Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 73/12 dell’11 settembre 2012, San Giacinto

Rassegna stampa dell'11.09.2012

Sodomagomorricidio
Un ragazzo si toglie la vita due settimane fa in provincia di Milano. Avrà vissuto un disagio giovanile, comune a tanti suoi coetanei. Ma, al di là della separazione dei genitori che li aveva condotti ad una lontananza anche geografica (la madre a Roma con un nuovo compagno ed il padre trasferito in provincia di Milano), c’era molto di più. Un elemento che aveva prodotto litigi sempre più frequenti e “gridati” e screzi sempre maggiori con il padre. Il ragazzo non accettando la nuova situazione sentimentale della mamma aveva lasciato la capitale; giunto al Nord aveva accettato lavori anche non sempre allettanti. Ma non era questo il motivo della sua profonda insoddisfazione. Tutto è precipitato, all'improvviso e nella maniera più tragica, circa due settimane fa. Dopo una discussione con il padre durata quasi fino a mezzanotte, il figlio sbatte la porta di casa e se ne va. Non vi farà più ritorno. Il ragazzo parcheggia la sua auto, si arrampica a un'altezza di circa 15 metri, si lancia nel vuoto, precipitando sull'asfalto, e muore sul colpo. Comincia il balletto delle ipotesi. Subito si pensa addirittura ad un omicidio; poi, fatti i rilievi la diagnosi è chiara: suicidio. Ma la certezza assoluta che si tratti di una fine voluta la fornisce la testimonianza del padre. In preda allo strazio l'uomo, in caserma, racconta ai carabinieri una storia dolorosissima che lo accompagnerà per sempre, con un probabile e profondo senso di colpa. La sera prima aveva litigato con il figlio perché, dietro le pressanti insistenze di quest'ultimo, gli aveva rivelato il reale motivo del naufragio del matrimonio. «Io e la mamma ci siamo lasciati ma la colpa è in gran parte mia. Anzi, solo mia: sto per cambiare sesso, voglio diventare una donna». Calano il gelo ed i silenzio. Il pm che aveva aperto il fascicolo sulla morte del giovane lo chiude. (…)
Il giovane figlio si uccide. Sconvolto, il padre voleva diventare donna - Affaritaliani.it

Ministero dell’invasione
Il numero fa spavento: 800mila. Tanti sarebbero, incrociando i dati in possesso dei vari Osservatori sull’immigrazione, i clandestini che potrebbero approfittare del decreto legislativo anti-caporalato messo a punto da Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, per entrare in Italia. Un’invasione alla quale bisognerebbe aggiungere, naturalmente, anche i costi per l’accoglienza e l’assistenza degli immigrati. In Italia l’ultima regolarizzazione è avvenuta nel 2009. E sono circa 300mila, ma il dato è destinato a crescere, gli immigrati che ne hanno usufruito. Il provvedimento che recepisce la normativa comunitaria «in materia di sanzioni e provvedimenti nei confronti dei datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare», però, potrebbe attirare oltre il doppio dei clandestini. Un numero, quello di 800mila, cui si arriva per gradi. Attualmente, sono circa 60mila gli immigrati regolari che hanno il permesso di soggiorno in scadenza. Cifra alla quale va aggiunta quella di 150mila, ovvero la quantità di irregolari che o hanno il permesso di soggiorno già scaduto, oppure pur in possesso di un permesso di soggiorno stagionale si sono guardati bene dal tornare nel proprio Paese d’origine. Fatto sta che sarebbero questi 210mila lavoratori i primi a beneficiare del varco aperto da Riccardi per spingere i datori di lavoro alla regolarizzazione. Non solo: secondo l’Organizzazione internazionale migranti, tra le coste del Nord Africa e l’Oriente sarebbero circa 650mila i clandestini pronti a raggiungere l’Europa. Italia in primis. Arrivi che, soprattutto per quanto riguarda Cina, Pakistan e Sri Lanka, sarebbero da attribuire anche alla pressione causata dalla mancata emanazione, da oltre un anno, del decreto flussi.
La platea degli 800mila immigrati rientrerebbe a pieno titolo nelle casistiche previste dal provvedimento sul caporalato. Il decreto legislativo, infatti, agisce su due fronti: quello del clandestino, che può ottenere il permesso di soggiorno denunciando il datore di lavoro che lo impiega irregolarmente; e quello dello stesso datore di lavoro, che può evitare le sanzioni previste dalla normativa - l’arresto da sei mesi a tre anni e una multa salatissima - attraverso lo strumento del “ravvedimento operoso”: ovvero il pagamento di una somma forfettaria pari a mille euro per ogni clandestino regolarizzato
Com'è buono Riccardi: arrivano 800mila immigrati - immigrazione, extracomunitari, sanatoria, regolarizzazione, caporalato, lega, pdl, governo, andrea riccardi - Libero Quotidiano

