sempre perchè nord e sud sono uguali... repapelle:
NAPOLI - Lo chiamano il «tour dell’illegalità». Si parte da Porta Nolana, si arriva al Real Albergo dei Poveri. Sei tappe per ogni «avventuriero» e un’associazione culturale che accompagna su richiesta studenti e turisti, soprattutto stranieri : gratuitamente, perché vedano da vicino la bellezza e l’inferno, quindi Napoli dentro i suoi confini, raccogliendone una memoria visiva.
L’iniziativa è anche legata a un progetto di fotografia sociale (anch’esso senza scopo di lucro, fotografia sociale e informazione solidale no profit) che ha l’obiettivo di osservare la quotidianità con occhi mai stanchi, guardando oltre il folclore. Passeggiata di 1,3 chilometri in 90 minuti. C’è una strada a luci rosse. Via del contrabbando, a due passi dai torrioni medievali. Si può ammirare la centrale del falso. Vedere esposte decine di stecche di sigarette proibite.
Oppure fermarsi alla bancarella degli occhiali contraffatti, accanto a quella delle borse finte griffe. Subito dopo, c’è l’angolo del «pacco e contropaccotto» tra gli storici palazzi lungo il percorso di ritorno verso piazza Garibaldi. Con discrezione, l’insolito itinerario è stato studiato nel tempo e documentato anche attraverso fotografie e filmati dall’associazione No Comment che ora ha portato il percorso all’attenzione del Viminale. Antonio Alfano e Patrizia Bussola hanno lanciato un appello al ministro Annamaria Cancellieri: «In riferimento alla violenza criminale che sta insanguinando Napoli e la sua periferia, riteniamo utile, come associazione impegnata a documentare il disagio sociale di questa città, esprimere una nostra riflessione sullo «stato delle cose» e nello stesso tempo chiederle di fare il possibile, per quanto in suo potere, affinché venga attivato, nelle aree urbane tenute in ostaggio dalla MalaNapoli, il servizio di poliziotto di quartiere».
Obiettivo: «Riprendersi quei luoghi dove la cultura dell’arroganza e della prevaricazione stravolge il tessuto sociale. Il poliziotto di quartiere – si legge nella lettera -, con il supporto di un sistema di videosorveglianza e il sostegno anche dei vigili urbani, secondo il nostro punto di vista, è un essenziale strumento da utilizzare per evitare che questi criminali riescano a gestire, indisturbati, interi quartieri».
Perché il messaggio catturi l’attenzione, è stata tracciata la mappa del percorso guidato ripetuto innumerevoli volte durante tutta l’estate. La prima tappa è in vico Soprammuro che si imprime nella memoria per le prostitute di giorno mescolate alla merce esposta sotto i teloni. Qui imperversa anche il contrabbando. Attraversando la strada, al corso Umberto si assiste invece alla vendita di cd pirata e profumi falsi.
Lenzuoli bianchi adagiati sull’asfalto. Proseguendo l’itinerario, si raggiunge la chiesa di san Pietro ad Aram e si entra nel gran bazar della Duchesca: allineati, una cinquantina di venditori di oggetti contraffatti fino a piazza Mancini. «Lo Stato - è il monito lanciato dall’associazione - deve essere presente quotidianamente nei quartieri soprattutto per far rispettare le regole della civile convivenza ai “senza legge”. Caos urbano e illegalità diffusa sono elementi essenziali per la cultura camorrista, che pianta le radici lì dove la disubbidienza è generalizzata».
Da questa prospettiva, Scampia per la droga appare soltanto una “sede” degli affari illeciti, come mostrano le immagini inviate al ministero. A ridosso di Porta Capuana, altro luogo simbolo della città, operano i parcheggiatori abusivi. Si visita poi il borgo di Sant’Antonio Abate, dove il contrabbando di sigarette, anche delle marche più note, è gestito alla luce del sole. L’itinerario continua fino a piazza Carlo III per imboccare corso Garibaldi: la zona a ridosso della stazione ferroviaria è quella più affollata dai «paccottari».
Si chiude così il tour dell’illegalità. L’appello al ministro è accorato: «Anche noi napoletani siamo figli d’Italia e abbiamo diritto a vivere una quotidianità migliore e a sperare in un futuro migliore per i nostri ragazzi. Onorevole ministro, lei ha rilasciato alla stampa una dichiarazione che condividiamo: “La camorra è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”. Siamo convinti che i territori occupati dalla MalaNapoli vadano riconquistati giorno per giorno. Catturare i capi (ne sono stati arrestati tanti) è un merito che va riconosciuto, ma è necessario, per non vanificare i risultati, bonificare il sottobosco del malaffare, dove la camorra trova manovalanza. Bisogna ripartire dall’ordinario, qui il poliziotto di quartiere potrebbe essere un buon inizio». Un buon inizio e, perché no, un punto di partenza diverso.
http://www.ilmattino.it/napoli/citta...e/218153.shtml