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  1. #21
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    Predefinito Re: Abruzzo: unica regione d'Italia a tagliare le tasse, grazie ad un presidente libe

    Citazione Originariamente Scritto da SteCompagno Visualizza Messaggio
    Invece fu proprio cosi. Chiodi è nu chiappagallin.
    Tipica risposta da politicante convinto di sinistra,stesso livello dei politicanti convinti di destra,la pasta è quella,solo che i comunisti sparano su tutto,i destristi nascondono...ma da buttare entrambi e tirare lo sciacquone.

  2. #22
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    Predefinito Re: Abruzzo: unica regione d'Italia a tagliare le tasse, grazie ad un presidente libe

    Detto fatto,questo stipendio di questo mese,rispetto a Gennaio 2012,mi son visto NON togliere 89 euro e 112 mia moglie.

  3. #23
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    Predefinito Re: Abruzzo: unica regione d'Italia a tagliare le tasse, grazie ad un presidente libe

    Citazione Originariamente Scritto da Abruzzen Visualizza Messaggio
    Detto fatto,questo stipendio di questo mese,rispetto a Gennaio 2012,mi son visto NON togliere 89 euro e 112 mia moglie.

    Figata. Altro che il gerundio che mi governa.
    "Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
    Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"

  4. #24
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    Predefinito Re: Abruzzo: unica regione d'Italia a tagliare le tasse, grazie ad un presidente libe

    Citazione Originariamente Scritto da Ilùvatar85 Visualizza Messaggio
    Le cose non sono affatto così rosee come le descrive Chiodi per quanto riguarda lo stato dei servizi in Abruzzo. Le ASL per risparmiare stanno chiudendo moltissimi reparti, e sono parecchi gli ospedali che stanno di fatto diventando completamente di serie B, costringendo i pazienti a trasferimenti sia intra che interregionali. Sulle liste d'attesa non c'è nemmeno da parlarne, li siamo alle comiche, e questi tagli non stanno migliorando la situazione.
    Di buono c'è che -pare- abbia dato una svolta alla gestione sanitaria Falconio-Pace-Del Turco. A dire la verità molti sono convinti del fatto che Angelini (il proprietario delle cliniche private che pagava tangenti) abbia denunciato i fatti quando la giunta regionale ha iniziato a chiudere i rubinetti, sotto la pressione di un debito crescente, ma la sentenza non è ancora arrivata in giudicato.
    La sanità in Abruzzo ha i conti in ordine ma l'intersindacale non vuole più "badanti" | l'Occidentale

    Abruzzo. Chiodi: “Inserire parto indolore nei Lea” - Quotidiano Sanità

    Sanità Abruzzo, Chiodi taglia il budget delle cliniche private con una lettera - PrimaDaNoi.it

    La sanità abruzzese è in attivo: un risultato storico | l'Occidentale

    Abruzzo. Chiodi: "Siamo pronti alla sanità del futuro" - Quotidiano Sanità

    Sanita, l?Abruzzo attrae piu pazientinbsp; - Cronaca - Il Centro

    Sanità abruzzese, mobilità attiva in positivo | Abruzzo Notizie

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    Sanità, 900 interventi in un anno a Neurochirurgia di Teramo


  5. #25
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    Predefinito Re: Abruzzo: unica regione d'Italia a tagliare le tasse, grazie ad un presidente libe

    Citazione Originariamente Scritto da Abruzzen Visualizza Messaggio
    “Noi, più al nord che al sud”. Chiodi: “Una regione nel futuro"


    Occhi più puntati al Nord-Ovest italiano, senza però tralasciare l’ingresso nelle regioni cosiddette in transizione come Molise, Basilicata e Sardegna: in ballo ci sono 39 miliardi che dovranno essere distribuiti dall’Unione europea per il sessennio 2014-2020. È questo il ruolo che il presidente della Giunta Regionale Gianni Chiodi vede e lancia per l’Abruzzo in quest’intervista ad affaritaliani.it.
    L’obiettivo della regione, la quale, come è annunciato dallo Svimez, secondo le previsioni dovrebbe raggiungere un Pil che tornerà ad essere positivo nel 2013, con uno 0,5% in più, sarebbe quello di abbandonare il ruolo di cerniera, per ancorarsi più solidamente alle regioni settentrionali del Paese. Un trait-d’union che dovrà essere garantito anche dall’abbattimento del digital divide, per quanto riguarda la Rete, che oggi colpisce ancora l’11% della popolazione abruzzese, ovvero 150.000 abitanti, e dal miglioramento dei trasporti terrestri, per i quali il governatore annuncia risoluzioni condivise anche da Marche e Molise.

