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  1. #1
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    Predefinito Università di Pescara, 1° dicembre 2012: convegno sull'uscita dall'Euro

    www.bagnai.org

    Giornata di studio su:
    Euro, mercati, democrazia
    Scenari e proposte per superare la crisi

    1º Dicembre 2012, Facoltà di Economia, Università Gabriele d'Annunzio
    Viale Pindaro, 42, 65127 Pescara

    Programma
    Sabato 1º dicembre, mattina
    Aula Magna Federico Caffè, Facoltà di Economia, viale Pindaro 42, Pescara
    80-9:00 - Iscrizione

    9:00-11:00 - Prima sessione
    Presiede: Gennaro Zezza

    •Luciano Barra Caracciolo (Consiglio di Stato) "Area euro, mercantilismo e violazioni dei trattati"
    •Claudio Borghi (Università Cattolica di Milano)Titolo da definire
    •Luca Fantacci (Università Bocconi di Milano) "L'euro, da moneta unica a moneta comune"
    11:00-110 - Pausa caffè 110-130 - Seconda sessione
    Presiede: Claudio Borghi

    •Alberto Bagnai (Università Gabriele d'Annunzio) "Gli scenari macroeconomici dopo l'uscita"
    •Lidia Undiemi (Università di Palermo) "Produzione reale, speculazione e crisi: il diritto come mezzo per il governo della crescita economica e dell'occupazione fuori dall'euro"
    •Gennaro Zezza (Università di Cassino) "I saldi finanziari della Grecia dal 1980 a oggi".
    14:00-15:00 - Pausa pranzo



    Sabato 1º dicembre, pomeriggio
    Sala Giovanni Favetta, Museo delle Genti d'Abruzzo, via delle Caserme 24, Pescara

    150-170 - Presentazione dei testi:

    •Marino Badiale, Fabrizio Tringali (2012) La trappola dell'euro, Asterios Editore.
    •Massimo Amato, Luca Fantacci (2012) Come salvare il mercato dal capitalismo, Donzelli Editore.
    •Alberto Bagnai (2012) Il tramonto dell'euro, Imprimatur Editore.

  2. #2
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    Predefinito Re: Università di Pescara, 1° dicembre 2012: convegno sull'uscita dall'Euro

    COME SI ESCE DALL'EURO? Intervista a Claudio Borghi (Professore Università Cattolica di Milano)
    COME SI ESCE DALL'EURO? Intervista a Claudio Borghi - YouTube

    ****
    Presentazione del libro di Paolo Savona "Eresi, esorcismi e scelte giuste per uscire dalla crisi"
    Paolo Savona Esorcismi Eresie e Scelte giuste per uscire dalla crisi - YouTube
    Paolo Savona in TV
    Paolo Savona - L'infedele - "l'Italia ha già un piano per un'uscità ordinata dall'euro" - YouTube
    *****

    L'ultimo libro di Alberto Bagnai, professore dell'Università di Pescara, "Il tramonto dell'Euro" (2012)

    Il tramonto dell'euro - Bagnai Alberto - Libro - IBS - Imprimatur -

    ***
    Libro di Marino Badiale-Fabrizio Tringali con prefazione del prof. Bagnai, "La trappola dell'Euro" (2012)

    La trappola dell'euro. La crisi, le cause, le conseguenze, la via d'uscita - Badiale Marino; Tringali Fabrizio - Libro - IBS - Asterios - AD

    ***
    Intervista a Alberto Bagnai, sulla crisi dell'Euro
    ALBERTO BAGNAI - CE LO CHIEDE L'EUROPA - YouTube
    Alberto Bagnai in TV
    ALBERTO BAGNAI CONTRO TUTTI - YouTube
    Sito di Alberto Bagnai
    www.bagnai.org

  3. #3
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    Predefinito Re: Università di Pescara, 1° dicembre 2012: convegno sull'uscita dall'Euro


  4. #4
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    Predefinito Re: Università di Pescara, 1° dicembre 2012: convegno sull'uscita dall'Euro

    Crisi, una valanga di bugie - l’Espresso
    Crisi, una valanga di bugie

    di Francesco Colonna
    Anche in Italia iniziano a farsi sentire le voci degli studiosi 'dissidenti' che mettono in dubbio i dogmi ufficiali sulle cause della recessione e sui modi per uscirne: dal pareggio di bilancio fino ai tagli sociali
    (14 novembre 2012)
    La spesa pubblica? Non è il problema principale, conta di più il debito privato di banche e imprese. La ricetta per uscire dalla crisi? Non l'austerity che la Bce sta imponendo all'Italia e agli altri Piigs (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) ma la crescita, anche finanziata dallo Stato.

