STUFI!



Giorgio Brignola

18 Settembre, 2012



Siamo stufi d’essere presi là dove la schiena cambia il suo nome.Stufi delle parole inconcludenti e delle ipotesi impossibili. Insomma,stufi dei nostri politici che non fanno che tirare acqua al loromulino. Intanto, il Popolo italiano, stretto nella morsa della crisiche ha contorni sempre meno controllabili, non riesce a far fronteanche ai comuni impegni. C’è difficoltà a pagare gli affitti, le spese d’amministrazione e tutte le utenze domestiche. La crisi, ora, ha toccato il fondo. Un fondo nero dal quale non sarà facile, se non impossibile, uscire durante la prossima Legislatura. Perché a gestireil problema saranno gli stessi uomini che ne hanno permessol’incremento e non sono stati in grado di tener conto delle avvisaglieche già erano evidenti nel 2005. Presi dall’euforia del benessere, nonsaggiamente programmato, Maggioranza ed Opposizione hanno saputo“arrangiarsi”. In braghe di tela sono rimasti tanti, troppi italiani.Abbiamo aperto col termine “stufi”, ma anche l’attributo “stanchi”nulla toglierebbe allo stato d’animo che viviamo in quest’iniziod’autunno le cui premesse, visti gli sviluppi estivi, non ciconsentono neppure un cauto ottimismo per il futuro. Né immediato, néprossimo. Il Prodotto Nazionale Lordo (PIL) potrebbe restare al -2%sino a fine d’anno. Il 2013 inizierà sotto i peggiori auspici edaugurare “buon anno” potrebbe suonare come una beffa da, saggiamente,evitare. Non a caso, siamo stufi. Come milioni d’altri italiani chenon riescono più a bilanciare i loro conti. A far fede ai loroimpegni. L’inflazione ha rialzato la testa e, chi può, vende per poteracquistare il necessario. Troppe incongruenze in questa Penisola dei“parolai”. Governo Tecnico, Parlamento, Forze Sociali sono tutte entità da inserire nello stesso calderone. Si perde posti di lavoro. Eppure, si promettono interventi che, poi, non potranno essere mantenuti. L’Italia non è un’isola. L’UE non è solo un onore, ma anche un onere. Meglio che il concetto sia chiaro per tutti. Esclusi quelli che continuano a vivere come se nulla fosse capitato. Certo è che non mancheranno le sorprese. Nei prossimi 120 giorni, ciò che ancora è sommerso verrà a galla. Con effetti dirompenti. Peccato, perché ilpeggio poteva essere evitato con provvedimenti meno punitivi degliattuali. A parer nostro, la misura non è, però, ancora colma. Primadella tornata elettorale, Il Professore farà risentire la sferza dellarinuncia. Magari più “programmata”, ma sempre rinuncia. Con unapercentuale di disoccupazione che ha raggiunto due cifre ed una mareadi giovani alla ricerca di una qualche occupazione, non si può tacereo scrivere quello che non è. Siamo stufi di dover condividere gli errori di altri, ancor più lo siamo, quando quegli “altri” sono ancorain forza in un Parlamento delegittimato. I punti nevralgici della situazione sono stati totalmente raggiunti. Non si può andare oltre il fondo. Anche se c’è chi ci spera. Meglio voltare pagina. Ma non albuio. Gli italiani dentro e fuori i confini nazionali dovranno essere messi nelle condizioni di partecipare in modo più diretto ai destini d’Italia. Quindi, subito la nuova legge elettorale. Poi si vedrà!

Giorgio Brignola





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