    Presidente Giovanni Chiodi, siamo un quotidiano d'informazione on-line, il primo in quanto a fondazione in Italia, e dunque la domanda d’esordio è d’obbligo. A che punto siamo in Abruzzo per quanto riguarda il digital divide? Vi è ancora uno iato profondo in regione, tra chi può usufruire della banda larga per l’accesso a internet o invece questo scarto si va man mano riducendo?
    “È un obiettivo prioritario nell’agenda di questo governo regionale. Negli ultimi anni la Regione ha fatto e investito molto nel campo della diffusione della banda larga. La scommessa della competitività si gioca su questo terreno. L'azzeramento del digital divide rappresenta per noi non solo un dovere ma un obiettivo raggiungibile in breve tempo: oggi il divario digitale colpisce circa l'11% della popolazione abruzzese, pari a circa 150.000 abitanti. L’Abruzzo vuole essere la prima tra le regioni italiane a garantire l'accesso a banda larga ad alta velocità a tutti i cittadini, per fare sistema e promuovere servizi efficienti al cittadino”.
    In recenti interviste lei ha affermato che sarebbero stati stanziati 50 milioni di euro dei Fondi Fas, i fondi per le aree sottosviluppate, da investire sullo sviluppo della Rete. A che punto siamo? La Regione sta decidendo di intervenire per la realizzazione di un sistema satellitare o per uno integrato? E quali sono i tempi per l’attuazione?



    “Abbiamo impegnato circa 50 milioni di euro per l'infrastrutturazione della banda larga nei comuni e negli agglomerati industriali proprio perché sappiamo quanto sia strategico questo settore per lo sviluppo del territorio. La programmazione futura conferma questo indirizzo politico. Sul Fas 2007-2013 abbiamo previsto risorse regionali per 18 milioni di euro che saranno destinate a creare e a migliorare l'infrastrutturazione informatica sul territorio, anche perché non possiamo pensare da un lato di eliminare il digital divide senza potenziare la consistenza delle reti già esistenti. Altri 3 milioni di euro sono stati utilizzati nell'ambito del Psr su aree rurali che presentavano particolari criticità, a cui si aggiungono i 7 milioni di euro messi a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico. In un contesto così difficile di finanza pubblica è questo un impegno di non poco conto”.
    Per via della revisione della spesa, la cosiddetta spending review, da un’annunciata riforma federale, in Italia si è passati (o si sta passando) ad una forma più centralista dello Stato. Dapprima la sforbiciata al numero delle Province, da 86 si è passati a 51, decisa dal Governo in carica. Poi si è cominciato a parlare, sulla scia degli scandali laziali e lombardi, di un giro di vite anche per le Regioni. A suo avviso, il pareggio dei conti giustifica un ridimensionamento del ruolo di questo ente, non giovanissimo, ma neanche così anziano tale da essere “rottamato”, visto che nacque non più di 42 anni fa?



