Originariamente Scritto da
brunik
pIANTALA DI ASCOLTARE LA TRADUZIONI DI TRAVALIUM LEGGITI DA SOLO GLI ATTI DELLA PROCURA IL CAPO DELLA POLIZIA PARISI DIETRO ORDINE DI TOTO' RIINA HA ORDINATO A SCALFARO DI NOMINARE MANCINO MINISTRO AL POSTO DI SCOTTI PER ABOLIRE IL 41 BIS E SCALFARO HA PRONTAMENTE UBBIDITO
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Quanto alle condotte degli uomini dello Stato imputati di concorso
nella minaccia al Governo (SUBRANNI, MORI, DE DONNO, MANNINO
e DELL’UTRI), sono tutti accusati di aver fornito un consapevole
contribuito alla realizzazione della minaccia, con condotte atipiche di
sostegno alle condotte tipiche che si sono risolte nell'avere svolto il ruolo di
consapevoli mediatori fra i mafiosi e la parte sottoposta a minaccia, quasi
fossero gli intermediari di un’estorsione. Con l'aggravante, nel caso di
specie, che il soggetto “estorto“ è lo Stato e l'oggetto dell'estorsione è
costituito dal condizionamento dell'esercizio dei pubblici poteri, così sviati
dalla loro finalità istituzionale e dal bene pubblico.
Per completezza, si segnala, infine, il ruolo di concorrenti nel
medesimo reato assunto da altri uomini delle istituzioni oggi deceduti. Ci si
riferisce all'allora Capo della Polizia Vincenzo PARISI ed al vice direttore
del DAP Francesco DI MAGGIO, che, agendo entrambi in stretto rapporto
operativo con l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi SCALFARO,
contribuirono al deprecabile cedimento sul tema del 41 bis.
Diventa così più agevole la comprensione dei reati contestati, della
tipologia della condotta ascritta a ciascun imputato e delle ragioni del
radicamento della competenza davanti all'Autorità Giudiziaria di Palermo.
chiusa la Prima Repubblica con la
caduta del Governo Amato, e quindi nella successiva fase di debolezza del
quadro politico che favorì la formazione di un "Governo tecnico" come il
Governo CIAMPI (che fu anche un "Governo del Presidente" e cioè del
Presidente della Repubblica, Oscar Luigi SCALFARO), si affievolì il potere
dei politici “garanti“ del primo accordo stipulato a margine della prima
trattativa in costanza della Prima Repubblica. Tale ruolo venne più
proficuamente assunto e mantenuto, in quel particolare momento, dagli
uomini degli “apparati“ sopravvissuti alla Prima Repubblica. In particolare,
il Capo della Polizia Vincenzo PARISI ed il Gen. Mario MORI in questo
contesto assunsero un ruolo di particolare protagonismo: gli uomini-cerniera
divennero uomini-artefici della trattativa, decisivi nel garantire
l'adempimento degli accordi presi, e quindi garanti della controprestazione
in termini di allentamento della stretta repressiva, specialmente sul fronte
carcerario in materia di 41 bis.
E' in quel momento che si delinea in tutta la sua importanza il ruolo di
Francesco DI MAGGIO, uomo fidato dei Servizi di Sicurezza e da sempre
legato al ROS dei Carabinieri ed uomo forte della Amministrazione
Penitenziaria, che darà il suo indirizzo imponendolo a CAPRIOTTI, il nuovo
Direttore del DAP, ed al Ministro CONSO.
Ciò con l'avallo che gli derivava
anche dai suoi rapporti con il capo dello Stato, Oscar Luigi SCALFARO ( a
sua volta influenzato da PARISI). Capo dello Stato che, come emerso da
varie e convergenti deposizioni testimoniali, ebbe un ruolo decisivo negli
avvicendamenti SCOTTI-MANCINO e MARTELLI-CONSO, e nella
sostituzione di Nicolò AMATO col duo CAPRIOTTI-DI MAGGIO,
attraverso i quali seguì l'evoluzione delle vicende del 41 bis strettamente
connesse all'offensiva stragista del 1993.