    Non sono le tesi di un politico in cerca di consensi ma le convinzioni di una nutrito gruppo di economisti. «Anzi», spiega Alberto Bagnai, docente di economia politica all'Università di Pescara, «è l'opinione maggioritaria della comunità accademica internazionale.

    Che alla base della crisi europea ci siano gli squilibri nella bilancia dei pagamenti tra i Paesi dell'Eurozona e non i loro debiti pubblici lo sostengono quasi tutti gli addetti ai lavori. Con l'eccezione degli economisti legati alla Bce, in chiaro conflitto di interessi. E dei seguaci dei 'Chicago Boys', che credono nella capacità assoluta del mercato di autoregolarsi».

    Insomma, secondo Bagnai e gli altri economisti del "dissenso", Bce e governi stanno seguendo le ricette sbagliate. Con l'appoggio dell'opinione pubblica, influenzata da una classe politica e da un sistema dell'informazione che hanno sposato le tesi dell'austerità..

    Ma qualcosa sta cambiando. Di fronte al perdurare della crisi nonostante tagli e sacrifici, le voci fuori dal coro stanno aumentando. Economisti come Emiliano Brancaccio, che insegna all'Università del Sannio, Alberto Borghi Aquilini, docente alla Cattolica, Sergio Cesaratto, che insegna a Siena, Gennaro Zezza, dell'Università di Cassino, lo stesso Bagnai e altri ancora cominciano ad essere invitati a scrivere sui giornali e ad apparire nei talk-show televisivi.

    La strada però è ancora lunga. Lo conferma Emiliano Brancaccio, autore con Marco Passarella del recente 'L'austerità è di destra' (Il Saggiatore, euro 13): «Sostenere che dalla crisi si esce facendo sacrifici è una tesi di facile presa. La gente infatti è portata a guardare al bilancio dello Stato come al bilancio della propria famiglia. Ci sono dei debiti? Basta stringere la cinghia. Invece uno Stato si regge su meccanismi più complessi. Se, in fase di recessione, un Paese stringe la cinghia, cioè taglia la spesa pubblica e aumenta le tasse, la sua economia si contrarrà. Col risultato che il rapporto tra debito e Pil, invece di diminuire, aumenterà. Infatti, con il governo Monti questo rapporto ha raggiunto il record negativo del 126 per cento».

    «Per la maggioranza degli economisti è pacifico che il debito pubblico non sia il problema principale», conferma Bagnai. «Basta pensare che prima della crisi quello italiano stava diminuendo. E che la tempesta attuale ha colpito per primi Spagna e Irlanda che avevano un debito minore di quello tedesco. Quindi, lo spread non deriva dal debito pubblico».

    Da che cosa è causato, allora? In sostanza, dicono Bagnai e gli altri, è un problema di bilancia dei pagamenti: sono deboli, e quindi passibili di alti spread, i Paesi che si indebitano con l'estero perché importano molto più di quanto esportino. E' quanto è avvenuto dall'introduzione dell'euro allo scoppio della crisi nel 2007: in questo periodo nei Piigs - spiega Bagnai sul suo blog - è esploso il debito privato, spesso verso banche estere, con aumenti dai 31 (Italia) ai 98 punti di Pil (Irlanda e Spagna).

    Quella che ora viene presentata come crisi bancaria causata da una crisi del debito pubblico, sostiene sempre Bagnai, nei dati si presenta in modo opposto: la crisi da debito pubblico è causata dal dissesto finanziario del settore privato. E il debito privato si è accumulato nei Piigs proprio perché la moneta unica ha impedito alle economie meno competitive di difendersi con la svalutazione, come avveniva prima.

    Bravi allora i tedeschi nella gara della competitività? Sì, rispondono i "dissidenti", i tedeschi sono stati più efficienti. Ma attenzione: la loro competitività è figlia anche del contenimento dei salari pianificato per fare concorrenza ai Paesi periferici dell'Eurozona. «In Germania nell'ultimo decennio i salari sono stati mantenuti sempre al di sotto dell'aumento della produttività», chiarisce Emiliano Brancaccio. «In questo modo i tedeschi hanno potuto aumentare al massimo il loro surplus verso gli altri Paesi Ue, creando uno squilibrio insostenibile in seno alla zona euro. Ora la Bce vorrebbe correggerlo imponendo ai Piigs di abbattere i salari, le spese interne e le importazioni. Ma la ricetta, è sbagliata, perché finirà per aggravare la depressione europea».

