Il principio coincide con l'esistenza di un prima distinto dal dopo.
Il principio coincide con l'esistenza di un prima distinto dal dopo.
Gioia e dolore hanno il confine incerto...
Quindi se non ci fosse mai stato un prima contraddistinto dalla statiticità propria di un sistema equilibrato, non si potrebbe neppure parlare del dopo, se non riferendosi ad un ipotetico futuro in cui il sistema possa in qualche modo trovare equilibrio e il movimento morire.
“In amore non essere un mendicante, sii un imperatore. Dà e resta semplicemente a vedere che cosa accade...”
Si io credo intimamente ad un prima rispetto al principio...e quindi ad un artefice del principio...e credo che questo prima sia fonte divina.
In "genesi e big bang" (che non consiglio) Gerald Schroeder fa notare che la prima lettera dell'inizio della Genesi, la beth (bisogna leggere da destra a sinistra) indica la non possibilità per l'uomo di conoscere il principio del principio: se si vede la foto, la beth è chiusa su tre lati...un inizio che non ha inizio.
Ma queste sono solo suggestioni.
Ultima modifica di RAYO; 09-10-12 alle 12:34
Gioia e dolore hanno il confine incerto...
E' proprio una condizione necessaria. In effetti mi sono espresso male, è più corretto parlare di livelli di energia. Ogni sistema fisico tende ad una configurazione meno energetica perchè più stabile.
Ad esempio nel decadimento, gli atomi tendono a raggiungere la configurazione del ferro perchè è la meno energetica, cioè hai bisogno di più energia per romperla e quindi è la più stabile.
Si potrebbe dire che in un sistema, il fine del movimento dei suoi "enti" (particelle o quello che vuoi) è il raggiungimento dell'equilibrio, quindi ciò che causa il movimento è la differenza di energia tra enti dello stesso sistema o in altre parole l'instabilità dello stesso.
Io non mi sento italiano,
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
c'è un "in altre parole" di troppo; la differenza di energia tra le parti di un sistema non implica instabilità dello stesso sistema. qualcosa è instabile quando una piccola perturbazione è sufficiente per fargli cambiare punto di equilibrio (ovvero perdere l'equilibrio che ha, ammesso che qualcosa nella realtà possa oscillare o tendere all'infinito). quindi un conto è dire che la causa del movimento è la differenza di energia tra le parti di un sistema, altro conto è dire che la causa del movimento sono i picchi di potenziale. la seconda affermazione non è vera, ti sei accorto che è condizione necessaria ma non sufficiente (non può essere causa prima). la prima affermazione è interessante ma deve fare i conti col suo fine. esclusi i casi della "caduta libera" perpetua e dell'oscillazione infinita, l'assenza di antagonisti per le forze equilibranti destina il sistema alla quiete. una realtà siffatta si ferma e pertanto, come già detto, è un automa apparente. non può essere principio del moto perché il principio del moto ha in sé il moto e non incorre nell'esaurimento del medesimo. inoltre, l'assenza di antagonisti per le forze equilibranti implica una condizione iniziale di squilibrio, che equivale ad un apporto (magari energetico) e ciò rafforza l'idea dell'automa apparente. ci sono quindi due buone ragioni perché il gioco dell'equilibrio non sia il principio del moto.
gene normanno
in analogia con la dimostrazione tomista, diciamo che:
1. tutto ciò che causa movimento lo fa muovendosi
2. tutto ciò che si muove è mosso da qualcosa
seguendo 1 e 2 ci imbarchiamo in una serie infinita a ritroso, che il matematico direbbe non convergente. dobbiamo quindi aggiungere qualcosa al modello, che consenta la convergenza o meglio lo "stop" dell'andare a ritroso. si tratta di un'eccezione di 1, oppure di 2, oppure di 1 e 2. la classica via tomista propone la rottura di 1, nel senso che ad un certo punto si incontra qualcosa che causa movimento, ma senza muoversi (rottura con 1). tal cosa, non muovendosi, non abbisogna di essere mossa (accordo con 2). la via automatica propone invece la rottura di 2, nel senso che ad un certo punto si incontra qualcosa che si muove e che in tal modo causa movimento (accordo con 1) pur senza che altro la muova (rottura con 2). sulla preferenza per l'eccezione di 2 dirò in seguito.
gene normanno
con questa discussione voglio mostrare come il motore mobile sia una valida alternativa al ben più noto e blasonato motore immobile, argomentando in analogia con la dimostrazione tomista. pertanto altre questioni fisiche non sarebbero del tutto in tema ma, perché no, si potrebbe allargare il discorso. però, mi viene da dire che a questo livello di astrazione dell'inerzia potremmo fare anche a meno.
gene normanno
Io stimo più il trovar un vero, benché di cosa leggiera, che 'l disputar lungamente delle massime questioni senza conseguir verità nissuna