probabilmente L'Italia sarebbe riuscita a mantenersi neutrale e a creare un blocco di paesi neutrali potente (Ungheria, Romania, Jugoslavia, Bulgaria, Grecia oltre alla Turchia), se poi si fosse limitata a mandare un corpo di spedizione in Russia senza dichiararle guerra (come fece la Spagna) non credo che Hitler avrebbe invaso l'Italia, ma ammettiamo che l'avesse invasa cio' sarebbe avvenuto nel 1942, quando ormai le sorti della guerra erano compromesse e la Russia infliggeva colpi micidiali alla Germania
Quindi per me anche a costo di rischiare un'invasione tedesca, bisognava salvare il il paese e le fragilissime colonie
Solo cosi' ci sarebbe stata la dissociazione della parola nazifascismo, avremmo avuto un nazismo cattivo e un fascismo buono, forse avremmo avuto forme di clerico-fascismo un Europa orientale e la Russia non si sarebbe spinta fino a Budapest e a Vienna
In ogni caso il corporativismo avrebbe avuto il futuro che si meritava, cosa che invece ora non è visto che tutti l'associano col "bieco" fascismo
Ultima modifica di FrancoAntonio; 29-09-12 alle 11:41
anche se l'Italia avesse mantenuto l'amicizia e l'asse? Anche se avesse garantito alla Germania la tranquillità di Ungheria, Jugoslavia e Grecia, oltre che del Mediterraneo? Anche se l'Italia avesse mandato un corpo di spedizione di volontari in Russia? Non credo proprio...
Ecco, è quel che mi domandavo anch'io...
Secondo me (no, non sono uno specialista della questione), la spiegazione vera all'entrata in guerra non era la paura di un invasione, ma la voglia di essere questa volta - e al contrario della vergognosa vicenda di fine prima guerra mondiale - tra i vincitori, cioè poter condividere la torta con la Germania.
Tutti gli impiegati del mondo hanno immaginato queste cose e le hanno sconfessate e adesso sono gli impiegati.
Pavese
pero' se calcoli che in quel tempo chi comandava era uno solo cioè Mussolini, vuol dire che mettersi in mano a un dittatore che ormai ha perso il senso della realtà, delle misure e dei rischi immensi che fa correre al suo popolo non ci resta che concludere che fu un'aambzione e mania di gloria di un suolo uomo, adulato fin che vogliamo ma di un uomo solo
Ma non è così e su tu avessi approfondito la politica estera dl Nazionalsocialismo e del Fascismo in quel periodo, avresti scoperto che la vicinanza tra la Germania e l'Italia era molto fragile, almeno fino alla firma del Patto di Acciaio.
Dopo il Patto intervennero fattori diversi, ma da un attento studio dei documenbti si evince un forte instabilità e una prudenza congenita nel trattare con l'alleato, nello specifico consiglio la lettura del Volume 05 Lo Stato totalitario, MUSSOLINI E IL FASCISMO, Renzo De Felice, soprattutto gli ultimi capitoli che trattano la politica estera fascista fino all'entrata in guerra.
Di quali altri teatri operativi parli?
I timori del regime si concentravano soprattutto nel momento in cui la Germania avesse liquidato la partita con la Francia e con l'Inghiletrra sul continente, infatti anche per questo motivo, oltre gli altri più noti, fece decidere al Duce di dichiarare guerra alla Francia a poche settimane dalla fine di questa ultima.
Xander, mi duole molto ma i ragionamenti deduttivi non aiutano in storia, o studi oppure rischi di scrivere delle amenità personali.
Lo studio delle carte conferma quanto ho scritto e se avrò del tempo per cercare su alcuni testi che uso di rado, potrò fornire prove dirette dell'atteggiamento tedesco, sui timori della diplomazia e del regime non ci snon dubbi.
Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti.
Eraclito
VUOI SAPERE COS'E' L'ANTIFASCISMO? E' non avere cura del Creato, disboscando, inquinando, cementificando tutto nel nome dello Sviluppo.
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La questione dell'entrata in guerra un tantinello più complessa e la riduzione ad una sola motivazione, pergiunta, presente ma del tutto relativa nel contesto globale dimostra che ci si deve applicare molto di più.
Infine, l'Italia a Versailles fu tra i vincitori, il problema semmai fu il trattamento che i nostri alleati ci riservarono e soprattutto il perchè ci riservarono quel tipo di trattamento.
Ora, approfondire, richiederebbe verament un impegno non indifferente, quello che posso affermare senza onbra di dubbio è che la discesa in guerra tardiva dell'Italia non avvenne per un singolo motivo ma per tutta una serie di cause ed effetti, tra le quali sicuramente quello che citi tu, sicuramente quello che cito io, ai quali sono affiancati e in posizione predominante almeno altri tre motivi, uno di ordine economico, uno di ordine diplomatico e uno di ordine sociale.
Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti.
Eraclito
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