  5. #5
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    Predefinito Re: Università di Pescara, 1° dicembre 2012: convegno sull'uscita dall'Euro

    Grecia: uscita Eurozona entro 6 mesi? Forse la soluzione migliore

    Grecia: uscita Eurozona entro 6 mesi? Forse la soluzione migliore

    Pubblicato il 21 11 2012 alle 16:00 da Erika Di Dio

    La Grecia è travolta da un’ondata di fattori negativi e l’unico sollievo in vista sembra essere una pausa di breve-medio termine dall’Eurozona entro sei mesi, dice Steen Jakobsen, capo economista a Saxo Bank.

    "Nonostante io auguri il meglio alla Grecia, credo in ultima analisi che avrà bisogno di fare qualcosa che sia fuori dagli schemi", afferma Steen.

    Egli ritiene che un’uscita dall’Eurozona entro sei mesi rappresenti uno scenario molto probabile considerando il desiderio dell’Europa di cercare di mantenere in vita la Grecia per qualche tempo ancora, in particolare in vista delle prossime elezioni tedesche. Fino a quel momento Steen vede un’Europa che dovrà ancora attraversare momenti di difficoltà prima che possa iniziare una ripresa nel 2013.

    Il peggio deve ancora venire per l’Europa

    "Il primo trimestre del prossimo anno sarà il peggior trimestre della crisi del debito in termini di crescita, di quantità di vento contrario all’austerità e di incapacità di apportare dei cambiamenti", dice Steen. "Vedremo una ripresa nei primi quattro trimestri in Europa ma prima dovranno venire tempi peggiori".

    Disintegrazione e disperazione

    Il problema principale della Grecia è che nessuna delle misure di austerità proposte è stata messa in atto. E senza nessuno disposto a rinunciare ai propri diritti si è creata una serie di congiunture negative dove tutto si disintegra e peggiora mese dopo mese come si è potuto vedere dalle recenti tensioni sociali.

    Nel frattempo, il resto dell’Europa è così disperato per la Grecia tanto da continuare come se nulla fosse successo, quindi è molto probabile che entro la settimana la Grecia otterrà la nuova tranche di aiuti internazionali per rimanere a galla, afferma Steen.

    Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Tradingfloor

  6. #6
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    Predefinito Re: Università di Pescara, 1° dicembre 2012: convegno sull'uscita dall'Euro

    Citazione Originariamente Scritto da Bisentium Visualizza Messaggio

    Dal min. 6'58'' al min. 7'44'', Alberto Bagnai smaschera il falso profeta Beppe Grillo:
    "A me non sembra che Beppe Grillo stia esprimendo posizioni critiche sull'Euro. Beppe Grillo sta esprimendo delle posizioni molto scaltre, nelle quali intanto fornisce della crisi una diagnosi che non condivido. Cioè l'attribuisce alla prodigalità dei governi, laddove noi sappiamo che prima della crisi praticamente tutti i debiti pubblici dei paesi che poi sono andati per aria, incluso il nostro, stavano scendendo. Quindi l'analisi di Beppe Grillo è molto simile all'analisi di Mario Monti, un'analisi che non condivido. Poi per quel che riguarda il tema specifico dell'Euro, Beppe Grillo propone un referendum, che nelle attuali condizioni di disinformazione, equivarrebbe a costringere i cittadini a vidimare una scelta che li danneggia. Quindi sono totalmente in disaccordo con Beppe Grillo".
    Ultima modifica di Bisentium; 23-11-12 alle 15:44

  7. #7
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    Predefinito Re: Università di Pescara, 1° dicembre 2012: convegno sull'uscita dall'Euro

    PESCARA: ECCO L'ARS, ''BASTA EURO, TORNARE A SOVRANITA' MONETARIA'' Abruzzo Web Quotidiano on line per l'Abruzzo. Notizie, politica, sport, attualitá.

    PESCARA: ECCO L'ARS, ''BASTA EURO, TORNARE A SOVRANITA' MONETARIA'' di Roberto Santilli
    PESCARA - "Se si vuole salvare l'Italia, dobbiamo uscire dall'Euro e ritornare alla sovranità monetaria che avevamo con la Lira, per ristabilire un vero ordine economico capace di evitare il tracollo del nostro Paese. Perché entro tre anni, o al massimo quattro, l'Italia sarà in ginocchio proprio come la Grecia".

