Santo Domingo - Esperanza era una ragazzina delle Repubblica Dominicana malata gravemente di leucemia. Anche se doveva essere urgentemente curata con la chemioterapia per potersi salvare, questa cura gli è stata preclusa da una legge che impedisce l’aborto. La 16enne infatti avrebbe rischiato di perdere il bambino se fosse stata curata, quindi il suo Paese ha scelto per lei: non è stata effettuata la chemioterapia ed Esperanza è morta (La storia di Esperanta).
Morta per assenza di cure - A nulla sono valse le preghiere della madre: a Santo Domingo l’aborto è assolutamente vietato, non importa se questo possa compromettere la vita di una persona, viene sempre prima il feto. Anche i medici non se la sono sentita ad iniziare il trattamento per paura delle eventuali conseguenze legali. Così la ragazza non ha potuto usufruire del trattamento che le avrebbe salvato la vita ed è morta per arresto cardiaco a causa di “complicazioni collegate alla sua malattia”.
Diritto inviolabile alla vita - La madre di Esperanza ora è disperata e non riesce a farsi una ragione per quello che è successo: “La vita di mia figlia veniva prima. So che aborto è un crimine e un peccato. Ma ora mi hanno uccisa, sono morta, morta. Non sono più nulla. Lei era la mia ragione di vita. Ora non vivo più. Rosa è morta. Fatelo sapere al mondo”. Sembrerebbe proprio che la Repubblica Dominicana, pur evitando un aborto, sia riuscita a violare allo stesso modo l’articolo della Costituzione approvato nel 2009 che definisce “il diritto alla vita come inviolabile dal concepimento alla morte naturale”.
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