Maroni: il Nord nella zona Euro; il resto dell'Italia con un'altra moneta

[Andre86]

AHAHAHAH

Risus abundat in ore stultorum

[GILANICO]

VIVA LA DRAMMA PADANA!!!

PER COLORO CHE SANNO COSA SIA..[/B]

[GILANICO]

Se alla monetazione etrusca non è stata attribuita finora la giusta importanza ch'essa ebbe per il progresso delle popolazioni dell'Italia centrale e settentrionale, Roma compresa, la monetazione del popolo cisalpino è stata addirittura ignorata, dal Histoita Nummorum di Head, dal Greek Coins di Sear, dal recente Monete dell'Italia antica di Catalli. Contrariamente a quella etrusca, con numerosissimi tipi e pochissimi esemplari, è oltremodo ancora presente ai giorni nostri quantitativamente, con un solo tipo, d'imitazione massaliota: Artemide e leone. Tuttavia è possibile seguirne la lunga storia per la riduzione dei pesi, alla quale si adeguarono via via i vittoriati romani, fino alla loro contemporanea abolizione nell'89 a. C., quando la Padania divenne Provincia romana, senza essere mai stata veramente vinta. Anche la stilizzazione del leone permette di tracciare un percorso cronologico. Gli abitanti della pianura padana, che vedevano ogni giorno nei campi e nelle foreste suini domestici e selvatici, mentre non avevano leoni, mutarono gradualmente le sembianze superbe della fiera in quelle di un cinghiale o di un maiale, di un animale, in ogni caso, che si differenziava da quello raffigurato sulle monete dei popoli orientali, i quali potevano ancora incontrare il leone in aperta campagna e continuarono a raffigurarlo in modo realistico. Le monete dell'Italia celtica te¬stimoniano affinità culturale, probabilmente rafforzata da legami federativi, tra città governate in modo autonomo, in assenza di un governo centrale. Testimoniano una fiera indipendenza da Roma, che perdurò nel tempo più di quella degli Spagnoli, dei Greci, dei Macedoni, dei Cartaginesi e degli Asiatici. Sono le monete di una nazione che Bossi chiamerebbe la Padania, di un popolo cooptato infine nelpopulus romanus senza essere mai stato vinto.
Le vicende numismatiche degli ultimi anni indicano un cambiamento di tendenza dei collezionisti nei confronti delle monete padane. Fino agli anni 490 non erano apprezzate, circoscritte agli studi di Pautasso, al convegno di Saint Vincent a sua memoria, a pochi appassionati. Comparivano nei listini di vendita a prezzi inferiori alle 100 000 lire. Poi si sparse la voce che un collezionista lombardo le coniava nella sua fonderia. La notizia arrivò anche alle sovrintendenze e ai congressi internazionali. Era probabilmente falsa, personalmente non ho visto una sola moneta padana che mi sia sembrata non autentica, solo alcune un po' corrose dall'acido che aveva sciolto l'agglomerato in cui erano probabilmente racchiuse, ma la gente non si fidava più ad acquistarle e restituiva quelle che aveva comperato in precedenza. Alcuni appassionati hanno tenuto duro. Hanno continuato a collezionarle, ad esporre le più belle nei convegni numismatici, attribuendo loro prezzi sempre più alti. Le case d'asta, che prima non ne volevano sapere, oggi le inseriscono volentieri in offerta, confortate dai buoni prezzi in ascesa; 100 euro, 200, 300 euro.. All'ultima asta di Tkalec un esemplare dei Salluvii (?) stimato 100 euro, ha raggiunto il prezzo di 1 495, cosa quasi incredibile. Le monete celtiche sono i nostri euro antichi, valorizzati ora da numerosi commercianti, Chris Rudd in testa. L'elevato valore commerciale raggiunto aprirà loro finalmente le porte delle accademie e dei musei, come sempre è avvenuto per le opere d'arte, vedi i quadri di Utrillo,e di Van Gogh.”

[mirkevicius]

Il sud avrebbe solo da guadagnarci.

Te sardo sicuramente non sei nordico repapelle: