Istat: occupazione
in Puglia: tra aprile
e giugno 55mila posti

di BEPI MARTELLOTTA

BARI - L’occupazione in Puglia corre: il dato bomba arriva dall’Istat e racconta di una regione che, in netta controtendenza rispetto al resto del Paese, guadagna ben 55mila posti di lavoro in più nel secondo trimestre 2012 (aprile- giugno) rispetto al primo (gennaio-marzo). Le rilevazioni sono inequivocabili: la Puglia è prima in Italia per crescita di occupati, staccando di parecchio il Lazio (+43mila), l’Emilia (+32mila) e la Sicilia (30mila). E l’altra sorpresa è che quasi tutte le regioni del Nord (ad eccezione della Lombardia) sono in coda alla classifica, con il segno meno (colpisce il Piemonte, che ha perso 26mila occupati). In pratica, il popolo degli occupati pugliesi, che ad inizio anno contava 1.221.000 unità, è passato nell’ultimo trimestre a quota 1.276.000. Si tratta di livelli, se confrontati con gli anni precedenti, che la Puglia non raggiungeva dal lontano 2008, quando la grande crisi non si era ancora manifestata e gli spretti dello spread e del rischio default erano lontani.

Quella che a pieno titolo non va più chiamata locomotiva del Sud, ma dell’intero Paese, ha chiuso il 2011 con 1 milione e 234mila occupati ed ha inaugurato il nuovo anno con una perfomance non da brividi (1 milione e 221mila occupati). Il picco, dunque, del secondo trimestre - in una fase in cui l’occupazione crolla un po’ ovunque - lascia ben sperare ed è il probabile effetto delle misure anticicliche che la Regione ha adottato da tempo (molti i bandi che sono stati riattivati o ri-finanziati destinati proprio al lavoro).
E il buon segno è che, tra il primo al secondo trimestre dell’anno, aumenta sia l’occupazione maschile (passata da 798mila e 893 occupati a 830.358) sia quella femminile (da 422.427 a 445mila e 29).

Per il governatore Nichi Vendola una «medaglia» non da poco da attaccare al petto, alla vigilia della tappa che il premier Mario Monti terrà a Bari per inaugurare la Fiera del Levante. Di certo, l’andamento degli occupati (che nel Paese ha invece fatto gridare all’allarme pressocché tutte le forze politiche, in pressing sul governo perché si passi dal rigore alla «fase due») tornerà nel discorso del governatore, affiancato dai dati confortanti che la Puglia ha registrato anche nell’export. Certo, c’è chi continua a vedere il bicchiere mezzo vuoto.
«I dati sulla disoccupazione giovanile al Sud e in Puglia, con il Salento che purtroppo guida il trend negativo, impongono di passare dalle parole ai fatti. Le pur legittime aspirazioni nazionali del presidente Vendola - attacca il capogruppo Pdl Rocco Palese - non possono far passare in secondo piano le emergenze della Puglia e la necessità che la Regione sia governata a tempo pieno con il massimo impegno del governo regionale sul fronte del lavoro». Di qui l’auspicio che l'inaugurazione della Fiera sia non una solita passerella per «dichiarazioni di intenti, ma impegni e progetti precisi, concreti ed immediati non solo da parte del governo nazionale - aggiunge Palese - ma anche e soprattutto da parte del governo regionale».

A sfogliare i dati Istat, al netto della media di occupati, viene fuori che «i settori particolarmente in crisi in Puglia sono quello delle costruzioni e quello dell'industria» ed è per questo che «continuiamo a chiedere al governo regionale di tagliare gli sprechi in sanità, abbassare immediatamente le tasse regionali che pesano per 338 milioni di euro all'anno su famiglie ed aziende e avviare nell'immediato tutti i progetti e le opere infrastrutturali previsti ed in parte già finanziati con il Piano per il Sud dalle recenti delibere Cipe».

Sull’andamento nazionale, invece, si soffermano i parlamentari pugliesi del Pd Francesco Boccia e Dario Ginefra. «I dati Istat sulla disoccupazione, prossima all’11% e a livelli record nella fascia giovanile, soprattutto al Sud, hanno fatto scattare l’allarme rosso. Servono misure urgenti - dice il primo - e bisogna cominciare con la detassazione del lavoro che può essere la vera chiave di volta per affrontare la piaga della disoccupazione». Donde l’auspicio che il prossimo consiglio dei ministri, convocato il 5 settembre, «non sia interlocutorio: sono state annunciate decisioni sullo sviluppo e noi chiediamo qualcosa di concreto. Le risorse ci sono: sono quelle di chi ha di più, di chi è più ricco perchè ha dato di meno in questi anni».
Un giovane su due è senza lavoro al Sud, aggiunge Ginefra, e c’è da chiedersi «che fine ha fatto la tanto annunciata fase due del Governo Monti. Il Pd ha da tempo avanzato le proprie proposte. Il Ministro Passera venga a riferire alle Camere perchè iniziamo ad essere stufi della politica degli annunci».

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