Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, critica il candidato alle presidenziali Romney e definisce inammissibili le sue parole che definiscono Mosca nemica di Washington
Nuove minacce alla Russia dall’impero a stelle e strisce commenti
di: Andrea Perrone
a.perrone@rinascita.eu
La Russia non accetta minacce dagli Stati Uniti e dai suoi candidati alla Casa Bianca. Per Mosca, infatti “è inaccettabile” che le relazioni tra la Federazione e gli Usa finiscano ostaggio della campagna per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, come è avvenuto nei giorni scorsi durante uno dei comizi elettorali del candidato repubblicano Mitt Romney (nella foto). A tuonare dinanzi ai giornalisti è stato Dmitry Peskov, portavoce del numero uno del Cremlino Vladimir Putin, commentando le dichiarazioni di Romney che, nel suo discorso di accettazione della candidatura, ha promesso di perseguire una politica dura verso la Russia, che ha definito nemica del suo Paese. Il portavoce del leader del Cremlino ha precisato comunque che Mosca è e continuerà ad essere interessata a sviluppare le relazioni con gli Usa. Ma Peskov non si è fermato qui e ha aggiunto che “nel corso dei contatti ufficiali, sia Mosca che Washington a vari livelli, hanno più volte sottolineato la loro comprensione della inammissibilità della situazione, quando le relazioni bilaterali diventano preda della campagna elettorale e ne diventano ostaggio”. È importante sottolineare che tuttavia non è la prima volta che negli ultimi mesi avvengono queste schermaglie a distanza provocate dall’arroganza dei rappresentanti politici e diplomatici dell’impero a stelle e strisce. Non ultimo il nuovo ambasciatore americano a Mosca, Michael McFaul, che ha accolto nel dicembre scorso nella sede diplomatica statunitense della capitale russa i rappresentanti dell’opposizione, dialogando con loro e sostenendo le loro pretese politiche in piena antitesi con quelle di Putin e Dmitrij Medvedev.
I rapporti tra Mosca e Washington stanno comunque peggiorando da mesi, da quando l’ex ufficiale del Kgb si è ricandidato alla guida della Russia e ottenuto per la terza volta la presidenza del Cremlino con un ampio sostegno popolare. E i contrasti non si fermano soltanto a livello politico, ma travalicano anche quel contesto per coinvolgere anche i settori della scienza e delle tecnica, strumenti comunque anch’essi della volontà di dominio unipolare degli Usa. Il ministero della Difesa di Mosca non si fida infatti di Android, il sistema operativo per smartphone e tablet elaborato dal colosso statunitense di internet, Google, e ha lanciato un nuovo tablet che funziona con un software e un sistema di posizionamento satellitare rigorosamente made in Russia. L’Università nazionale per la ricerca nucleare di Mosca ha presentato al vicepremier Dmitry Rogozin un tablet che sembra funzionare con il sistema Android, ma in realtà utilizza un equivalente tutto russo. Il lancio, a una conferenza sull’elettronica al consumo a Berlino, segna l’avvio di quella che Mosca spera diventi la produzione di massa del suo primo tablet realizzato in Russia. Una grande preoccupazione delle alte gerarchie della Difesa russa è che i dati raccolti e conservati da Google possano finire nella mani del governo Usa, facendo uscire allo scoperto comunicazioni riservatissime e sensibili. Dal canto suo il direttore dell’unità produttiva dell’Università, Andrei Starikovsky, ha sottolineato alla presenza di Rogozin che verranno fabbricate due versioni del tablet, una per i consumatori e una per le necessità della difesa. “Il sistema operativo ha tutte le funzionalità di Android, ma nessuna delle configurazioni nascoste che inviano i dati degli utenti al quartier generale di Google”, hanno reso noto i media russi. Starikovsky ha annunciato che entrambi gli apparecchi saranno sul mercato a fine anno a un prezzo al dettaglio di 15.000 rubli (368 euro). La versione militare avrà dei vantaggi in più rispetto a quella popolare ovvero, come ha spiegato Starikovsky, “sarà resistente agli urti e all’acqua”. La versione invece in dotazione alle Forze armate avrà ulteriori funzioni, come un sistema di crittografia e un rapporto strettissimo con il sistema di navigazione mutuato da Glonass, il concorrente russo del Gps Usa adottato quest’anno dagli iPhone della Apple. Il software “made in Russia” è stato denominato Russian Mobile Operating System (RoMOS) e il tablet sarà assemblato in un impianto di ricerca del ministero della Difesa, con componenti prodotte soprattutto all’estero.
Una risposta forte e decisa quella russa per opporsi ai tentativi dell’impero a stelle a strisce di dominare ogni aspetto dello scibile umano – in questo caso la tecnologia – e mantenere così inalterata la supremazia su tutte le nazioni della Terra.
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