Cominciamo a fare una premessa, l'Italia, ma anche l'Europa in genere ha un'età media avanzata, e a me a 42 anni (anche se sembro un 30enne) mi danno del giovane.
La politica si adatta al maggior consenso, e quindi agli interessi della maggioranza "anziana", fatta di professori universitari 60enni, di baby pensionati eterni che hanno smesso di lavorare 30 anni fa quando ne avevano 50 ma votano ancora, di generali, colonnelli, marescialli in pensione o no che vivono come pascià, di notai a numero chiuso, ecc..ecc.ecc...
Non sto dando la colpa ai 68ini con i capelli lunghi, ma io parlo di una situazione economica reale.
Con una pressione fiscale del 60%, una legislazione elefantiaca, e l'energia più cara d'Europa e pochissimo investimento in ricerca nessuno investe in Italia,
Ber. C. e F. sono votati dai cittadini.A me sembra che l'assoluta ignavia delle nuove generazioni sia la causa principale dell'attuale situazione italiana. Giovani che non hanno avuto voglia di interessarsi di politica, di partecipare, di litigare e di farsi l'Italia come piaceva a loro. I giovani hanno demandato agli altri, e gli altri erano Casini, Berlusconi e Fini, insieme ad altre centinaia di vecchie cariatidi abbarbicate agli scranni del parlamento come cozze allo scoglio. E quella gente ha capito di avere in mano l'autonmia per fare quello che a loro piaceva, come un sistema di governo e di sperpero di danaro pubblico, e di indebitamento dell'Italia, per favorire le loro banche, le loro axiende e le loro multinazionali.
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Le Banche le combatti con la libera concorrenza, aprendo ai mercati europei, però se lo stato è indebitato al 130% del PIL non puoi dare la colpa alle banche, semmai a tre generazioni di politici.
Non è facile la situazione, sono cambiete molte cose rispetto al 68.Ed i giovani moderni stavano li a guardare, a non interessarsi della politica che è una cosa sporca, a girovagare con motorino, ad aspettare il venerdi sera per prendere la macchinina di papa' e andare a "sballarsi".... e intanto i furbi (sempre gli stessi di cui sopra) preparavano l'Euro, poi l'europa, poi la crisi, poi l'attacco alle conquiste salariali degli anni precedenti, poi la cancellazione graduale delle tutele di chi lavora.
E se qualcuno protestava... embè.. era un vecchio comunista sessantottino che ormai ha fatto il suo tempo. Ora ci sono i giovani, cioè la Fornero, Monti e Casini.
Quindi se questo sta' bene a voi disoccupati o sottoccupati o sfruttati o minacciati o precari, a me sta meglio ancora, che posso andare via dall'Italia come e quando mi pare, non ho bisogno dell'articolo 18, non ho bisogno della pensione e non me ne importa niente dello sfascio che fecero i sessantottini.:hihi:
Prima del 68 c'era ancora una società autoritaria, dove un gruppo di ragazze non poteva manco uscire la sera tardi se non accompagnate,
Eravamo un paese più povero ma in crescita, oggi siamo più ricchi ma in regresso, l'economia era diversa, le industrie italiane esportavano all'estero, la FIAT non aveva ancora la concorrenza dei giapponesi, poi sono arrivati i coreani e oggi si parla persino di Cina, India, o Romania.
Eravamo anche un paese più giovane, un po' come la Turchia o l'Egitto o l'Iran oggi, in crescita demografica, che sposava a 20 anni e faceva anche 3 o 4 figli.
Leggere la situazione è molto difficile. non si possono copiare i parametri, se non si fa archeologia.