A 25 anni Giacinto, essendo già un pittore conosciuto e molto apprezzato, può pensare a formarsi una famiglia, quindi prende moglie. Qualche anno più tardi, nel 1837, in seguito alla morte di Pitloo, si trasferisce nella stessa casa che il maestro olandese aveva occupato per molti anni e che era il punto di incontro di molti artisti. È in questa casa il cuore battente della “Scuola di Posillipo, e questo il periodo in cui il successo e la celebrità di Giacinto Gigante diventano travolgenti: la nobiltà italiana e straniera se lo contende, tanto da essere chiamato a corte da Francesco II per l’insegnamento della pittura alla figlie e, addirittura ricercato dall’Imperatrice di Russia. Gli anni che seguono vedono Giacinto recarsi più volte a Roma, quindi, nel 1869, a Parigi. Morirà il 29 settembre del 1876. Un grandissimo numero di sue opere sono custodite nel Museo di San Martino di Napoli, nel Museo Correale e nella Collezione Astarita di Sorrento e, nella collezione Talamo di Cava dei Tirreni.
Mercato a Quisisiana, cm. 50 x 67, Museo di San Martino, Napoli