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    Predefinito Apologia d'indipendentismo Sardo

    Consulta rivoluzionaria in piazza mercoledì a Cagliari
    La manifestazione coinvolge indipendentisti, pastori, agricoltori e artigiani che si troveranno davanti al consiglio regionale

    CAGLIARI. La chiamano Assemblea del popolo sardo e non manifestazione. Ma saranno probabilmente in migliaia a protestare mercoledì 7 novembre davanti al Consiglio regionale, a Cagliari, a partire dalle 10. Pastori, studenti, movimenti indipendentisti, agricoltori, artigiani, commercianti uniti sotto il nome di Consulta rivoluzionaria per - si legge nel volantino di presentazione- «delegittimare questa classe politica», si legge nel volantino che annuncia la mobilitazione. Davanti al Palazzo di via Roma sarà allestito un palco dal quale tutti i rappresentanti delle categorie riunite nella Consulta potranno dire la loro. «Parola libera per tutti - ha detto Felice Floris, storico leader del Movimento pastori sardi presentando l’iniziativa oggi a Cagliari con tutte le altre sigle - Inviteremo ad andare a casa chi in tutto questo tempo non è stato in grado di darci risposte». Ci saranno tutti, dal movimento delle partite Iva al presidio di piazzale Trento, instancabili nelle battaglie contro Equitalia e i debiti con le banche. E saranno riproposti i temi cari al mondo delle campagne, dal problema del prezzo del latte alle questioni ancora irrisolte della legge 44 sui mutui in agricoltura, già ribattezzata legge beffa. La Consulta rivoluzionaria è un’evoluzione della Consulta dei movimenti nata in Sardegna durante i blocchi delle strade e le occupazioni dei Municipi dello scorso gennaio. L’iniziativa di mercoledì è stata preceduta da decine di assemblee in tutta l’isola, appuntamenti che hanno richiamato migliaia di persone.
    La Nuova Sardegna 03-11-12 - Link


    http://www.videolina.it/video/serviz...olo-sardo.html















    A FORAS S'ITALIA
    Ultima modifica di Isandro; 03-11-12 alle 22:42
    Maccu sei si tu non sai / chi in la nizissidai / tutti li bé' so' communi.

  2. #2
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    Predefinito Re: Apologia d'indipendentismo Sardo













    A FORAS S'ITALIA
    Ultima modifica di Isandro; 03-11-12 alle 22:42
    Maccu sei si tu non sai / chi in la nizissidai / tutti li bé' so' communi.

  3. #3
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    Predefinito Re: Apologia d'indipendentismo Sardo




    A FORAS S'ITALIA
    Ultima modifica di Isandro; 03-11-12 alle 22:43
    Maccu sei si tu non sai / chi in la nizissidai / tutti li bé' so' communi.

  4. #4
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    Predefinito Re: Apologia d'indipendentismo Sardo

    c'è l'apposito forum
    SARAI PAGATO ANCHE SENZA DOVERE FINGERE DI CONTARE TOMBINI

  5. #5
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    Predefinito Re: Apologia d'indipendentismo Sardo









    Maccu sei si tu non sai / chi in la nizissidai / tutti li bé' so' communi.

  6. #6
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    Predefinito Re: Apologia d'indipendentismo Sardo









    Maccu sei si tu non sai / chi in la nizissidai / tutti li bé' so' communi.

  7. #7
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    Predefinito Re: Apologia d'indipendentismo Sardo

    Citazione Originariamente Scritto da Hieronimous Bosch Visualizza Messaggio
    c'è l'apposito forum
    questo è un problema di politica NAZIONALE

    ...e presto si faranno i conti!
    Ultima modifica di Isandro; 03-11-12 alle 22:51
    Maccu sei si tu non sai / chi in la nizissidai / tutti li bé' so' communi.

  8. #8
    Better to reign in Hell
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    Predefinito Re: Apologia d'indipendentismo Sardo

    Citazione Originariamente Scritto da Isandro Visualizza Messaggio
    questo è un problema di politica NAZIONALE

    ...e presto si faranno i conti!
    non so come fate i conti voi sardi, però su questi fora c'è questo Sardegna - Sardìnnia che credo sia quello che tu stia cercando.

    ciao iaociao:
    SARAI PAGATO ANCHE SENZA DOVERE FINGERE DI CONTARE TOMBINI

  9. #9
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    Predefinito Re: Apologia d'indipendentismo Sardo