Siria: una suora smentisce la propaganda mediatica
Suor Yola, siriana, una delle religiose francescane che ogni giorno aiutano le famiglie dei profughi, racconta a Fides: “Stiamo facendo del nostro meglio per aiutare la famiglie di sfollati. La gente piange e spera in tempi migliori. Il costo della vita è altissimo, non si trovano medicinali, l’impatto dell’embargo che subiamo è tutto sulla popolazione civile e sui più poveri. Speriamo e preghiamo perché questa sofferenza finisca presto. Non abbiamo alcuna fiducia in questi cosiddetti ‘rivoluzionari”. Quali sono i rivoluzionari che fanno del male al popolo? Hanno danneggiato tutti, cristiani e musulmani, tante famiglie che hanno perso tutto”.“In queste azioni armate e in questa sofferenza – prosegue la suora – la religione non c’entra. Con i musulmani abbiamo sempre vissuto fianco a fianco e continueremo a farlo. Il governo siriano finora è stato laico, ha garantito alla Siria sicurezza e stabilità. Oggi abbiamo solo disordine, insicurezza, caos, sofferenza. E cosa sarà domani? Ma sappiamo, come cristiani, che Dio ci protegge e la nostra speranza è viva. E, come cristiani, abbiamo una certezza: non abbandoneremo mai la Siria”.
Agenzia Fides - ASIA/SIRIA - Una suora di Damasco: ?Preghiamo che tutto finisca, non abbiamo fiducia nella rivoluzione?

Siria: corteo funebre cristiano colpito dai terroristi
Damasco (Agenzia Fides) – Un attentato terroristico ha colpito fedeli cristiani e drusi innocenti nel quartiere di Jaramana, sobborgo di Damasco: ieri, 28 agosto, alle 2 del pomeriggio, una bomba posta su un’automobile è stata fatta esplodere al passaggio di una folla di fedeli, famiglie, anziani, donne e bambini, che stavano dirigendosi al cimitero per seppellire due giovani. I due erano morti il giorno prima, 27 agosto, anch’essi vittime di un ordigno artigianale. Mentre la folla, celebrati i funerali, stava accompagnando le salme alla sepoltura, un taxi è esploso causando 12 morti (secondo altre fonti 27), fra i quali 5 bambini, e facendo oltre 50 feriti gravi. A Jaramana vivono circa 600mila persone, quasi tutti delle minoranze religiose: vi sono 250mila cristiani (assiri, armeni, caldei, melkiti, ortodossi e di altre confessioni), oltre a drusi e a circa 120mila profughi iracheni, fuggiti in Sira negli anni scorsi.Come riferiscono fonti di Fides a Damasco, i cristiani nei sobborghi di Jaramana (Sudovest di Damasco) e Zamalka (Sudest della città) sono sotto pressione di gruppi armati jiahdisti e sono terrorizzati. Oggi a Zamalka un famiglia di cristiani armeni è stata ritrovata massacrata e tutti i membri della famiglia orribilmente decapitati. L’esecuzione fa pensare all’opera di radicali islamici salafiti. (…)
Agenzia Fides - ASIA/SIRIA - Bomba a un funerale, una famiglia decapitata: cristiani e drusi nel mirino a Damasco

Omosessualismo: oltre la propaganda, il nulla
(…) Nel corso del 2011, in tutti gli 82 comuni italiani che hanno istituito i registri delle unioni civili, sono solo 298 le coppie omosessuali che vi hanno aderito. A Bologna, dove il registro esiste fin dal 1999, nessuno si è mai iscritto. A sentire le organizzazioni internazionali il problema del matrimonio gay è in cima alla lista dei problemi mondiali. Be’, le masse oceaniche di omosessuali che gemono sotto il tallone degli etero semplicemente non ci sono.(…)
Antidoti contro i veleni della cultura contemporanea » COPPIE
La pagina milanese de Il Giornale dell’11 luglio 2012 così titola: «Fondo affitti a coppie gay: zero richieste». Per il Comune era un test propedeutico all’introduzione del registro delle coppie di fatto. Il quale, comunque, si farà, perché per la giunta Pisapia (e tutte quelle di sinistra) è una questione di principio.
Antidoti contro i veleni della cultura contemporanea » GAY-FLOP

