e certo, se non ricordo male era in uso (non so se lo è ancora tuttora) il fatto che non veniva calcolato come 'disoccupato' chi aveva lavorato per un certo periodo di tempo.
comunque, la ripresa di metà anni '90 non è dovuta alla legge Treu, che invece ne fu una (nefasta) conseguenza (infatti fu inserita in un periodo in cui le cose andavano bene), ma per un insieme di cause (svalutazione di fine 1992, boom di Internet e della Telefonia, ecc).
L’immigrazione è fenomeno padronale. Chi critica il capitalismo approvando l’immigrazione, di cui la classe operaia è la 1a vittima, farebbe meglio a tacere. Chi critica l’immigrazione restando muto sul capitale, dovrebbe fare altrettanto. De Benoist
Ultima modifica di Phileas; 14-09-12 alle 17:18
.
Italia: disoccupazione REALE al 17-18%
Non voglio entrare nell'eterna querelle che già nel lontano 1968 accusava l'ISTAT di presentare dati addomesticati e filo-governativi....
Però, per calcolare la Disoccupazione italiana, l'Istituto di Statistica utilizza dei metodi un po' incompleti e limitativi....
Non a caso la stessa Bankitalia (che non è proprio assimilabile ad una CGIL....)
entrò nel merito della questione affermando che la disoccupazione REALE in Italia sarebbe più alta del dato ISTAT perchè vanno calcolate anche altre categorie come i cassaintegrati, gli scoraggiati etc
utilizzando dunque un tasso di disoccupazione più "esteso" assimilabile all'U6 utilizzato dal BLS statunitense
Vedi il mio post di Ottobre 2010:
DISOCCUPAZIONE ITALIANA ALL'11%: CAZZO! LO DICE ANCHE BANKITALIA!
.................
Italia: Bankitalia, disoccupazione reale supera l'11%
venerdì, 15 ottobre 2010 - 16:16
La disoccupazione reale è ben superiore all'8,2 per cento che risulta dai dati Istat.
A rimarcarlo è Banca d'Italia che sottolinea come la ripresa dell'occupazione sta riguardando esclusivamente il Centro Italia.
L'ultimo Bollettino Economico di Bankitalia pubblicato oggi rimarca come, includendo i lavoratori scoraggiati e l'equivalente delle ore della Cassa integrazione guadagni (cig), il tasso di disoccupazione si collocherebbe sopra l'11%.
...........
A quell'Epoca però (bei tempi...) la disoccupazione ISTAT stava "solo" all'8,2%
e dunque Bankitalia calcolò una disoccupazione Reale superiore all'11%.
Oggi la disoccupazione ISTAT sta al 10,7%
e dunque la DISOCCUPAZIONE REALE starebbe intorno al 17-18%............
Lavoro: la disoccupazione, quella vera, è sopra il 17%
(fonte panorama.it)
I risultati di una ricerca dell'Ires-Cgil, che tiene conto degli "scoraggiati": gli italiani che ormai non cercano più un impiego, perché pensano di non trovarlo
Secondo i dati ufficiali dell'Istat, i disoccupati in Italia sono poco più di 2,7 milioni, corrispondenti al 10,7% della popolazione attiva: una cifra leggermente superiore alla media europea (10,4%).
Ma la “vera disoccupazione”, che sfugge ai freddi numeri delle statistiche, è in realtà molto più alta e raggiunge nel nostro paese almeno il 17-18%.
A dirlo sono i dati contenuti in uno studio dell'Ires, istituto di ricerca della Cgil, che tiene conto di due categorie di persone, fortemente colpite dalla crisi economica: i lavoratori in cassa integrazione e gli italiani “scoraggiati”, cioè quelli che ormai non cercano più un posto di lavoro, perché pensano di non riuscire a trovarlo.
GLI ULTIMI DATI UFFICIALI SULLA DISOCCUPAZIONE
Si tratta di un universo di 1 milione e 664mila potenziali lavoratori che, aggiunti ai cassintegrati e ai 2,7 milioni di disoccupati ufficiali, raggiungono la cifra record di 4,4 milioni di persone.
E' la gran massa di nostri connazionali che, a detta dei ricercatori dell'Ires-Cgil, oggi riempie la vasta area della sofferenza e del disagio sociale, ingigantita dalla crisi economica degli ultimi 5 anni. Nel 2007, infatti, i “disagiati” italiani (cioè i disoccupati ufficiali più le persone che ormai hanno rinunciato a cercare un posto di lavoro) erano in totale quasi la metà di oggi: poco più di 2,4 milioni, corrispondenti a circa il 10% della popolazione attiva.
............A preoccupare di più è dunque l'universo degli scoraggiati: quel milione e 600 mila italiani che ha ormai risposto nel cassetto il curriculum vitae, poiché non ha speranza di trovare un posto. Purtroppo, si tratta molto spesso di donne (1,15 milioni) e più raramente di uomini (circa 500mila). Inoltre, occorre ricordare che l'universo degli scoraggiati sta crescendo a ritmo impetuoso: nel secondo trimestre di quest'anno è aumentato infatti di oltre il 15% (22% tra le donne) rispetto allo stesso periodo del 2011........
IL GRANDE BLUFF: Italia: disoccupazione REALE al 17-18%
L’immigrazione è fenomeno padronale. Chi critica il capitalismo approvando l’immigrazione, di cui la classe operaia è la 1a vittima, farebbe meglio a tacere. Chi critica l’immigrazione restando muto sul capitale, dovrebbe fare altrettanto. De Benoist
ormai è andato tutto in vacca, e la colpa
di ogni problema che angustia il paese,
sono naturalmente gli ultimi.
d'altra parte se deve tornare lo schiavismo
integrale, con tanto di legislazione che
lo regola, è chiaro che i somari devono essere
convinti della bontà del progetto.
i tromboni sono all'opera e ognuno fa la sua
parte per conservare la propria nicchia
di piccoli o grandi privilegi, senza comprendere
che tutto è ormai in caduta libera, comprese
le illusioni di coloro che credono possibile
mantenere in piedi all'infinito un sistema,
destinato a sfaldarsi per sue peculiari,
irrisolte, contraddizioni.
Ma porca miseria. Ma ti pare che il tasso di disoccupazione, e per di più di un solo paese, possa essere uno strumento decente per fare una valutazione sulle riforme del mercato del lavoro?
Lo sanno anche i sassi che:
1) il tasso di occupazione è molto molto molto più indicativo: fra parentesi, gli anni 70, la crisi petrolifera, il 68, sempre più donne smettono di stare a casa a fare la calza e vanno a cercarsi un lavoro...
2) anche usando il tasso di occupazione bisogna tener conto della variazione delle tipologie contrattuali e come viene valutato statisticamente: se fai una riforma introducendo lavori a tempo uno che lavora per 6 mesi spezzettati in un anno è valutato come occupato o come disoccupato? E' un posto di lavoro diviso in due. 2 occupati invece di 1 e stesse ore lavorate.
3) bisogna fare un confronto con gli altri paesi (che magari hanno fatto riforme diverse o non le hanno fatte) che abbiano caratteristiche simili in modo da poter escludere "cause ambientali".
4) bisogna escludere altre possibili cause specifiche italiane: incidenza del lavoro nero ad esempio (una riforma del lavoro può favorirne semplicemente l'emersione). O magari anche il CAF (che abbiamo avuto solo noi in Italia).
Quindi: buon lavoro.
tutto quello che ha scritto gozer senza considerare che il tasso di disoccupazione non conta chi è considerato come inattivo
.