Il ministro della Salute Maurizio Sacconi nell’intervista pubblicata dal quotidiano dei vescovi “L’Avvenire” il 24 giugno scorso (la stessa intervista nella quale annunciava la blindatura del Governo per quel che riguarda la legge sul testamento biologico-fine vita e l’indisponibilità a emendarla nei punti relativi all’idratazione e all’alimentazione), faceva sapere di aver firmato due decreti: il primo istituiva un osservatorio con il compito di monitorare l’applicazione della legge sulla cosiddetta procreazione assistita; l’altro prevede la costituzione di una commissione incaricata di fornire pareri etico-giuridici per redigere, probabilmente entro la fine dell’anno, le nuove linee guida, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha letteralmente demolito la legge 40.
Ieri è stata comunicata la composizione della Commissione che ha appunto il compito di affrontare le questioni di carattere giuridico, etico e scientifico relative alla conservazione degli embrioni nei centri di procreazione medicalmente assistita: presidente è il professor Francesco D’Agostino, già presidente del Comitato nazionale per la bioetica e dell’Unione Giuristi Cattolici, membro della Pontificia Accademia per la vita, ed editorialista di “Avvenire”. Una garanzia, insomma.
Gli altri membri sono: il professor Bruno Dalla Piccola, presidente dell’Associazione Scienza e Vita; la professoressa Assuntina Morresi, consulente del sottosegretario Eugenia Roccella; il professor Alberto Gambino, teodem, tra gli ispiratori della campagna ruiniana per l’astensione al referendum sulla legge 40; il professor Angelo Vescovi, altro protagonista della campagna astensionistica al referendum, da sempre sostenitore che la ricerca sulle cellule staminali embrionali sia una perdita di tempo; il professor Enrico Garaci, già candidato di “Comunione e Liberazione” alla poltrona di sindaco di Roma. Gli unici laici presenti nella Commissione sono i professori Carlo Alberto Redi e Amedeo Santosuosso; avranno di che sudare, per non essere solo delle foglie di fico, buona fortuna.
Se le idee camminano sulle gambe delle persone, si è facili profeti nel pronosticare che sarà una lunga, penosa, marcia del gambero. Il ministero della Salute si conferma un avamposto di Città del Vaticano, e oggi si è fatto un altro, significativo passo verso lo Stato etico.
Contemporaneamente alla Camera dei Deputati veniva approvata una mozione ispirata dall’UDC che dice NO all’aborto come metodo contraccettivo (come se ci fosse qualcuno disposto a sostenere il contrario). La mozione UDC, su cui la maggioranza ha fatto convergere i suoi voti, però non dice una parola sull’unico metodo per scongiurare gli aborti: contraccezione e informazione, come invece si sostiene nella mozione radicale che non è stata approvata.
C’è poi un’altra questione, frettolosamente archiviata, quella sollevata dalle dottoresse Cattaneo, Cerbai e Garagna. Una questione su cui è necessario fare il massimo di chiarezza. Perché i casi sono due: o il sottosegretario Fazio dice il falso, oppure a dirlo è il rappresentante della regione Toscana Enrico Rossi.
Una cosa è certa: le cellule staminali embrionali umane sono state escluse dal bando di finanziamento nel campo della biologia delle cellule staminali. Il sottosegretario Fazio sostiene che l’esclusione si deve alle pressioni esercitate dalle Regioni; il rappresentante della regione Toscana lo esclude. La dottoressa Cerbai inoltre adombra un sospetto grave: che tutto ciò sia “frutto di compromessi avvenuti ad alto livello politico”. Quali compromessi e quale alto livello politico sarebbe opportuno saperlo. Sulla vicenda i parlamentari radicali hanno presentato interrogazioni, sarebbe auspicabile una risposta in tempi rapidi.
Si chiede, tra l’altro, di smentire nel modo più esauriente il sospetto adombrato dalla dottoressa Cerbai, e autorevolmente ripreso dalla rivista “Nature”, sui “compromessi avvenuti ad alto livello politico”; e come si spieghi che una commissione ministeriale abbia inizialmente stilato un bando per i finanziamenti alla ricerca sulle staminali, senza divieti relativi a particolari filoni, e nella stesura finale del testo questi finanziamenti risultano esclusi; chi abbia aggiunto la frase che esclude dai finanziamenti le cellule staminali embrionali; a che titolo, e per quale ragione, lo abbia fatto; chi sia stato informato preventivamente, o successivamente, di detta iniziativa, e perché se ne sia dato l’assenso.
Non si tratta di questioni peregrine o astratte. Purtroppo è l’ennesimo episodio che dimostra come l’Italia sia governata da una “filosofia” retrograda e medioevale, che in nome di un’ideologia mortifica e punisce la libertà di ricerca.
C’è infine l’accelerazione che il governo ha voluto imprimere all’iter parlamentare della legge sul testamento biologico. Anche qui, ad anticipare la cosa è stato il ministro Sacconi con la già citata intervista ad “Avvenire”; a denunciare la manovra sono stati i radicali, e sono da qualche giorno ci si è accorti della cosa: un vero e proprio baratto, tentato da Silvio Berlusconi per farsi perdonare le sue storie con escort e affini; e con il Vaticano che sta alzando il prezzo del perdono: per ora l’auspicata visita a papa Ratzinger non si farà, evidentemente troppo pochi i doni recati. Ma si può esser certi che Berlusconi farà di tutto per risultare gradito alle gerarchie. La fantasia non gli manca davvero.