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    Film blasfemo: opera dei servizi segreti israeliani?


    di Aldo Giannuli - Michele Marelli - 21/09/2012

    Fonte: affaritaliani.libero.it.




    Nella misteriosa vicenda che riguarda il film blasfemo sul Profeta Maometto, le cose che non tornano sono parecchie. La sensazione che si sia cercato di provocare una reazione a tutti i costi è forte…
    Camilleri definirebbe l’autore di questo film ‘mastro d’opra fina’. Come prodotto artistico è una schifezza irripetibile, ma come operazione di guerra psicologica è assolutamente impeccabile, da manuale direi.

    Stando alla versione ufficiale, dietro a questo film ci sarebbero unicamente tre copti di origine egiziana – Nakoula Basseley Nakoula, Nasrallah Abdelmasih e Morris Sadek. Le sembra un’ipotesi credibile?
    Non diciamo cazzate. Per com’è stata concepita e per la raffinatissima sensibilità psicologica dimostrata, si tratta quasi certamente di un’operazione da Servizi Segreti. Quei tre cretini dovrebbero innanzitutto spiegare dove hanno trovato i soldi per fare questo film; ma, in ogni caso, se io – insieme a dieci amici – trovassi dei soldi per girare un cortometraggio con l’obiettivo di prendere a pesci in faccia l’Islam, potrei pure metterlo su YouTube ma non è che automaticamente tutti se ne accorgerebbero. Se aspettassi il passaparola, forse in cinque anni… Se una cosa del genere scoppia in modo così repentino, significa che qualcuno, oltre ad averci messo dei soldi, ha organizzato alla perfezione il lancio del film via web proprio allo scopo di ottenere un’eco mediatica come quella che abbiamo visto.

    Pare che il film fosse in rete già dallo scorso giugno e che solo con la comparsa – circa due settimane fa – di una versione sottotitolata in arabo si sia giunti allo scoppio, decisamente repentino, di questa crisi. Strano, se si pensa che in Paesi come la Libia e lo Yemen l’alfabetizzazione si attesta intorno al 50%…
    Cerchiamo di capire, innanzitutto, chi ci guadagna. Non può non colpire la coincidenza fra questa crisi e l’avvicinarsi della possibile azione militare israeliana contro l’Iran. Diciamo che la ‘minestra’ era preparata da un po’. Se è vero che il film era stato caricato su YouTube già lo scorso giugno, probabilmente questa cosa era ‘in viaggio’ già dalla scorsa primavera, se non addirittura da prima. Qualche tempo tecnico per preparare questa porcheria ci sarà pure voluto…

    Tra l’altro pare che questo misterioso produttore, Nakoula, si sia recato in Egitto alla ricerca di fondi. Sarà un caso, ma la presenza dei Servizi Segreti israeliani in Egitto è un fatto assodato…
    Si può dire che lì stiano di casa… L’interesse è chiaramente di chi auspica una frattura fra il Mondo islamico e l’Occidente. È per questo che mi viene da pensare più agli israeliani che agli americani. Questi ultimi puntano, semmai, più a una rottura fra l’Iran e il Mondo arabo, giocando – con l’appoggio dell’Arabia Saudita – sul crinale sunniti-sciiti. Qui invece l’operazione ha mirato a spostare la spaccatura sulla contrapposizione Occidente-Islam: l’intento è inequivocabilmente quello di impedire un ponte col mondo islamico. Per quanto possa sembrare paradossale, gli israeliani sono più interessati a un Medio Oriente fondamentalista che non a un Medio Oriente che evolva verso forme di democrazia più o meno simili a quelle occidentali. In un Medio Oriente tendenzialmente filo-occidentale, democratizzato e secolarizzato, infatti, Israele perderebbe gran parte della sua ragione d’essere.

    Quando parla di un coinvolgimento israeliano in questa vicenda, a chi si riferisce?
    Parlare di Israele in toto sarebbe un errore. Ho in mente alcuni circoli di destra che, per esempio, non vogliono saperne di alcun processo di distensione coi palestinesi e che premono per un’operazione in Iran. Consideriamo poi un altro fatto: la destra israeliana non ama Obama. Non le sembra strano che questa crisi in Nordafrica e in Medio Oriente sia scoppiata a poco più di un mese dalle Presidenziali americane? Di colpo Obama si è trovato tra le mani, oltre a un Ambasciatore ucciso in un modo a dir poco atroce, una situazione delicatissima: se non reagisce trasmette un’immagine di debolezza, ma può forse reagire bombardando a cuor leggero le città di un Paese che lui stesso ha contribuito a liberare da una dittatura?

