Tablet Kelios: quando la tecnologia è made in Naples. Intervista agli ideatori
Se c'è chi pensa che per fare tecnologia ad alto livello l'unica strada sia espatriare e tentare la fortuna in Silicon Valley, dovrà ricredersi. Giovani, brillanti e soprattutto napoletani, Stefano Sorrentino e Marco Lettieri, ideatori e sviluppatori di una linea di prodotti tecnologici a bassissimo costo marcati Kelios: un nuovo brand partenopeo tutto da scoprire. L'esordio in queste ore con un Tablet, il k-Tab-070, frutto del lavoro di due giovani che hanno deciso di restare e "provarci", in controtendenza con la tristemente nota "fuga di cervelli".
Ragazzi avete creato un prodotto tecnologico qui a Napoli, avete deciso di investire sulle vostre capacità qui sul territorio quando avreste potuto farlo altrove. Cosa vi ha spinto, quali sono le difficoltà e che obiettivi vi siete posti?
"Noi siamo nati e cresciuti a Napoli - ci spiega Stefano Sorrentino, giovane imprenditore - quale miglior motivazione? Abbiamo deciso di restarci anche facendo sacrifici, è chiaro che qui in Italia ci sono difficoltà notevoli, probabilmente all'estero ci sarebbe bastato presentare il prodotto e ricevere finanziamenti da investitori sia pubblici che privati, mentre qui questo non accade, anzi a volte sembra che la burocrazia faccia di tutto per ostacolarti. Sono anni che siamo in commercio, in particolare nel settore dell'assistenza, ho creato dieci anni fa la FastAssistance che oggi ha numerose filiali in Italia e offre un ottimo servizio, ma grazie alle nostre capacità ed esperienze abbiamo deciso di fare il grande salto e produrre direttamente noi Pc, Tablet e Smartphone, con particolare attenzione all'Open Source. Tagliare sui costi delle licenze, può rendere un buon Pc estremamente economico. L'obiettivo? Beh siamo giovani e le idee non mancano, è chiaro che investendo quel poco che riusciamo a guadagnare, non possiamo certo sperare di raggiungere in tempi brevissimi il gotha della tecnologia, sia come produzione che come distribuzione, ma siamo ottimisti. Poi tutte le grandi idee storicamente sono state il frutto di sacrifici, la Apple è nata in un garage, assemblando un prototipo basso costo, noi non siamo tanto diversi, abbiamo fame".
Programmazione, sviluppo, grafica, insomma avete creato il primo Tablet "napoletano" che rapporto qualità prezzo c'è?
"Questo è il bello, abbiamo creato un prodotto di buon livello il cui costo di mercato in condizioni normali supererebbe i 200 euro - ci spiega Marco Lettieri, programmatore e sviluppatore - ma abbiamo imposto ai rivenditori un prezzo massimo nell'ordine dei 60 euro. Siamo riusciti a mantenerci su queste cifre perché abbiamo curato noi ogni aspetto, mentre per l'assemblaggio siamo stati costretti a far riferimento all'estero, come del resto tutte le maggiori case produttrici. La scelta di mantenere prezzi cosi bassi è molto semplice, sappiamo qual è la situazione economica del nostro territorio, se avessimo voluto seguire le politiche commerciali dei grandi gruppi internazionali i costi sarebbero quantomeno raddoppiati, in quei casi infatti oltre al prodotto si paga il brand. Inoltre come FastAssistance - continua Stefano Sorrentino - offriamo garanzia e riparazione diretta in tutta Italia, insomma una ulteriore sicurezza anche per chi ha deciso di puntare sul nostro prodotto e metterlo in vendita, come Expert che nella grande distribuzione ha creduto subito alla bontà del progetto. Certo momentaneamente è chiaro che i guadagni reali per noi sono praticamente nulli, ma ci piacerebbe che a tutti venisse data la possibilità di accedere alla tecnologia, provando i nostri prodotti che non hanno nulla in meno dei più famosi competitors".
A tal proposito pensavo alle scuole, da anni si parla di utilizzare i tablet per migliorare la qualità dell'offerta formativa, ma il costo dei prodotti era oggettivamente proibitivo mentre in questo caso la situazione è diversa, da creatori cosa ne pensate?
"L'idea ci stuzzica ed essendo entrambi anagraficamente coetanei o poco più grandi dei ragazzi che in questi giorni hanno ricominciato scuola, nel nostro piccolo vorremmo poter dare una mano. Purtroppo in questo momento non possiamo "permettercelo", sembrerà strano ma il rapporto con le istituzioni è molto più difficile di quel che sembra. A causa sella crisi infatti i pagamenti spesso avvengono dopo anni e quindi l'investimento iniziale è esclusivamente a carico dell'imprenditore, in questo momento se investissimo per la produzione di decine di migliaia di tablet, senza anticipo e senza garanzie sui tempi di pagamento, purtroppo rischieremmo di fallire, non solo come azienda produttrice ma anche come franchising Fast Assistance, che al momento ci permette di vivere".
Qualche mese fa uscì un racconto provocatorio, una ricostruzione dei primi passi della Apple e del destino riservato a Steve Jobs se fosse nato a Napoli. Una parodia amara che lasciava intendere, ragazzi lasciate perdere qui non c'è speranza. Voi che invece ci state provando pensate di poter "uscire dalla cantina" o che davvero a Napoli non ci siano opportunità per i giovani che vogliono fare ricerca, sviluppo e commercio nell'ambito delle nuove tecnologie?
"Già il fatto che siamo qui a parlarne e che un prodotto su cui abbiamo investito passione in queste ore sarà in vendita, può essere una risposta. Non mi piacciono gli stereotipi su Napoli - continua Stefano - dover partire sconfitti con la certezza che qui mai nulla cambierà. Sono realista, non è facile, per arrivare a questo punto a volte non ci sono stati neanche i soldi per l'assicurazione, ma crediamo in quel che stiamo facendo, l'idea è quella di crescere, migliorare e dimostrare che nonostante tutto quel che si dice, anche a Napoli si può fare qualcosa di innovativo, poi è chiaro che a partire dalle istituzioni, fino agli istituti di credito, passando per i privati c'è bisogno di nuove regole, aiuti e finanziamenti soprattutto per i giovani, altrimenti è naturale che vadano altrove, ma questo non è solo un problema di Napoli".
I Campi Flegrei novella Silicon Valley? Mai dire mai, quel che è certo è la voglia di emergere di una generazione che tra mille difficoltà cerca di farsi spazio. Chissà che Steve Jobs, quando pronunciò il suo famoso "Stay hungry stay foolish", non pensasse proprio a Napoli...
Tablet Kelios: quando la tecnologia è made in Naples. Intervista agli ideatori