L'Italia e le tasse.
Archeo-finanza: L'Italia e le tasse.
Già a giungo di quest'anno , commentando le parole del governatore di Banca D'Italia , osservavamo come la principale istituzione economica del paese avesse posto ben chiaro il problema principale che ostacola la crescita economica in Italia , ovvero la pressione fiscale troppo elevata Archeo-finanza: Relazione Bankitalia.
Ieri , il vicedirettore di Bankitalia Salvatore Rossi in audizione alla camera ribadisce il concetto : Bankitalia: troppe tasse non compatibili con la crescita - Il Sole 24 ORE
Leggiamo quanto riporta ilsole24ore :" La pressione fiscale non è sostenibile nel lungo periodo e «non è compatibile con una crescita economica che non sia il mezzo punto l'anno» di Pil " . Per ribadire il concetto , rispondendo alla domanda di un parlamentare il vicedirettore dice :" l'attuale pressione fiscale «non è sostenibile nel lungo periodo» e «non è compatibile» con un ritorno alla crescita sostenuta."
Nei giorni precedenti avevamo ipotizzato che se il tasso di crescita media annua tenuto dall'Italia negli ultimi 20 anni è stato dell'1% circa , gli inasprimenti fiscali operati dal governo Monti potrebbero averlo abbassato permanentemente verso lo 0.8-0.7% annuo .
Oggi Bankitalia , tramite le parole riportate sopra , ci da un dato in più , e se possibile ancora peggiore : il tasso di crescita potenziale annuo potrebbe essere sceso allo 0.5% . Ovviamente un simile tasso di crescita semplicemente non è crescita , ma stasi .
Ma , la cosa che sembra sfuggire ai più , è che questa stasi è , sic stantibus rebus , PERMANENTE.
Eh si , Bankitalia non ci sta dicendo : la pressione fiscale innalzata ha mandato in recessione l'economia per quest'anno e dall'anno prossimo si torna a crescere magari più forti e più sani di prima , come invece pensa ad esempio il ministro dell'economia Grilli Grilli: «Per crescita non c'è bacchetta magica. Per l'economia possibile ripresa dal 2013» - Il Sole 24 ORE
Non ci sta nemmeno dicendo che basta mettere una bella patrimoniale , quindi nuove tasse , e questo rilancerà l'economia .
Ovviamente non sta nemmeno dicendo che basta fare default ed uscire dall'euro che tutto si risolve .
No , Bankitalia è chiara : possiamo fare quello che vogliamo , ma con questo livello di pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese , quindi sui profitti , non si crescerà ne domani ne fra 10 anni .
Il perchè lo abbiamo visto e ripetuto abbondantemente : la crescita deriva dall'aumento della produttività , produttività che cresce per l'incorporazione nel processo produttivo e nel prodotto delle nuove tecnologie . L'incorporazione avviene unicamente attraverso gli investimenti e questi vengono fatti per uno scopo : il profitto . In Italia il profitto è tassato al 70% circa . Questo livello rende di fatto non profittevole il 90% degli investimenti , ovvero sostanzialmente , il livello di tasse in Italia rende non profittevole mediamente ne lavorare ne investire in Italia .
E come avevamo già visto questo vale anche se usciamo dall'euro ( e infatti se usciamo dall'euro la pressione fiscale rimane comunque ancorata al 70% ) Archeo-finanza: Fuori dall'euro , fuori dall'Italia .
Ora , le cose sono due :
1) Bankitalia ha torto . Si può benissimo crescere con tasse sui profitti al 70% . Potrebbe essere ( ma più avanti spiegheremo che è impossibile attraverso un case study storico ). C'è solo un problema : non esiste paese al mondo con tasse pari o superiori a noi che cresca economicamente . La Svezia infatti ha un corporate total tax rate ( la tassazione dei profitti ) al 54% , la Danimarca al 29% ( livello da paradiso fiscale , prendere nota ) , la Finlandia e la Norvegia al 41% circa .
Se qualcuno può pensare che tutto sommato il 54% svedese sia non distante dal 70% italiano dovrebbe prender semplicemente la calcolatrice e vedere che fatto 100 l'utile pre-tasse , in Italia diventa un utile netto di 30 , in Svezia di 45 . Fino a prova contraria 45 è il 50% superiore a 30 . Ciò vuol dire che a parità di tutto , quindi efficienza pubblica amministrazione , costi vari ( ad esempio energia , rifiuti , etc.) , preparazione lavoratori , etc.. , in Svezia si fanno profitti del 50% superiori all'Italia .
Se guardiamo quel "de facto" paradiso fiscale per i profitti delle imprese che è la Danimarca , la differenza è ancora più elevata , con un sostanziale raddoppio dei profitti rispetto all'Italia . (1)
2) Bankitalia ha ragione . Questo se possibile non è tanto la verità , ma è l'incubo nel quale siamo immersi . Infatti , per tornare a crescere in questo caso c'è un solo modo : tagliare la spesa pubblica . Tertium non datur . Ma a questo punto tutto il problema diventa semplicemente la risposta alla domanda : esiste qualcuno in Italia che abbia la volontà , i voti e il consenso necessario per tagliare la spesa pubblica e ridurre le tasse a partire dai profitti delle imprese ?
Temo la risposta sia profondamente negativa.
(1) Ovviamente i dati sul corporate total tax rate non li ho inventati , ma sono quelli pubblicati nel Doing Business a cura della World Bank : http://www.doingbusiness.org/~/media...FullReport.pdf