    Eppure, stando ai primi sondaggi, sembra che Romney non abbia guadagnato terreno su Obama in questa fase. Anzi, sembra che ci stia addirittura rimettendo…
    Romney ci sta rimettendo perché è un inetto. Però, obiettivamente, lo ‘scherzo’ a Obama non è stato carino…

    In questa operazione, secondo lei, quali altri attori potrebbero essere in gioco?
    Io non escluderei l’ipotesi di una ‘manina’ americana riconducibile a quei settori legati ai petrolieri. L’idea che abbiano dato una mano o che siano essi stessi i ‘committenti’ non è campata per aria. Non vedo, viceversa, la possibilità di coinvolgimenti di altri Servizi Segreti. Nessun Servizio europeo, in un momento di crisi come questo, si prenderebbe la briga di far scoppiare un simile caos. I cinesi? Che interesse vuole che abbiano… I russi? Quelli hanno già tanti problemi coi ceceni e la creazione del nemico americano è roba da URSS, non da Russia di Putin… Gli iraniani…?

    Trova così improbabile l’ipotesi di un coinvolgimento dei Servizi Segreti iraniani? In effetti, questa crisi sembra aver ricompattato l’opinione pubblica musulmana contro il comune nemico americano, indipendentemente dalle divisioni fra sunniti e sciiti…
    Sì, è vero. Ma un’operazione simile, a tre settimane da un possibile attacco israeliano in Iran, non avrebbe alcun senso. Il tempismo fa pensare agli israeliani, non agli iraniani.

    Ha in mente altre possibili ‘regie’?
    Si potrebbe anche pensare a un’operazione dei Fratelli Musulmani egiziani organizzata per mettere in crisi l’Esercito e per mobilitare le masse verso un fondamentalismo religioso lontano da uno sbocco di tipo democratico-occidentale. Ma è un’ipotesi poco probabile…

    La ‘pista egiziana’ non la convince?
    Non è una pista campata per aria, intendiamoci. Tuttavia, i Servizi Segreti egiziani – i cosiddetti Mukhabarat – sono roba seria e, a quanto ne so io, sono controllati dall’Esercito. Se i Fratelli Musulmani si fossero mossi in questo senso (e dubito che siano così ‘raffinati’), i Mukhabarat l’avrebbero scoperto e, a quel punto, l’obiettivo dell’operazione sarebbe stato chiarissimo. Il piano, le garantisco, non sarebbe andato in porto.

    Un gioco di sponda fra alcune frange dei Servizi Segreti americani e l’Intelligence israeliana legata alla destra, dunque?
    È sicuramente un’ipotesi molto più convincente.

    Quando parla di Servizi Segreti israeliani a chi allude?
    È sbagliato pensare necessariamente al Mossad. Esistono altri Servizi, come quello dell’Esercito, decisamente più ‘cattivelli’. A confronto, quelli del Mossad sono i ‘buoni’ (quant’è difficile usare quest’espressione…). È l’Esercito che in questa storia ha un interesse maggiore a mantenere una tensione permanente, in modo da restare un’istituzione intoccabile. Fino a quando permarrà una situazione d’emergenza, infatti, l’Esercito potrà fare ciò che vuole.

    Torniamo ai tre copti che avrebbero prodotto il film blasfemo su Maometto. È probabile che siano stati usati e che non abbiano la minima idea di chi siano in realtà le persone per cui stanno lavorando?
    Quando dico che il regista di questa operazione è ‘mastro d’opra fina’ penso anche alla scelta della ‘faccia’. Tra tutti i possibili ‘candidati’ chi si è deciso di usare per un’operazione di questo tipo? Tre copti. Così magari ci scappa pure un bel massacro dei cristiani in Egitto. Ulteriore motivo per poter dire: «Guardate i musulmani che carogne che sono»… Probabilmente si tratta di tre imbecilli reclutati per l’occasione. Qualcuno avrà detto loro: «Facciamo una cosa contro Maometto» e quelli ci sono cascati in pieno. Se si fosse voluto creare un caos simile in Turchia, a metterci la faccia sarebbero stati sicuramente tre armeni… Sotto questo punto di vista, ripeto, è stata un’operazione perfetta.

