Assai gradite le vostre opinioni in merito al tema, che credo sia di sicuro interesse.

La voglia di scrivere su quest'argomento nasce dalla lettura di un libro breve ma molto interessante:

Relazioni pericolose. Il movimento sionista e la Germania nazista - Yahia Faris - Libro - IBS - La Città del Sole - Universale di base

Come potrete leggere nella descrizione, il libro è scritto da un giornalista anglo-arabo che nella raccolta delle informazioni fa esclusivamente riferimento a studiosi e storici ebrei, per fugare il dubbio, sempre cavalcato dal sionismo, che parlare male degli ebrei significa antisemitismo.
Altro aspetto non trascurabile è che il libro in questione non ha alcun risvolto negazionista, in quanto il massacro degli ebrei non viene mai messo in discussione. Viene invece riposta attenzione sulle relazioni tra esponenti sionisti e gerarchie naziste, e come esse contribuirono o meno all'olocausto.

Il punto di partenza è piuttosto chiaro. Il primo errore storico ed ideologico è quello di considerare Israele come l'eredità del popolo massacrato dai nazisti. Questo concetto è assai propagandato da Israele stessa, ma è assolutamente falso ed i fatti che seguono lo dimostrano. Io ovviamente mi limito a fare una sintesi, i dettagli incluse le fonti circostanziate, sono presenti nel libro o in altri libri citati come fonti.

Prima di addentrarsi nel periodo nefasto del nazismo, occorre però fare la premessa sul concetto di sionismo. Sionismo è l'idea che lo stato ebraico sia lo stato di tutti gli ebrei, anche quelli che in realtà vivono e hanno cittadinanza di altri stati.
Questo concetto è importante perchè segna tutte le azioni dei sionisti al fine di raggiungere il loro obiettivo: la nascita di uno stato ebraico o meglio sionista, vale a dire che comprenda tutti gli ebrei del mondo.
(per quanto riguarda questi concetti si rimanda al volume: Lo stato ebraico - Herzl Theodor - Libro - IBS - Il Nuovo Melangolo - Opuscula che è il volume che teorizza il concetto)

Detto questo, vediamo cosa successe durante il nazismo.

Prima fase: l'espulsione. Dagli anni trenta, alla Kristallnacht, al 1941 (invasione dell'URSS).

Prima di procedere alla soluzione finale, i tedeschi pensarono ad una espulsione di massa degli ebrei. Le violenze iniziate con la Kristallnacht di fatto spinsero molti ebrei a cercare rifugio in altri paesi, prima di tutto UK ed USA.
I sionisti colsero la palla al balzo, cercando di portare i fuggitivi in Palestina: avevano bisogno di cittadini per il loro stato futuro, appoggiarono queste espulsioni in modo concreto con accordi specifici con i Nazi.
"Furono proprio i sionisti a mostrarsi pronti a liberare la Germania dagli ebrei. E poiché il loro obiettivo aveva proirità su tutti gli altri, Hitler avrebbe accettato,...., dei compromessi sui suoi insegnamenti dottrinali".
Il primo accordo in tal senso fu quello della Haavara, che garantiva determinati benefici economici agli ebrei in Palestina nelle relazioni commerciali coi tedeschi (si veda Tom Segev, Il Settimo milione. Come l'olocausto ha segnato la storia di Israele).
"Il risultato fu che negli anni '30, mentre gli ebrei d'America si davano un gran daffare per organizzare il boicottaggio al commercio tedesco, la Palestina, unico paese al mondo, era letteralmente inondata da ogni sorta di prodotti Made in Germany" (Hannah Arendt, Ebraismo e moderità).

Dal 1938, anno della Kristallnacht, furon fatti ulteriori accordi per favorire l'espulsione degli ebrei, con la legittimazione delle violenze che costituivano il primo fattore di "convinzione (accordi tra Bar-Gilad ed Eichmann).
In tutti questi anni, la Germania anche logisticamente diede notevole supporto all'emigrazione degli ebrei in Palestina, organizzando con il supporto delle organizzazioni sioniste il trasporto degli espulsi (Jon e David Kimche, The secret roads: the illegal migration of a People).

