Potremmo definirla una società in cui un'enclave di saggi determina il corso etico, ed il regnante è scelto in base alla sua saggezza ed equilibrio.
Bompiani ha èdito una raccolta sui presocratici molto bellerrima assai.
I presocratici. Testo greco a fronte - Bompiani - Libro - Libreria Universitaria - 9788845257407
con frammenti originali e testo a fronte.
Ecco, se l'enclave contenesse sia i filosofi, sia i naturalisti ed il regnante fosse scelto non tramite discendenza sanguigna allora potrei imbracciare armi e battermi per una comunità del genere. Ma io sono ultra-tecnocratico, non so a voi di destra o estrema destra (o quel che è) quanto questa società potrebbe interessare.
L'enclave dei saggi determina il corso etico e siamo perfettamente d'accordo, ma l'idea che i regnanti vengano scelti in base alla loro saggezza (e chi dovrebbe giudicarla, il popolo che non è saggio?) non fa forse rientrare la democrazia dalla finestra? Non sono per l'appunto i saggi a spiegare amorevolmente alla plebe cosa sia etico e cosa non lo è, fingendo astutamente che dalla natura delle cose possano essere dedotte norme etiche?
Ultima modifica di Troll; 18-10-12 alle 22:03
Il tuo scetticismo è ben supportato da ciò che la società umana ha spesso e volentieri mostrato agli occhi attenti della Storia.
Tuttavia, poniti un secondo nei panni di un ellenico al tempo dei grandi filosofi. Elimina per un momento l'esperienza negativa che hai osservato leggendo di vari accadimenti storici nel corso degli ultimi 2500 anni.
A quel tempo, non si sarebbe mai parlato di elezioni. Un conclave di saggi sarebbe stato un concetto abbastanza immediato da recepire e visualizzare. Peraltro anche il concetto di un regnante saggio ed equilibrato. Quantomeno entro i ginnasi.
Poniti, oppure, nei panni di un cinese del III secolo a.c., magari uno studente della scuola taoista appena nata.
Anche lì, tali concetti di saggezza e regnante illuminato sarebbero stati immediatamente assimilati.
Il pregiudizio nostro è appunto questo: se c'è una lezione che la Tradizione ci dovrebbe insegnare è proprio quella di eliminare il Velo dei Maya e risalire non alla famigerata Età dell'Oro. No, ma come sosteneva Jung, all'Età dell'Innocenza, quell'età in cui la tua morale e la tua psiche sono ancora in stato embrionale e pertanto si possiedono molti meno filtri sociali e politici, culturali e liturgici.
E qui non vi è nulla di Evoliano. Perché la psicanalisi junghiana, a diffrenza di quella freudiana o adleriana, ben ha compreso il concetto di regressione psicologica dell'essere sociale vs. stabilizzazione della psicologia individuale.
Poi Weber e Foucault ci hanno messo del loro per tirare per la giacca, da una parte o dall'altra, questo essere sociale ormai diventato psicotico e rarissimamente saggio. Massacrando la filosofia e idolatrando lo scientismo. E te lo dice un fisico, non un umanista.
Ultima modifica di Cabala Candelaia Circea; 18-10-12 alle 22:32