    L'Alcoa entra in coma profondo

    L'Alcoa si è spenta ieri mattina alle 6,30, quando le ultime nove celle elettrolitiche hanno cessato di funzionare e sono stati bloccati i trasformatori di alimentazione delle due linee produttive dell'alluminio. Stop con un giorno di anticipo rispetto ai tempi programmati. Così, in questo Due Novembre 2012, le 328 celle vuote sanno di loculi dove seppellire ricordi, speranze e sogni di un passato in cui era possibile vivere il presente e costruire il futuro grazie al lavoro in fabbrica.
    Il grande stabilimento è come un gigante in coma profondo e nessuno può dire se, e quando, si risveglierà. Antonio Garau, sessantenne, lo ha visto nascere, crescere e decadere. Sposato, due figlie («una laureata e l'altra diplomata») lavora qui da quando aveva 19 anni. «Purtroppo sempre per le imprese d'appalto. Mi mancavano i santi in paradiso per essere assunto dalla casa madre». Che, al suo esordio, era lo Stato imprenditore chiamato a investire nel Sulcis da politici, sindacati e chipiùnehapiùnemetta a colpi di manifestazioni di piazza e iniziative parlamentari. Era terra di miniere e allora si è rimasti nel settore con la costruzione del polo integrato dell'alluminio. Il tutto affidato all'Alumix, società pubblica controllata dall'Efim. «Il mio primo giorno in cantiere è stato il 9 ottobre del 1971: c'era solo un grande sterrato, accatastato qua e là il materiale da montare». Quando lui indossava già la tuta blu, il suo collega Fabrizio Sideri, 40 anni, non era ancora venuto al mondo. «Ho cominciato nel '98». Le cose, a quel punto erano già cambiate. Tre anni prima, sull'onda montante delle privatizzazioni, il liquidatore dell'Efim aveva ceduto l'Alumix agli americani dell'Alcoa per 450 miliardi di lire, più o meno 220 milioni di euro. Bella somma ma comunque inferiore a quella che, negli anni seguenti, Alcoa ha ricevuto dallo Stato: secondo i dati dell'Ue tre miliardi in tutto, uno negli ultimi dieci anni secondo altre fonti. Tanti ma non abbastanza per salvare la fabbrica. Il sostegno pubblico ha consentito, comunque, ad Alcoa di fare utili a palate sino al 2005 e oltre. Poi l'Europa ha contestato gli sconti energetici a carico della collettività e le cose si sono messe male. Nel 2008 la prima crisi cui si è rimediato grazie a un compromesso con Bruxelles. A inizio 2012 l'annuncio della chiusura.
    Nel Sulcis non c'è più nulla da spremere e Alcoa migra verso altri lidi: l'Arabia Saudita dove sta costruendo un super stabilimento che potrà gestire a condizioni super vantaggiose. Nel frattempo i suoi 500 dipendenti diretti e i 350 delle ditte esterne non sanno dove sbattere la testa. «Siamo rientrati oggi dalla cassa integrazione e lavoreremo per due settimane. Poi, forse, quindici giorni a marzo», dicono Garau e Sideri. La loro azienda è disposta a pagare per la cassa integrazione anche per tutto il 2013. «Ma solo se avrà certezza sulla riapertura della fabbrica, altrimenti non sborserà più nulla dalla fine dell'anno».
    E fino a San Silvestro l'Alcoa terrà in fabbrica il suo personale per la sicurezza e le manutenzioni. Per qualche giorno resterà attiva la fonderia alimentata con l'olio combustibile. Ma marcia al minimo dei giri. «Con solo quattro esterni invece dei normali 11. E da lunedì saranno solo due», spiega Idamo Enna. Dall'89 ha lavorato negli appalti e due anni fa l'Alcoa lo ha assunto. «Pensavo di aver trovato la sicurezza e invece ora me la passo peggio che mai». Anche a Mariano Matta comincia a mancare la terra sotto i piedi. «Da lunedì sarò in cassa integrazione per tre settimane».
    «Se la fabbrica chiude non ci resta che emigrare. Qui non ci sono alternative», osserva Giacomo Santus. Diploma di elettrotecnico, lavora per la società statunitense dal '97. A Bolzano sino al 2001, poi è ritornato a casa. Assessore comunale a Perdaxius, convive con la disperazione e vede nero per il futuro. «Su 1500 abitanti, abbiamo 160 famiglie nelle liste della povertà estrema. La gente sta fuggendo e nel 2013 verrà il peggio, quando anche i piccoli risparmi saranno finiti e neppure i Comuni potranno far nulla perché con le varie manovre governative si ritroveranno con le casse vuote».
    Allora non resta che sperare nella vendita dell'Alcoa. Il 13 novembre arriveranno a Portovesme i ministri Passera e Barca con il sottosegretario De Vincenti. «Ci auguriamo - dicono i lavoratori - che vengano con qualcosa di concretamente positivo». Nel frattempo non intendono abbassare la guardia.
    Scritto sabato 3 novembre 2012, fonte: L'Unione Sarda
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  10. #10
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    Predefinito Re: Apologia d'indipendentismo Sardo

    Citazione Originariamente Scritto da Hieronimous Bosch Visualizza Messaggio
    non so come fate i conti voi sardi, però su questi fora c'è questo Sardegna - Sardìnnia che credo sia quello che tu stia cercando.

    ciao iaociao:
    Non so come tu tenga in considerazione
    la ns terra ...ma il problema è di
    caratura nazionale ..o, quantomento,
    se lo è la catalogna, non vedo come
    nn lo debba essere la seconda regione
    d'italia per dimensione!!!
    Abbi pazienza!

    e Avvidecci ancora a te!
    Ultima modifica di Isandro; 03-11-12 alle 23:01
    Maccu sei si tu non sai / chi in la nizissidai / tutti li bé' so' communi.

 

 
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