    Anche a Pescara si comcincia a parlare ufficialmente di uscita dall'Euro zona e di ritorno alla Lira.

    Ieri pomeriggio, in una stracolma sala dei Marmi del palazzo della Provincia, di fronte a un centinaio di persone, è stata presentata la sezione pescarese dell'Associazione Riconquistare la Sovranità (Ars) nel corso del convegno "Il tradimento del sogno europeo - Come gli italiani hanno svenduto il paese ai 'Mercati' e perché recuperare la sovranità per la piena attuazione della Costituzione repubblicana", organizzato proprio dalla neotata Ars di Pescara. Insieme al presidente dell'Ars nazionale Stefano D’Andrea, avvocato e professore di diritto privato dell'università della Tuscia, sono intervenuti Fiorenzo Fraioli, ideatore e responsabile del giornale online Ecodellarete.net., Gianluca Baldini, Lorenzo D'Onofrio, Andrea Franceschelli e Giovanni Muzii, i primi quattro pescaresi ad aver aderito all'Ars.

    "L'Unione Europea è un meccanismo, un artificio non funzionante - ha detto D'Andrea al nostro giornale - e quando riusciamo a parlare per un po' di tempo alle persone, la percentuale di colore che mostrano apprezzamenti, o interessi, o addirittura condividono, supera il 50 per cento. Il problema è che in Italia non c'è informazione, viviamo in un sistema di menzogne".

    "All'Italia non è stata tolta soltanto la moneta - ha aggiunto - ma anche la politica monetaria. La politica fiscale è stata del tutto vincolata, le poltiche industriale e commerciale sono impossibili. Sostanzialmente, l'Italia non esiste. L'Unione Europea ha dimiostrato di avere un tale potere 'leggero' che, anche in quei campi nei quali non ha poteri vincolanti come la scuola e l'università, è riuscita a spingerci a riforme che hanno distrutto istituzioni che potevano sfuggire ai vincoli europei".

    L'obiettivo dell'Ars è quello di coinvolgere sempre più persone in tutta la nazione per arrivare a porsi come soggetto in grado di porsi come soggetto politico che abbia al centro delle iniziative l'addio all'Euro e il ritorno alla sovranità monetaria, "l'unico modo per mettere il Paese in salvo, altrimenti il nostro futuro sarà ancora più nero. Nel corso degli anni i 'costruttori' dell'Euro ci hanno raccontato cose non vere e questi sono i risultati. Il Paese è in recessione e non c'è modo di uscirne se non si passa per un recupero fondamentale per tutti noi".

    Durante il convegno sono stati sviscerati numeri e dati volti a svelare quello che in molti considerano ul grande inganno, pianificato a tavolino, che ha portato a considerare i Paesi come l'Italia troppo 'spendaccioni', costringendoli, "con l'introduzione di una moneta senza patria in un'Europa priva di una vera politica comunitaria, a misure di austerity che di fatto la stanno strozzando. Con la Lira l'Italia era uno dei Paesi più ricchi del mondo e aveva un'economia leader in Europa. Entrato l'Euro, con delle politiche neoliberiste terribili, si è ritrovata tra i 'maiali' del vecchio Continente".

    "Con Mario Monti a capo del governo - spiegano i primi soci dell'Ars pescarese - stiamo andando incontro a un disastro recessivo senza precedenti. E con gli economisti neoliberisti che si preoccupano solo di raccontare bugie agli italiani, come quella del debito pubblico come 'problema' e non come ricchezza, i danni stanno aumentando giorno dopo giorno".

    Il 'quartetto' pescarese, composto da avvocati, piccoli imprenditori e studenti, ha intrapreso questa strada seguendo le indicazioni dei lavori di diversi economisti e giornalisti specializzati in economia, come Alberto Bagnai e Paolo Barnard. In particolare, i quattro si sono incontrati durante il primo summit sulla Modern Money Theory a Rimini lo scorso febbraio, summit organizzato proprio da Barnard. In quest'ottica, l'Ars sarà presente sabato 1° dicembre a Pescara, nella sala Giovanni Favetta (Museo delle Genti d'Abruzzo) per la presentazione del libro "Il Tramonto dell'Euro", firmato da Bagnai, professore associato di Politica economica presso la facoltà di Economia dell'università 'D'Annunzio' di Pescara.

  8. #8
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