La morte di Martini: l’elogio del Grande Oriente
(31.08.2012) ''Un uomo di dialogo e di profonda cultura, che ha saputo parlare ai giovani ed è stato sempre aperto al confronto e al cambiamento. Una spiritualità forte, grande espressione della Chiesa-Parola, cioè di quel kerigma che è oltre ogni struttura e convenzione''. Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, ricorda così il cardinale Carlo Maria Martini, morto oggi. ''Ha creduto nell'ecumenismo e nel dialogo con la società civile e con le altre religioni a cominciare dall'ebraismo - prosegue Raffi - e mancherà a credenti e non credenti la sua grande umanità e l'esempio di una riflessione che ha affrontato i grandi temi della vita umana. In ogni occasione - conclude il Gran Maestro - ha saputo sempre guardare l'altro negli occhi, cercando insieme la verità''.
Grande Oriente d'Italia - Sito Ufficiale

La morte di Martini: il pianto della Sinagoga
(2.09.2012) ROMA - "Con la morte del cardinale Carlo Maria Martini la filosofia del dialogo tra cristianesimo ed ebraismo perde uno dei suoi più sinceri e brillanti fautori e sostenitori". Così il rabbino capo emerito di Roma, Elio Toaff, a due giorni dalla scomparsa, ricorda Martini e il suo impegno per il dialogo interreligioso: "La sua via alla conoscenza di Dio - dice Toaff - non prevedeva infatti né interdetti né estromissioni, non evocava anacronistiche crociate né aveva di mira l'allontanamento dei dubbiosi". (…) Martini - continua Toaff - era più che mai convinto che il dialogo richiedesse un coraggioso e continuo rinnovamento, ma senza pericolosi e indesiderati passi indietro. La sua luminosa figura rimarrà sempre presente tra i giusti che hanno lasciato impronta indelebile e alta testimonianza di fede nella nostra società". "Una grande perdita perché altre persone di questo tipo non ne conosco", è il rimpianto del presidente della comunità ebraica di Venezia, Amos Luzzatto. "Ho avuto occasione di incontrare più di una volta il cardinale Martini - ha detto Luzzatto -; la mia impressione è di aver trovato per la prima volta una persona che non solo sapeva star ad ascoltare, ma a cui piaceva ascoltare gli altri: di aver trovato cioè per la prima volta all'interno del mondo cattolico ufficiale uno che cercava una strada nuova attraverso il contatto con le persone che non appartengono a quel mondo". (…)
Martini, l'addio del rabbino Toaff "Un filosofo del dialogo con l'ebraismo" - Repubblica.it

Francia: i balilla della religione laica
(3.09.2012) Tutti a lezione di «morale laica». Non da quest’anno scolastico, che comincia fra oggi e domani per 850 mila insegnanti francesi e per 12 milioni di studenti, ma dal prossimo, appena decisi i contenuti della morale di Stato e il modo d’insegnarla.Il ministro dell’Educazione nazionale, Vincent Peillon, ha lanciato la bomba ieri in una fluviale intervista al «Journal du dimanche». Si sa che la scuola, anzi «la rifondazione della scuola repubblicana», è uno dei punti chiave del programma di François Hollande e uno dei tre settori (gli altri sono le forze dell’ordine e la magistratura) dove non proseguirà il salasso dei dipendenti pubblici. Il governo socialista, concesso e non dato di trovare i soldi, vuole assumere 60 mila persone solo per l’educazione. E, il giorno dell’investitura, una delle sue corone di fiori Hollande è andata a deporla sul cenotafio di Jules Ferry, che creò la scuola obbligatoria e laica in quell’Ottocento positivista in cui l’istitutore era «l’ussaro della Repubblica», incaricato di portarne il verbo fin nelle più sperdute campagne clericali.
Francia, a lezione di morale laica- LASTAMPA.it

Clamoroso: la Slovacchia tutela gli alunni slovacchi!
(3.09.2012) Ancora nel 2012 nonostante le numerose leggi internazionali sul rispetto dei diritti umani e di quello dei minori, ci ritroviamo a dover leggere storie come quelle che arrivano dalla Slovacchia. Secondo la denuncia di alcuni genitori di bimbi rom, portata alla luce da Amnesty International e ripresa da numerosi media nazionali e internazionali, in Slovacchia esistono classi scolastiche separate per i bimbi rom. In particolare, come rivelato anche dal Corriere della Sera al World Urban forum di Napoli è stata denunciata la situazione di alcuni bambini nella città di Levoèa, alcune mamme hanno raccontato che nella scuola elementare Francisciho, nel quartiere di Tehelna, i loro figli sono stati spostati dalle loro classi e costretti a frequentare sezioni per soli rom. (…)
Slovacchia, a scuola classi separate per i rom | Fanpage