Alessandria, profondo nord che sembra Atene - Pubblico | Dalla parte degli ultimi e dei primi
Un comune fallito, un deputato indagato e un buco da più di 100 milioni di euro. Benvenuti al NORD! Come il premier Samaras tratta con Frau Merkel per evitare il crollo della Grecia, così la pasionaria sindaca di Alessandria Rita Rossa (pd), eletta pochi mesi fa alla guida del capoluogo piemontese, combatte con Mario Monti per salvare la sua città.
Siamo nel profondo nord, storica roccaforte del Pdl e della Lega Nord, in una terra in cui la propaganda del Carroccio ci aveva raccontato che “qua al Nord niente sprechi e corruzione! si lavora e si suda mica come al Sud dove non fanno un cazzo e prendono soldi dallo Stato centrale!” Eppure, al netto dei roboanti proclami, la precedente amministrazione guidata dal sindaco Piercarlo Fabbio, ha portato la città al fallimento, tant’è che a giorni il presidente del Consiglio e il capo dello Stato firmeranno un decreto di nomina del commissario liquidatore.
Questo è il primo comune d’Italia tecnicamente in default: 140 milioni di euro di buco. Se fosse una azienda privata i lavoratori sarebbero già a spasso e gli amministratori in galera. Invece, siccome la cosa pubblica fallisce ma non può chiudere, il comune va avanti nella gestione dell’ ordinario.
Pietro Bianchi, assessore al bilancio della nuova giunta di centro sinistra, ha in cassa zero euro ma , per sua fortuna, può ancora indebitarsi fino a 600mila euro. In sostanza, siccome negli ultimi mesi sono entrati i soldi delle tasse, l’amministrazione potrà continuare a pagare gli stipendi e le bollette della luce, ma fino a quando?
Il sindaco ha operato già i primi tagli, ritirando i 300 cellulari aziendali e revocando i 6000 permessi di parcheggio gratuito ma questo ovviamente non basta. La cura lacrime e sangue, tipo Grecia, riguarda soprattutto i 700 dipendenti del comune che da mesi hanno subito l’inevitabile blocco degli straordinari e il ritiro dei buoni pasto.
La lista degli sprechi del passato che ha contribuito a far fallire questo ex virtuoso comune del nord, fa invidia al peggior clientelismo italiano.
28 persone assunte dal comune per sistemare i computer che, a detta di un dirigente dell’attuale amministrazione, “se cambiassi ogni anno tutti i computer, sicuramente risparmierei un sacco di soldi” , oppure i 25mila euro spesi in penne da regalare agli ambasciatori che sarebbero venuti a far visita ad Alessandria, o ancora una mostra fotografica dal costo di 750 mila euro e , spettacolo nello spettacolo, 500 mila euro di rose comprate in Moldavia e trapiantate in tutta la città.
Il nord che lavura e non spreca,almeno questa era la litania leghista fino a pochi secondi fa, si trova oggi a dover fare i conti con un altra incredibile storia. Quella dell’ ex deputato del Carrocio, poi espulso, tal on. Maurizio Grassano (ex presidente del consiglio comunale di Alessandria, oggi animatore del gruppo parlamentare “popolo e territorio”) condannato dalla Corte dei conti a pagare al suo comune la cifra di 760 mila euro per danno patrimoniale.
L’onorevole responsabile, dopo la condanna in primo grado a 4 anni di carcere per truffa al comune di Alessandria, annuncia la sua intenzione a ricandidarsi: “se il partito me lo chiederà di certo non mi tirerò indietro! “. Premesso che Grassano è innocente fino a sentenza passata in giudicato, ma c’è davvero bisogno anche di lui in parlamento?