L’autodenuncia del consigliere: “Hanno assunto mia cognata”
Placido (Pd): è un complotto
È il primo caso di autodenuncia di un caso di Parentopoli andato in porto, almeno secondo la tesi di Roberto Placido, all’insaputa dell’interessato. E così il vicepresidente del Consiglio regionale ha deciso di raccontare sul suo profilo Facebook la «sorpresa e l’amarezza» per questa storia: «Hanno cercato di mettermi in difficoltà, usando la mia famiglia. Hanno offerto un lavoro in Consiglio regionale a un mio familiare, approfittando della sua oggettiva condizione di difficoltà». E aggiunge: «Si tratta di un’iniziativa che certamente non mi aiuta e che non condivido nella maniera più assoluta».
Una «trappola»?
Che cosa è successo? L’altro giorno Placido scopre che la compagna del fratello è stata assunta per 700 euro al mese per occuparsi di marketing e comunicazione dal capogruppo della Lista Insieme per Bresso. Andrea Stara, dopo l’iscrizione al Pd ha raggiunto un accordo che porterà a partire dall’anno prossimo allo scioglimento del monogruppo e all’unione con quello del partito democratico. E Placido, che nel corso degli anni è stato il primo a denunciare lo scandalo di Parentopoli, sente puzza di bruciato, pensa ad un trappolone politico e così, dopo aver informato il suo capogruppo, Aldo Reschigna, e il presidente del Consiglio regionale, Valerio Cattaneo, decide di portare alla luce la vicenda «con la stessa coerenza che mi ha portato a denunciare in questi anni fatti analoghi, sebbene in questa circostanza sia coinvolto personalmente». E aggiunge: «Resto convinto che non debbano esserci corsie preferenziali per parenti e per persone vicine a chi, come me, riveste un incarico pubblico».
La difesa
Che cosa dice Stara? La prima reazione al telefono è di una persona che è rimasta allibita e senza parole per la presa di posizione del suo compagno di partito. E poi spiega: «L’assunzione è stata fatta solo in base alla professionalità del candidato e al suo curriculum di lavoro con esperienze in società specializzate nel settore della comunicazione e la conoscenza di cinque lingue. Ogni altra interpretazione è fuori dalla realtà».
Lo stop di Reschigna
Ma al di là della professionalità l’assunzione è bocciata dal capogruppo democratico. «In una situazione come quella che stiamo vivendo, nuove assunzioni nei gruppi consiliari sono inopportune», fa sapere Reschigna. E aggiunge: «Se infatti la versione della legge sulle Regioni varata alla Camera prevede che il personale dei gruppi venga confermato fino a fine legislatura è un errore utilizzare per nuove assunzioni il tempo che intercorre fino alla approvazione definitiva del provvedimento».
E poi Reschigna manda un avvertimento a Stara: «Le future adesioni al gruppo regionale avverranno sulla base degli accordi già sottoscritti che prevedono con precisione il costo del personale che verrà assorbito». E vista la premessa è «chiaro che nella mia funzione di capogruppo non firmerò contratti che superino il costo concordato». Una scelta dettata dalla necessità di tener conto della «situazione di grande difficoltà che vive il paese e per rispetto della richiesta di sobrietà che i cittadini rivolgono alla politica».
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