Apprezzo moltissimo Gaspare Traversi. Si deve al Grande Maestro infatti, l'adozione della tecnica del traverso spagnolo per gli oli su tela, un pittore che definirei da meditazione.
Impressionante
Apprezzo moltissimo Gaspare Traversi. Si deve al Grande Maestro infatti, l'adozione della tecnica del traverso spagnolo per gli oli su tela, un pittore che definirei da meditazione.
Impressionante
La "villanella alla napoletana", genere misto popolare/colto molto in voga nel Cinquecento, fu antenata della canzone napoletana. Questa lunga registrazione, nella bellissima interpretazione della cantante Renata Fusco, presenta molte villanelle di diversi autori cinquecenteschi: Leonardo Dell'arpa, Giovanni Leonardo Primavera, Giacomo Gorzanis, diverse di autori anonimi, e anche di compositori franco-fiamminghi che adottarono questo genere della villanella italiana, come Roland de Lassus (Orlando di Lasso), Adrian Willaert e Hubert Waelrant.
Bellissima questa sezione, complimenti davvero!
Nel merito mi permetto di suggerire "Tracce per una storia delle arti duosiciliane", libro già citato da un altro utente nella sezione "Grandi artisti e scienziati meridionali", che offre un possibile lineamento storiografico per collocare i fenomeni artistici meridionali in un'ottica più organica.
Spesso infatti i fatti artistici (arti visive, musica, teatro, etc) sono presi individualmente, quasi entità monadiche, quando invece rientrano in uno scenario strutturato, propriamente meridionale, che secondo me restituisce meglio la loro grandezza visionaria, tal volta, antesignana di movimenti internazionali -più noti- che hanno attinto a piene mani dalle anticipazioni meridionali.
Io cito sempre Salvator Rosa, artista del '600 (che ho scelto come nikname) preso a riferimento dai pittori romantici, specialmente inglesi. O anche l'Opera Buffa che deve la sua notorietà al fatto che gli illuministi francesi la preferirono alle trite opere auliche a tema mitologico, in quanto il valore musicale che esprimevano coniugato con tematiche popolari rappresentava un binomio che si attagliava bene all'idea di cultura diffusa.
O, ancora, il cinema napoletano che precede l'industria torinese e quella romana, che vanta la prima regista donna italiana, e che fu un settore artistico osteggiato e distrutto dalla politica antimeridionale e milanesizzante dell'apparato culturale del Ventennio.
Insomma, credo sia sempre utile capire i fenomeni artistici in relazione all'ambiente e alle espressioni artistiche altrui, per fare un bilancio del loro reale valore.
Con vivo apprezzamento
S.R.
Eccolo qua, sarebbe questo.
Non è il tuo caso, amico largodipalazzo, ma molti tirano in ballo la Costituzione solamente quando gli fa comodo, primi fra tutti, gli alti parassiti di Stato da Nord a Sud.
Io credo che Dignità e Libertà siano valori ben più alti di una Costituzione interpretata ad uso o interesse di parte.
Costituzione della Repubblica Italiana
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
La Repubblica ha rimosso gli ostacoli di ordine economico e sociale nei confronti dei meridionali, costretti ancora a emigrare come nel 1860?
Vero è che è compito dei meridionali rimboccarsi le maniche, ma è anche vero che le istituzioni non dovrebbero neanche remare contro la buona volontà dei meridionali di risollevarsi raccogliendo, finalmente, i frutti del proprio lavoro.
Le squallide trasmissioni della RAI di alterazione della sana immagine del Meridione sono un esempio di come quell'art. 3 della Costituzione viene disatteso (tutti i cittadini hanno pari dignità...) dalle istituzioni.
E allora ben venga una riproposizione storica delle 4 giornate di Napoli.
« Dopo Napoli la parola d'ordine dell'insurrezione finale acquistò un senso e un valore e fu allora la direttiva di marcia per la parte più audace della Resistenza italiana »
Consegna della regola francescana (1445 circa) - Museo di Capodimonte - Napoli -
E' un'opera attribuita all'artista partenopeo Colantonio, il quale si mostra già aggiornato alle novità dell'ambiente di corte aragonese, con una maggiore indole "fiamminghista", filtrata però questa volta dalla scuola iberica, come dimostrano il pavimento inerpicato in verticale, le fisionomie, le aureole traforate, le pieghe rigide e geometriche delle vesti.
Colantonio fu il protagonista dell'arte napoletana del primo Quattrocento, figura chiave della cosiddetta "Congiuntura Nord-Sud", cioè di quella particolare corrente di incontro e fusione tra modi fiamminghi e mediterranei che interessò parte del Mediterraneo occidentale e delle regioni del nord Italia, con epicentro proprio a Napoli.
Tra i suoi allievi, oltre all'Antonello, vi fu anche Angiolillo Arcuccio.
"L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
"Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
"O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch
"L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
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"L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
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