    Colpisce anche un altro fatto, tralasciato dai più. Si parla di rivolte in tutto il mondo islamico, eppure nella Penisola Arabica – ad eccezione dello Yemen – sembra che non stia succedendo niente. In Arabia Saudita, in Qatar, negli Emirati Arabi Uniti e in Oman nessuno si muove in difesa del Profeta…?
    Questo ha colpito anche me. Tuttavia, l’Arabia Saudita è un Paese poco popoloso, molto più controllato anche per ciò che riguarda Internet e colpito solo in misura ridottissima dalla Primavera Araba, mentre Qatar ed Emirati sono Paesi ad alto reddito. In più, non dimentichiamo che in quella zona ci sono le basi americane… Diciamo che le condizioni e gli interessi per tenere sotto controllo la cosa ci sono. È la dimostrazione di un fatto: se non si crea un ‘ponte’, la notizia non passa. A colpirmi è anche un altro fatto: a muoversi maggiormente sono stati, guarda caso, i Paesi colpiti dalla Primavera. L’impressione è che si tratti proprio di un’operazione mirata…




    * Aldo Giannuli è ricercatore di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano; consulente delle Procure di Milano (strage di piazza Fontana), Pavia, Brescia (strage di piazza della Loggia), Roma e Palermo, nonché della Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle Stragi (1994-2001); esperto di Servizi Segreti. Cura il blog AldoGiannuli.it.





    http://www.ariannaeditrice.it/artico...articolo=44145
    "Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza" (firma valida per tutte le stagioni)

  2. #2
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    Predefinito Re: Film blasfemo: opera dei servizi segreti israeliani?

    100% mossad.
    Altro che copti,
    ormai è chiaro chi voglia lo scontro
    di civiltà.

  3. #3
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    Predefinito Re: Film blasfemo: opera dei servizi segreti israeliani?

    Probabile, i sionisti hanno inventato lo scontro di civiltà e loro hanno interresse a tenerlo vivo in qualsiasi modo.
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    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  4. #4
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    Predefinito Re: Film blasfemo: opera dei servizi segreti israeliani?

    Citazione Originariamente Scritto da Kavalerists Visualizza Messaggio
    Probabile, i sionisti hanno inventato lo scontro di civiltà e loro hanno interresse a tenerlo vivo in qualsiasi modo.
    Vero,del resto è sufficiente farsi un giro nei loro siti,o vedere chi parla di scontro di civilità e eurabia..


  5. #5
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    Predefinito Re: Film blasfemo: opera dei servizi segreti israeliani?

    http://www.ariannaeditrice.it/artico...articolo=44172
    I giochi di influenza dietro “L’innocenza dei musulmani”
    di Thierry Meyssan - 26/09/2012

    Fonte: megachip [scheda fonte]








    Le reazioni internazionali al film di “Sam Bacile” risultano sempre più incomprensibili se le si prende di primo acchito, ignorando chi siano gli sponsor e quali i loro obiettivi. Questo modo di provocare lo scontro di civiltà è assai diverso dai precedenti.

    Non si tratta in questo caso di stigmatizzare l'Islam presso le popolazioni occidentali per suscitare odio contro i musulmani, ma di rivolgersi ai musulmani per insultarli e suscitare presso di loro un odio verso gli occidentali. Non è tanto una questione di “islamofobia”, quanto di “mazzate all’Islam”. L'obiettivo è provocare la collera dei musulmani e orientarla verso bersagli specifici: coloro che negli USA o fra i loro alleati vogliono interrompere il ciclo di guerre iniziate l’11 settembre 2001.

    Non sappiamo ancora se “L’innocenza dei musulmani” esista per intero. Per il momento, non conosciamo altro che 13 minuti di questo film, diventati offensivi nei confronti dell'Islam dopo che è stato modificato il sonoro. Caricato dapprima su YouTube, questo video non aveva avuto l'impatto previsto se non quando è stato trasmesso dalla televisione araba salafita Al-Nas. Dei gruppi salafiti hanno a quel punto reagito con violenza, ma invece di attaccare la loro televisione o i suoi finanziatori sauditi... se la sono presa con le rappresentanze diplomatiche statunitensi.

    Il Dipartimento di Stato era stato avvertito già dal 9 settembre - ossia due giorni prima della diffusione del film dalla televisione salafita – sul fatto che varie sue ambasciate sarebbero state attaccate il giorno 11. Tuttavia, questo allarme non è stato preso sul serio e il personale diplomatico non è stato informato del pericolo. Il Dipartimento di Stato si aspettava manifestazioni anti-americane che commemorassero gli attentati dell'11 settembre 2001, non il rilancio di questa logica.

    È ormai accertato che, dietro la folla di Bengasi, un commando era pronto ad attaccare il consolato, e poi ad attaccare la villa-rifugio destinata a servire da posizione di ripiego in caso di gravi problemi.

