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Garat
Referendum anti-euro, asse Lega-Grillo Maroni: democrazia, non populismo - Il Messaggero
OMA - Euroscettici e populisti, locali e globali. Sono i leader e movimenti politici che il premier Mario Monti teme possano nuocere alla causa dell’Europa comune. Ieri si sono fatti sentire, rilanciando unreferendum sull’Euro, idea già formalizzata dalla Lega e caldeggiata sia da Maroni che da Beppe Grillo.
Romano Prodi si dice convinto che un referendum del genere i suoi promotori lo perderebbero. Leghisti e grillini però ci credono. Grillo, dal suo blog, si rivolge direttamente a Prodi per spiegargli che il suo pronostico è sbagliato e gli spiega che già solo la possibilità di farlo, un referendum del genere, sarebbe una vittoria. «Se si tenesse un referendum sull’euro io avrei già vinto», scrive Grillo. «Il mio obiettivo è che gli italiani possano decidere su temi fondamentali come l’euro senza delegare il loro futuro a un gruppo di banchieri e politici. Il M5S – è la sfida di Grillo - vuole la democrazia diretta e referendum propositivi senza quorum. Elezione diretta del candidato. Obbligo della discussione parlamentare su iniziative di legge popolare in Parlamento con voto palese». Grillo, poi, conclude così il suo ragionamento: la voce deve tornare ai cittadini».
Nei giorni scorsi Prodi aveva detto che un referendum sull’euro avrebbe visto perdente Grillo gli euroscettici. «Quando abbiamo fatto l'euro tutti dicevamo che accanto allamoneta ci voleva la fiscalità, la politica economica comune - aveva detto l’ex premier - La risposta saggia di un politico era abbiamo fatto l'euro che i tedeschi erano così riluttanti ad accettare, adesso adagio adagio facciamo tutto. Sono arrivati gli anni della paura, dei cinesi, della globalizzazione, dell'immigrazione, questo ha creato via via un populismo crescente che ha rallentato tutti gli atti di solidarietà. Non è che il piano fosse sbagliato, il piano era preveggente, una meravigliosa idea di futuro che ha fatto cambiare il mondo».
Ma se Grillo sfida Prodi, Maroni, leader della Lega Nord, se la prende direttamente con il premier: «Monti ha una concezione della democrazia un po’ particolare. Non è populismo che il popolo dica la sua sull’euro e sull’Europa, è democrazia». «Noi – ricorda il capo leghista – chiediamo che i popoli dell’Europa si esprimano sull’Euro e sul futuro dell’Europa e pensiamo che il suo futuro debba essere diverso da quello che hanno in mente Monti e la Bce, un’Europa federale e democratica, un’Europa delle regioni e non uno Stato Unico d’Europa. Proprio per questo – ricorda Maroni – la Lega ha depositato una proposta di legge di iniziativa popolare che chiede di abbinare alle prossime elezioni politiche un referendum sull’euro e sull’Europa». La stessa, identica, proposta dei grillini, dunque, se non fosse per lo sfasamento temporale: per i grillini il referendum va fatto prima delle elezioni politiche, per i leghisti contestualmente ad esse. Peccato solo che, allo stato, i referendum su materie economiche e monetarie siano vietati, dalla nostra Costituzione. «Ma comunque noi non molliamo ha sottolineato ancora Maroni passando a tempi di più stretta attualità politica - Riteniamo che il governo Monti sia facendo male all'economia del nord». Il segretario della Lega Nord ha ribadito che «c'è il record della disoccupazione, c'è il record della pressione fiscale. E quando Monti ha detto che va tutto bene - ha precisato - il giorno dopo hanno abbassato le stime di crescita dell'Italia». «Peggio di così, francamente, - ha concluso - credo che non si possa fare».
Che coppia, signori. Che coppia.
Lega e movimento uniti per farci fare un sano default.