Seconda fase: invasione nazista dell'URSS e "soluzione finale".

La Germania non può più impiegare risorse per l'espulsione. I nazi decidono per la soluzione finale: il genocidio.
I sionisti presero una posizione discutibile per usare un eufemismo. Inceve di dichiarare la loro guerra al nazismo, rinunciare agli accordi precedenti e unirsi alla battaglia per la sopravvivenza del popolo ebraico, (il che avrebbe significato rinnegare la politica e l'ideologia sin ora seguita), "presero atto del cambiamento della situazione e tentarono di salvare quanto poterono, con accordi dalla portata più limitata". In pratica tennero aperti, ove possibile, canali di comunicazione coi nazi.
Nei vari ghetti scoppiavano le rivolte e molti esponenti sionisti si schierarono con i tedeschi: "alcuni ebrei avrebbero potuto sopravvivere se si fossero resi economicamente utili ai tedeschi" (Reuben Ainsztein, Jewish Resistance in Nazi-occupied Eastern Europe).
In particolare, ulteriori info sono relativa ai ghetti di Vilnius, Lachwa, Bialystok, Varsavia.

Nonostante la situazione drammaticamente peggiorata e il lavoro continuo delle camere a gas, i sionisti non fecero mai appello agli alleati, pur avendone la possibilità grazie alle capacità delle loro organizzazioni, perchè aiutassero gli ebrei perseguitati.
Durante il processo Kastner (1953, un caso che fece molto scalpore) vennero fuori dei documenti ai quali Ben Gurion & C non seppero dare giustificazione.
Il processo Kastner fu proprio l'evento chiave che permise di smascherare la politica dei sionisti:
Kastner era un esponente dell'organizzazione sionista "Comitato di Salvataggio dell'Agenzia Ebraica.
In pratica, subì un processo in Israele, grazie alla testimonianza di alcuni ebrei ungheresi che lo accusarono di collaborazionismo: vennero fuori i documenti dei suoi accordi con Eichmann, dove si sacrificarono ebrei gente comune, per salvare i "notabili".
Vennero fuori i documenti del suo intervento per scarcerare dal carcere di Norimberga l'ufficiale SS Kurt Becher.
Dopo aver subito un primo processo, in attesa del secondo, Kastner fu assassinatoda un certo Zeev Eckstein (ex agente dei servizi israeliani). Condannato quest'ultimo (e due complici) all'ergastolo, furono poi graziati dopo sei anni di galera dal Presidente Ben Gurion.

L'occultamento delle prove che solo parzialmente aveva funzionato nel casino di Kastner, fu più evidente nel processo Eichmann.
La cattura di Eichmann ("le prove che mostravano la sua colpevolezza erano schiacciant, ed è fuori di dubbio che egli meritasse di essere processato e condannato") fu un progetto di Ben Gurion.
Ma con degli interrogativi: perchè proprio lui e solo lui? Perchè fu processato in Israele e non da un tribunale internazionale.
Ben Gurion in realtà cercava il valore simbolico ed ideologico per legittimare Israele come erede degli ebrei massacrati. Il rischio però era grosso, il processo poteva far venir fuori i vari accordi segreti tra sionisti ed Eichmann.
Secondo un autore ebreo americano (Leonard Sussman, Analysis of Perfidy) "Se si pensa che la maggior parte degli israeliani sapeva di Kastner e dei suoi legami con l'establishment....allora si comincia a capire la ragione per cui Ben Gurion aveva tanto insistito che il processo ad Eichmann si tenesse in Israele".
Tra l'altro, il giudice del processo Kastner, Benyamin Havely, irreprensibile, aveva messo in difficoltà il governo israeliano. Per evitare che potesse ripetersi la cosa, il ministro della Giustizia Pinhas Rosen fece approvare una legge ad personam perchè non potesse essere il presidente, ma solo uno dei giudici del collegio.
Sul libro poi ci sono anche tanti dettagli sul processo e su come furono scelti i testimoni.
Inutile concludere che se Eichmann era quello che meglio di altri conosceva le relazioni segrete tra sionisti e nazisti, questi segreti sono morti con lui.