In Sicilia "dio vede e provvede": condannati ex sindaci e assessori regionali



In questa fase c’è proprio un sordo rotolio di “caduti degli dei”. In giro per L’Italia, a partire dal “sommo”, “unto” per volontà della nazione, ma anche, nel “suo piccolo”, a Catania e dintorni.

Già, come dice un vecchio motto popolare, “dio vede e provvede”. Per perseguire ingiustizie, soprusi, malversazioni e malaffari. Certo, ognuno, poi, è libero di prediligere il suo dio di riferimento. Scelto tra le mille e più religioni in auge nella “Gaia Terra”, o, nei tanti riferimenti etici-sociali-politici di natura laica. A “Ciascuno il suo”.


Della rovinosa caduta dell’ex governatore siciliano, Raffaele Lombardo, ormai tutto si sa. Da novello Cincinnato è ritornato alle cure della campagna. Proprio in questi giorni, ricadenti nella prima decade di un magnifico novembre, per temperatura e notizie, nella ridente città assisa alle falde del vulcano Etna, il “dio” colpisce, forte e duro.


Cadono, sotto le folgori della Corte di Cassazione, Umberto Scapagnini, famoso per i “rigogliosi” risultati regalati a Catania, frutto della sua quasi decennale sindacatura della città, che hanno lasciato i cassetti pieni di debiti, e Nino Strano - ex assessore catanese - che in veste di deputato di An nel 2008 festeggiò la caduta del Governo Prodi mangiando ostentatamente in Parlamento alcune fette di mortadella, accompagnato dai “gioiosi” suoni dei deputati del centro destra.

Infatti, a seguito della vicenda cenere… dell’Etna – durata 42 giorni nel 2002 - e del conseguente “bonus” economico concesso dall’amministrazione locale ai dipendenti comunali nel maggio 2005, da 300 ad oltre 1000 euro – restituzione dei contributi previdenziali versati all’Inpdap -, tre giorni prima delle elezioni, sono stati definitivamente condannati, assieme ad altri componenti dell’ex amministrazione comunale, a due anni e sei mesi di carcere per reato elettorale con l’interdizione dai pubblici uffici, e, quindi, dovranno abbandonare gli scranni ad ora occupati in Camera e Senato.

Le elezioni comunali furono vinte dal centro-destra, proprio con piccola differenza. Umberto Scapagnini fu rieletto sindaco con il 52,19%. Ma c’è ancora dell’altro.


La Corte dei Conti ha condannato l’ex assessore regionale alla Formazione Mario Centorrino e il dirigente generale Gesualdo Campo, per danno erariale, causa illegittima concessione di finanziamenti all’Anfe - Ente di Formazione di Catania - nel 2009, per tre corsi di formazione fuori dal bilancio previsionale Dovranno risarcire alla Regione 518.000 euro cadauno. Riguardo la “gran cassa” dei Corsi di formazione la Corte dei Conti regionale, andando a ritroso nel tempo, ha impartito ulteriori sonanti e lauti risarcimenti ad altri es assessori regionali al Lavoro e dirigenti vari.

Nell’ottobre 2009 Gesualdo Campo era sovrintendente ai Beni culturali. In questo ruolo “dette una mano” all’operazione di sgombero dei locali (ex cinema, già teatro educativo della fascista Casa del Balilla) utilizzati dal “Centro popolare occupato Experia”, che per tanti anni aveva svolto una positiva opera di aggregazione e sostegno sociale – aula scuola per i bambini, ciclo-officina, spazio concerti, palestra popolare - in una zona degradata della città, l’Antico Corso. Diversi, nell’ambito della destra cittadina, anche istituzionale, furino i fautori dello sgombero che avvenne in maniera non proprio “gentile” all’alba del 30 ottobre 2009.

I grandi locali e le aree aperte, murati e “recintati”, riconsegnati all’Ersu (Università), che con somma urgenza dovevano essere ristrutturati e consegnati al pubblico uso (così fu dichiarato), a data odierna sono di fatto diventati vere e proprie discariche.

Nel 2009 dispose un’altra operazione di sgombero nei riguardi dell’Istituto D’Arte, ospitato da sempre in un monumentale e storico edificio, causa rischio crolli e urgente ristrutturazione. A distanza di svariati anni... tutto tace nel triste abbandono.


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