    “Manca la realizzazione piena del federalismo e del Senato federale ma lo statalismo non può rappresentare una soluzione. Non serve procedere nelle sforbiciate delle risorse e non si può certo riformare il rapporto tra Stato centrale ed istituzioni locali sull’onda degli scandali. Occorre un percorso di dialogo, di merito. Per le regioni bisogna arrivare al consolidamento dei conti pubblici e alla stabilità finanziaria, attraverso misure urgenti e attraverso scelte lungimiranti di razionalizzazione e di disciplina unitaria della gestione complessiva delle risorse disponibili. Così come l’Abruzzo è arrivata ad essere quello che è oggi: una regione virtuosa. Non vogliamo in questo modo difendere a tutti i costi il sistema regioni. Abbiamo un sistema statale, istituzionale, ministeriale, regionale, provinciale che per anni hanno visto da una parte una spesa pubblica da usare per alimentare il consenso, riuscendo a far credere che era possibile dare tutto a tutti quando invece non è così e, dall’altra, il professionismo della politica: in politica, invece, bisogna portare professionalità, non professionismo. Questo sistema ha portato inevitabilmente le conseguenze che stiamo vivendo oggi. Ritengo che le regioni minori vadano accorpate, eliminate tutte le province e aggregati i piccoli comuni per questioni finanziarie e gestionali”.
    E qual è, o quale dovrà essere il ruolo dell’Abruzzo sullo scenario nazionale e internazionale?
    “In questi anni abbiamo assistito ad un rafforzamento del ruolo sullo scenario nazionale e internazionale perché questa regione continua a procedere con ritmo crescente. Siamo in controtendenza rispetto a tutti i fenomeni nazionali e direi anche europei. Abbiamo la possibilità di ridurre le tasse e quando si riducono le tasse significa che si è fatto un buon lavoro. Del resto in questi anni abbiamo posto le condizioni affinché si potesse arrivare a questo. Siamo usciti dal baratro a livello finanziario ed economico in cui l’Abruzzo precipitò fra il 2007 e il 2009 quando si ritrovò in default, prima regione in Italia e con il settore sanità commissariato. La battaglia almeno dal punto di vista dei conti pubblici è stata vinta anche se resta da giocare la partita della ripresa e del ritorno alla crescita. Non siamo più una regione “canaglia”. Oggi l’’Abruzzo chiede a gran voce anche di entrare a far parte, con Molise, Sardegna e Basilicata, di una nuova categoria di regioni, quelle in transizione, che hanno cioè il Pil compreso tra il 75% e il 90% della media Ue: sotto al 75% ci saranno le regioni del gruppo convergenza, sopra al 90% quelle del gruppo competitività(Abruzzo 87%). In ballo ci sono 39 miliardi di euro che dovranno essere distribuiti per il prossimo 2014-2020 in favore di quelle regioni in transizione che sono presenti in Francia, Germania e Inghilterra oltre all'Italia. Capite benissimo che per noi si tratta di una partita importante da giocare”.



    Sulla costa Adriatica centrale, da tempo si parla di Marca Adriatica, ovvero di una collaborazione amministrativa più accentuata tra la Regione da lei guidata, le Marche e il Molise. Le sembra una soluzione per poter affrontare le sfide poste dal commercio e dalla condivisione degli scambi europei e mondiali?
    “La Macroregione può diventare occasione di sviluppo di un'area importante e consistente del Mediterraneo. L’Abruzzo deve cogliere al volo questa importante occasione per guidare un processo di rinnovamento che interessa l'area del Mediterraneo che l'Unione europea vede di buon occhio. A Bruxelles è stata confermata l'attenzione della Ue per progetti di Macroregione, ma anche l'interesse del governo italiano per iniziative di questa natura. Una nuova prospettiva di sviluppo per il territorio. una forma innovativa di cooperazione interregionale e transnazionale, per rafforzare i processi democratici e accelerare i percorso di integrazione europea dei Paesi balcanici. Il progetto mira a consolidare la cooperazione economica e a sviluppare una governance comune su problemi condivisi (ambiente, energia, trasporti, pesca e gestione costiera, sviluppo rurale, turismo, cultura e cooperazione universitaria, protezione civile e cooperazione tra PMI)”.
    In un’intervista di qualche anno fa aveva dichiarato, citando i risultati di una ricerca della Fondazione Agnelli, che una fusione (e non una collaborazione), con la Regione Molise, sarebbe stata perfettamente inutile, in quanto la somma dei residenti delle due regioni, continuando ad essere esigua, non avrebbe giustificata questa crasi. Una posizione contraria alla fusione è stata espressa ad una nostra domanda anche dal Presidente della Regione Molise Michele Iorio. Tuttavia, in un’altra intervista, più recente della precedente, lei è sembrato offrire un’apertura a questa possibilità. Sono intervenute nuove valutazioni?
    “Far parte di una Macroregione significa essere considerata prioritaria nell'utilizzo di fondi comunitari contenuti in particolari programmi europei. Noi da subito abbiamo creduto in questo progetto e stiamo lavorando sinergicamente alla sua realizzazione con le altre istituzioni coinvolte”.
    Forse l’Abruzzo deve dapprima risolvere un problema “nazionale”? Ovvero quello delle comunicazioni terrestri? Perché le grandi compagnie dei trasporti ferroviari hanno tenuto fuori la costa adriatica dai collegamenti, incentrandoli tutti su quella tirrenica (per non parlare della fatiscenza relativa alla tratta ferroviaria Pescara-Roma)?