    L'obiettivo di questa operazione era l'ambasciatore degli Stati Uniti in Libia Chris Stevens. Questo specialista di affari medio-orientali presso il Dipartimento di Stato era conosciuto per le sue posizioni certamente di marca imperialista USA, ma anti-sioniste. Come confermato dal negoziatore palestinese Saeb Erekat, quando ha deplorato la morte di un diplomatico che ha fatto molto per capire e far intendere a Washington il punto di vista del popolo palestinese.

    Un secondo obiettivo doveva essere scelto per punire la Francia per essersi allineata alle posizioni degli Stati Uniti. Parigi rifiuta in effetti di lasciarsi trascinare in una guerra contro l'Iran e si rifiuta parimenti di impegnarsi un po’ di più nel pantano siriano. A tal fine, una nuova provocazione è stata ordita utilizzando una rivista satirica che trasmette da anni il punto di vista neoconservatore nell’ambito della sinistra francese. Anticipando le conseguenze, la Francia ha immediatamente interrotto il funzionamento di una ventina delle sue ambasciate e ha dispiegato un sistema di sicurezza rafforzato.

    Nel suo paese, il governo francese si è presentato come garante della libertà di espressione. A questo titolo, difende il diritto degli oppositori dell'Islam alla caricatura blasfema. Tuttavia, contraddicendo se stesso, lo stesso governo ha annunciato il divieto di qualsiasi manifestazione ostile al film o al giornale negando così la libertà di espressione dei difensori dell'Islam.

    Tuttavia, secondo la tradizione francese, la libertà di espressione è intesa come un prerequisito della democrazia. Essa si accompagna quindi al divieto di insulto e diffamazione che vanno a perturbare il dibattito democratico. Orbene, la caratteristica principale de “L’innocenza” è che non riporta alcun fatto storico e non presenta alcuna critica nei confronti dell'Islam. Si compone esclusivamente di scene ingiuriose. E l’insulto non è un diritto umano.

    Torniamo sul piano geopolitico. “L’innocenza dei musulmani” ricorda l’operazione condotta intorno ai “Versetti satanici”. Era il 1988, l'Iran aveva appena trionfato da solo sull’Iraq, massicciamente sostenuto dall'Occidente. In pochi anni, l'Imam Khomeini aveva trasformato un popolo colonizzato in una nazione di guerrieri. Traeva dalla sua religione la forza che gli ha consentito di trasformare il suo paese e vincere. Per spaccare questa pericolosa Rivoluzione islamica, l’MI6 aveva commissionato un libro allo scrittore britannico Salman Rushdie. Ruhollah Khomeini emise immediatamente un decreto religioso che lo condannava a morte. La campagna si fermò all'istante e la condanna, sebbene mantenuta, non fu eseguita.

    Questa volta, Teheran avrebbe avuto da reagire con la stessa velocità. Ma era in trappola: nel condannare il film, avrebbe fatto il gioco di coloro che stanno spingendo affinché Washington entri in guerra contro l'Iran. La soluzione tattica risiede nel coinvolgimento di nuovi soggetti. In un primo momento, l'Ayatollah Ali Khamenei ha condannato il film ricordando che il nemico è il sionismo. Poi, in un secondo tempo, Hassan Nasrallah, il segretario generale di Hezbollah, ha preso posizione per prendere la testa del movimento. A Beirut, in un discorso incandescente davanti a una folla a sua volta galvanizzata, ha messo di fronte alle proprie responsabilità coloro che diffondono questi insulti . L’ingresso nella tenzone di Hezbollah cambia profondamente le carte in tavola. Si passa dagli eccessi operati da fazioni salafite disordinate, facilmente manipolate da Israele, a un avvertimento pronunciato da una grande organizzazione strutturata, che dispone di cellule poste in ordine di combattimento in numerosi paesi. Questa volta è Tel Aviv ad essere in trappola: ha perso il controllo del movimento di protesta che può in ogni momento rivoltarsi contro.

    A sua volta, per cavarsi d’impiccio, l'amministrazione Obama ha moltiplicato le dichiarazioni rasserenanti indirizzate ai musulmani. Ma, con una totale mancanza di solidarietà, ha anche condannato le contraddizioni francesi sperando di deviare così verso Parigi il fulmine che la colpisce.

    In ogni caso, Benjamin Netanyahu non allenta la pressione. Ha intimato a Barack Obama di tracciare una linea rossa davanti alle ambizioni nucleari militari che attribuisce agli iraniani, e di entrare in guerra non appena riterrà che la stiano oltrepassando.






    Thierry Meyssan, 23 settembre 2012.




    Traduzione a cura di Matzu Yagi.
    Ultima modifica di Avanguardia; 26-09-12 alle 19:30

 

 

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