Il consiglio comunale di Sarzana conferma la cittadinanza a Kim Il Sung, defunto despota comunista della Corea del Nord


Va be’ che,come diceva il buon Giovanni Giolitti, «un sigaro e una croce di cavaliere non si negano a nessuno».
Ma Sarzana, la rossa - rimasta, nella stra*grande maggioranza, comunista dura, pura e incrol*labile anche dopo il crollo del Muro di Berlino e dell’ideologia ridotta alla berlina - , Sarzana, dunque, è an*data ancora più in là. Arrivando al punto di conferire e poi di confer*mare, la settimana scorsa, la citta*dinanza onoraria all’ex dittatore coreano Kim Il Sung. Come dire: l’uomo politico-un po’ azzardato definirlo statista - che, al vertice del partito comunista e della Co*rea del Nord fra la metà degli anni ’40 e il 1994, data della morte, si è guadagnatol’8˚postonellaclassi*ficadeidespotipiùsa nguinaridel-la Storia. Un 8˚ posto meritatissi*mo, dal punto di vista dell’elimina*zione fisica, con strategia scientifi*ca, di almeno 1 milione e 600mila persone colpevoli di non pensarla come lui. Tutte persone finite nel*le putride galere coreane e infine uccise o lasciate morire di stenti, per aver chiesto di non essere sfruttate, umiliate, affamate dal potere assoluto del «Grande Lea*der » che vantava pure capacità so*prannaturali. Si tratta di quello stesso Kim Il Sung che, nel frattem*po, viveva, lui, i familiari e la stret*ta cerchia di dignitari ruffiani e ge*nuflessi, nel lusso più sfrenato, e pretendeva di rivaleggiare con le grandi potenze, tenendo i confra*telli della Corea del Sud e il resto del mondo sotto la minaccia di una guerra. È a questo bel personaggio che, la sera del 12 novembre 1981, una ventina di consiglieri comunali di Sarzana, di vari gruppi politici, Pci,Psi,Dc e indipendenti,decise*ro di attribuire la cittadinanza onoraria, «in segno di fratellanza e amicizia tra la nostra città e il po*polo coreano». Carta canta, nel senso del verbale della seduta in cui si leggono i nomi del sindaco Francesco Baudone e degli altri membri dell’assemblea favorevo*li (fra cui gli allora giovani e ram*panti Renzo Guccinelli e Lorenzo Forcieri, destinati a brillanti car*riere, i quali - ne siamo certi - non mancheranno ora di prendere le distanze da quel macroscopico peccato di gioventù, imposto dal*la fed*e cieca e assoluta nel centrali*smo democratico). Passano gli an*ni, 31 per la precisione, ma per Sar*zana- la-rossa è come se fossimo ancora ai tempi del «Piccolo Pa*dre »Stalin o del«Grande Timonie*re » Mao. Si dà il caso che un consi*gli*ere del Pdl nel parlamentino lo*cale, Andrea Camaiora, che già aveva sollevato la questione nel 2006,ora torni alla carica:«Cancel*liamo questa brutta pagina di sto*ria cittadina, togliamo la cittadi*nanza a Kim Il Sung ». La proposta è spalleggiata dal collega Carlo Rampi e pure dal leghista Sparta*co Bagnone. Apriti cielo! Il presi*dente del co*nsiglio comunale Pao*lo Mione si oppone con una moti*vazione degna delle migliori acro*bazie dialettiche: «È una pagina di*menticata, caduta nell’oblìo». In*somma, non se ne parla proprio. Si va alla conta, che con i voti del Pd e del dipietrista Massimo For*cieri (astenuti Sel e Udc) confer*ma la gratificazione al dittatore, al «Grande Leader», al taumaturgo, al guaritore, al divino Kim Il Sung, e chi più ne ha più ne metta. Va a finire che dobbiamo dar ragione a chi dice: il comunismo è morto, ma i comunisti sopravvivono. E continuano- da veri comunisti- a non capire niente della Storia.

Se lo spietato dittatore coreano resta «sarzanese ad honorem» - IlGiornale.it