    Mi preme sottolineare che per quanto concerne il trasporto ferroviario in ambito nazionale, la scelta di rinnovare alcuni tratti fondamentali della linea ferroviaria italiana, privilegiando il versante tirrenico con l’introduzione dell’Alta Velocità, a scapito quindi del versante adriatico, non è una scelta dell’ultimo momento, ma viene da lontano (Governi centro-sinistra e centro-destra), alla luce anche dell’architettura dei corridoi transeuropei. Infatti queste grandi infrastrutture non si programmano o si realizzano nel giro di pochi anni, ma sono programmi perlomeno trentennali. L’attuale Governo regionale sta cercando (dopo che i buoi sono scappati dalla stalla!) di recuperare l’inerzia dei precedenti Governi regionali, affrontando unitamente alle altre Regioni adriatiche (Marche, Molise e Puglia) questa questione cruciale per gli interessi nazionali italiani nell’area mediterranea e per quelli delle Regioni Adriatiche. Non si può accusare l’attuale Governo regionale di immobilismo. La riprova è che lo stesso Presidente della Regione Puglia ha ritenuto opportuno proporre un incontro urgente alle altre Regioni adriatiche, tra cui ovviamente la nostra, per affrontare la situazione e assumere le conseguenti determinazioni comuni”.
    “Separazione digitale”, anche se l’esclusione dall’accesso a internet non presenta numeri allarmanti, e debolezza nei trasporti terrestri e marittimi, secondo lei sono anche il fomite per una non autentica comprensione dell’Abruzzo in Italia e all’estero? Per molti versi, e non c’è nulla di cui vergognarsi, la regione viene spesso esclusivamente rappresentata come la zona dei pastori ecc. Ma l’Abruzzo non è solo l’encomiabile pastorizia o solo gli altri topoi con i quali viene descritta. L’Abruzzo è anche quella regione dei servizi, della natura, della ricerca, dell’innovazione tecnologica, della fabbrica del sapere, dei modelli aziendali che funzionano, della conservazione dei beni culturali, dello sport che si esprime ai massimi livelli ecc.?
    “L'Abruzzo un tempo conosciuto semplicemente come terra di pastori di dannunziana memoria, è in realtà una regione ricca di storia, di cultura, tradizioni ma è oggi anche innovazione, ricerca e sviluppo. L’Abruzzo può contare di far meglio delle altre regioni e meglio dell’Italia in generale. La dotazione importante di fondi Fas per circa 600 milioni di euro andranno ovviamente sul territorio per investimenti di tipo strategico e per il sostegno di diverse politiche, come, ad esempio, quelle economiche, industriali, occupazionali e culturali. Inoltre, dalle stime del "Rapporto di previsione territoriale" dello Svimez spiccano le previsioni per un Pil che tornerà ad essere positivo nel 2013 (+0,5%). Una previsione di crescita per il prossimo anno superiore a tutte le regioni italiane e pari a quella del Nordest".
    Presidente, non può mancare una domanda sulla sua prima esperienza alla guida della Regione. Alla luce dei quasi quattro anni della sua legislatura, ci indichi qual è, ammesso che vi sia stata, quella decisione da lei intrapresa nel suo governo che oggi però non riprenderebbe e qual è invece quella della quale è più fiero.



