi - come la Chiesa cattolica - esortano i fedeli a studiare il mondo anche con i criteri della razionalità scientifica.
    In definitiva, se un cristiano è chiamato e indotto dalla sua stessa fede a rispettare e studiare con razionalità quello che lui chiama "Creato", un razionalista si farà beffe delle convinzioni metafisiche del cristiano: in questo, aver fede rende persone molto più aperte e per niente schiave di un unico criterio di riferimento. Dopotutto le religioni che si arrogano di possedere verità rivelate circa i campi di ricerca della scienza sono ormai poche e relegate nel sottoscala.
    Semplicemente no , come detto l'applicazione costante del metodo scientifico pone chi lo attua in una ottica relativistica in cui si mescola una fiducia nei risultati ottenuti (modelli che funzionano) alla constatazione che tali modelli sono provvisori in attesa di essere ampliati o come campi di applicazione o come livello di previsione nello stesso campo.

    Questo porta a chi ha credenze metafische , anche quelle puramente razionali , a mettersi due cappelli o meglio utilizzare due modalità di modellizzare la realtà che sono in antitesi fra i due e generalmente tende ad utilizzare solo quello che gli da più fiducia (no religione ad esempio) oppure anche mantenendo l'altro tende a relativizzarlo(integralismo molto ridotto).

    In tutti i casi quello che noto è un certo senso di inferiorità nel metodo scientifico (razionalista) con un evidente paura che la sua adozione anche nei campi di non sua stretta attinenza porti a dovere ridimensionare i propri concetti metafisici fino a vederli soccombere, un po come se il Barcellona avesse paura di incontrare gli All Blacks.(e avrebbe ragione d'altronde).
    Ultima modifica di Darwin; 23-10-12 alle 12:40

 

 

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