Il mio stile è vecchio...come la casa di Tiziano a Pieve di Cadore...
…bisogna uscire dall’egoismo individuale e creare una società per tutti gli italiani, e non per gli italiani più furbi, più forti o più spregiudicati. Ugo La Malfa
PERGOLESI E IL BAROCCO NAPOLETANO
La Napoli della prima metà del settecento era senza dubbio una delle città più vivaci dal punto di vista musicale: artisti come Alessandro Scarlatti, Nicola Porpora o Leonardo Leo avevano proposto con successo lo stile musicale napoletano nelle corti di tutta Europa e non è sorprendente che nel 1739 lo scrittore e politico francese Charles de Brosses[1]riferendosi alla città partenopea, la definisse la capitale mondiale della musica
All'età di quindici anni Pergolesi fu ammesso nel celebre "Conservatorio dei poveri di Gesù Cristo" a Napoli, dove ebbe modo di studiare composizione con alcuni dei più celebri autori della Scuola musicale napoletana, come Francesco Durante e Gaetano Greco.
Afflitto fin dall'infanzia da seri problemi di salute — si ritiene che fosse affetto da spina bifida o da poliomielite—la parabola artistica di Pergolesi si esaurì in 5 soli anni. Morì di tubercolosi a soli 26 anni nel 1736 nel convento dei cappuccini di Pozzuoli. Fu sepolto nella fossa comune della Cattedrale di Pozzuoli.
Di Pergolesi ascoltiamo ora un'aria di minore importanza (rispetto ai notevoli pezzi operistici e di mujsica sacra) ma comunque molto gradevole e di facile ascolto:" se tu m'ami se tu sospiri" nell'interpretazione di Cecilia Bartoli.
A quando un nuovo pezzo musicale della scuola napoletana???
FUGA DEL GATTO
Un pezzo di Scarlatti che inizia con una sequenza stranissima di 6 note che sembra sfuggire a qualsiasi umana comprensione: la sequenza non è riconducibile ad alcun senso nè armonico nè melodico.
Si narra che quelle sei note fossero state toccate da un gatto che saltò sulla tastiera del clavicembalo di Scarlatti .
Sulle 6 note toccate dal suo gatto Scarlatti costruisce questa bella fuga che ascolteremo suonata da Elaine Comparone.
Attenzione alle prime 6 note e cercate di individuare tutte le volte che le 6 note si ripetono nel corso della fuga nascoste tra le varie voci e i vari contro-temi.
Buon ascolto.
Veramente bello questo pezzo, delicatissimo..
Introduco VINCENZO BELLINI (Catania, 3 novembre 1801 – Puteaux, 23 settembre 1835)
Studiò musica prima a Catania, sua città natale, poi a partire dal 1819, grazie ad una borsa di studio offerta dal comune di Catania, si trasferì a Napoli per perfezionarsi al conservatorio. Qui tra i suoi maestri ebbe Nicola Antonio Zingarelli, che lo indirizzò verso lo studio dei classici e il gusto per la melodia piana ed espressiva, senza artifici e abbellimenti, secondo i dettami della scuola musicale napoletana. Tra i banchi del conservatorio conobbe il calabrese Francesco Florimo, la cui fedele amicizia lo accompagnerà per tutta la vita e dopo la morte, allorché Florimo diventerà bibliotecario del conservatorio di Napoli e sarà tra i primi biografi dell'amico prematuramente scomparso.
In questo periodo Bellini compose musica sacra, alcune sinfonie d'opera e alcune arie per voce e orchestra, tra cui la celebre Dolente immagine, oggi nota solo nelle successive rielaborazioni per voce e pianoforte.
Nel 1825 presentò al teatrino del conservatorio la sua prima opera, Adelson e Salvini, come lavoro finale del corso di composizione. L'anno dopo colse il primo grande successo con Bianca e Fernando, andata in scena al teatro San Carlo di Napoli col titolo ritoccato in Bianca e Gernando per non mancare di rispetto al principe Ferdinando di Borbone.
L'anno seguente il celebre Domenico Barbaja commissionò a Bellini un'opera da rappresentare al Teatro alla Scala di Milano. Partendo da Napoli, il giovane compositore lasciò alle spalle l'infelice passione per Maddalena Fumaroli, la ragazza che non aveva potuto sposare per l'opposizione del padre, contrario al matrimonio con un musicista.
Sia Il pirata (1827) che La straniera (1829) ottennero alla Scala un clamoroso successo: la stampa milanese riconosceva in Bellini l'unico operista italiano in grado di contrapporre a Gioachino Rossini uno stile personale, basato su una maggiore aderenza della musica al dramma e sul primato del canto espressivo rispetto al canto fiorito.
Meno fortuna ebbe nel 1829 Zaira, rappresentata a Parma. Lo stile di Bellini mal si adattava ai gusti del pubblico di provincia, più tradizionalista. Delle cinque opere successive, le più riuscite sono non a caso quelle scritte per il pubblico di Milano (La sonnambula, e Norma, entrambe andate in scena nel 1831) e Parigi (I puritani - 1835). In questo periodo compose anche due opere per il Teatro La Fenice di Venezia: I Capuleti e i Montecchi (1830), per i quali adattò parte della musica scritta per Zaira, e la sfortunata Beatrice di Tenda (1833).
La svolta decisiva nella carriera e nell'arte del musicista catanese coincise con la sua partenza dall'Italia alla volta di Parigi. Qui Bellini entrò in contatto con alcuni dei più grandi compositori d'Europa, tra cui Frédéric Chopin, e il suo linguaggio musicale si arricchì di colori e soluzioni nuove, pur conservando intatta l'ispirazione melodica di sempre. Oltre ai Puritani, scritti in italiano per il Théâtre-Italien, a Parigi Bellini compose numerose romanze da camera di grande interesse, alcune delle quali in francese, dimostrandosi pronto a comporre un'opera in francese per il Teatro dell'Opéra di Parigi. Ma la sua carriera e la sua vita furono stroncate a meno di 34 anni da un'infezione intestinale probabilmente contratta all'inizio del 1830.
Bellini fu sepolto nel cimitero Père Lachaise, dove rimase per oltre 40 anni, vicino a Chopin e a Cherubini. Nel 1876 la salma fu traslata nel Duomo di Catania. La tomba fu realizzata dallo scultore Giovanni Battista Tassara, mentre il monumento cittadino fu opera di Giulio Monteverde.
Di Bellini ascoltiamo dall'opera "NORMA" (cui io sono particolarmente legato) "casta diva" nell'interpretazione di Maria Callas in un recital tenuto a Parigi nel 1958.
Qualcosa debbo dire della Callas.
Ci sono soprani brave, bravissime e fuoriclasse ..... ma poi ce n'è una ... una sola che è DIVINA e si chiama Maria Callas . Non c'è altro da dire sulla Callas che DIVINA .... DIVINA, DIVINA DIVINA DIVINA !!!!!!!