    “Per il terzo anno consecutivo il tavolo di monitoraggio ha certificato l'ottimo stato di salute dei conti abruzzesi in sanità. Proprio in questi giorni, ha confermato,, gli effetti positivi di un processo di risanamento avviato nel 2009 che partendo dalla sanità, ha portato alla riduzione del debito generale del 25% e alla drastica riduzione dei costi della politica. In sostanza, oggi siamo nelle possibilità tecnica di ridurre le tasse già dalla prossima finanziaria regionale in modo da dare respiro, in momento di forte crisi economica, a cittadini, lavoratori e imprenditori abruzzesi. Gli abruzzesi pagheranno così meno tasse, in un momento in cui ovunque si aumentano. Del resto, in questi quattro anni abbiamo affrontato un duro percorso di risanamento: eliminati il vitalizio dei Consiglieri regionali dopo aver ridotto le indennità (oggi tra le più basse d'Italia), cancellato circa 250 poltrone "ad uso della politica" di enti ed agenzie regionali, tagliato i compensi ai componenti dei consigli di amministrazione; ridotto il numero dei dipendenti regionali, assorbito le Agenzie regionali, ridotto i Consorzi fidi; eliminato le Comunità montane al livello del mare; accorpato le Ipab; messo in liquidazione società ed enti in deficit. Primi a ridurre il numero di consiglieri e assessori regionali e mentre il debito pubblico italiano aumenta, quello abruzzese diminuisce costantemente. Questi sono i risultati della mia gestione di cui vado più fiero. Guardando indietro rifarei esattamente le stesse cose: ogni scelta è stata frutto di un attento studio e di precise valutazioni tecniche, politiche e strategiche che hanno portato importanti investimenti e grandi soddisfazioni per i risultati raggiunti e i riconoscimenti ottenuti”.
    Si ricandiderà?
    “La forte dinamicità della nostra regione e la sua capacità di resistere alle turbolenze della crisi finanziaria ed ai pesanti contraccolpi del sisma fanno sì che la regione assuma il ruolo di “cerniera”, piuttosto distante da un mezzogiorno che arranca e sempre più vicina agli standard e alle performance del più avanzato centro-nord. Anche rispetto a molte “titolate” regioni del Nord abbiamo migliorato le nostre performance rispetto agli anni passati e abbiamo tutte le potenzialità necessarie per compiere ulteriori passi in avanti. Per quanto riguarda la mia eventuale candidatura questa sarà oggetto di condivisione da parte dell’intera coalizione. Non mi autocandido. Prima di ogni cosa, in questo momento, contano per me i risultati e in questo ultimo scorcio di legislatura dobbiamo pensare a lavorare perché l’Abruzzo completi il suo percorso virtuoso. Domani sarà sicuramente un giorno migliore per l’Abruzzo: da Regione più indebitata d'Italia come l’ho trovata, restituirò agli abruzzesi una Regione virtuosa, un fiore all’occhiello sulla cartina dello stivale tricolore, un esempio da seguire per le altre regioni italiane”.
    Quindi investire a livello statale sulla banda larga, rendere efficiente il SSN e rinforzare il trasporto pubblico ferroviario fa parte della politica liberale? Cavolo, sono quasi di sinistra...
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  6. #26
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    Predefinito Re: Abruzzo: unica regione d'Italia a tagliare le tasse, grazie ad un presidente libe

    Citazione Originariamente Scritto da Mitchell Visualizza Messaggio
    Si. Sta parlando di sanità pubblica

    è impossibile tagliare le tasse senza tagliare la spesa pubblica e cioè i servizi alla persona
    tipo sanità istruzione pensioni (e senza licenziare i dipendenti statali)

  7. #27
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    Predefinito Re: Abruzzo: unica regione d'Italia a tagliare le tasse, grazie ad un presidente libe

    Invece è stato fatto,sanità sono stati spesi il doppio dei fondi sia per rifare le scuole,sia per l'improving degli insegnanti,le pensioni sono in linea,la sanità migliorata,tagliati i costi deella politica,i posti statali in Abruzzo sono inferiori alla media italiana,nonostante è stata la roccaforte della DC.

  8. #28
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    Predefinito Re: Abruzzo: unica regione d'Italia a tagliare le tasse, grazie ad un presidente libe

    Aggiungerei che,i fondi UE sono stati spesi all'87% tra turismo agricoltura banda larga e rientro sanitario.

  9. #29
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    Predefinito Re: Abruzzo: unica regione d'Italia a tagliare le tasse, grazie ad un presidente libe

    Io l'ho sempre detto che sono pochi i politici che riescono a fare miracoli. Quei pochi guarda caso sono liberali/liberisti.


 

 
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