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    Predefinito Iran, a cosa servono gli idioti




    Durante il periodo delle “rivoluzioni” postelettorali in Iran, abilmente orchestrate e dirette dai servizi segreti israelo-occidentali, avevo detto e scritto di auspicare una tempestiva e drastica repressione degli imbecillissimi manifestanti filo Mousawi ammantati di verde vomito, aggiungendo che non mi sarei scandalizzato se la loro ebete rivolta fosse stata affrontata, in mancanza di altri mezzi, perfino con misure repressive estreme. Purtroppo sono stato accontentato solo a metà. Le misure repressive sono state sì appropriatamente drastiche, ma per nulla tempestive. Le autorità iraniane hanno esitato per giorni prima di decidersi ad affrontare la situazione col pugno di ferro, come andava fatto da subito, con risultati disastrosi. A causa di questo ritardo, oggi in Iran il potere politico è diviso, la popolazione è spaccata ideologicamente e politicamente a metà, l’intero paese si trova in una situazione di debolezza e incertezza politica quale mai aveva conosciuto negli anni passati. Gli effetti di questo disastro rischiano di vedersi molto presto.

    Quando ho affermato di auspicare la repressione, molti lettori mi hanno scritto strepitando che ero un fascista, che ero un nazista, che ero un blogger da poltrona col culo al caldo incapace di comprendere la profonda sofferenza del martoriato popolo iraniano. Questo mi ha fatto molto piacere. E’ bello essere insultati dagli idioti. Quando un idiota ti scarica addosso i suoi improperi, capisci di essere sulla strada giusta e ciò fa bene all’autostima. Senza contare il piacere insostituibile di toglier loro la voce, facendo scomparire i loro strilli sguaiati dalla sezione “commenti” con un semplice click. Quello che purtroppo non mi ha fatto piacere per nulla è stato constatare i danni che questo branco di decerebrati ha prodotto in pochi giorni, tanto all’Iran quanto agli equilibri politici mondiali. Con i loro messaggini su Twitter controllati dalla CIA, con i loro piagnistei sulla libertà e la dremocaz... dermozac.. merdocaz... insomma, quella roba lì, con i loro lagnosi jpg del faccino della povera Neda devastato dal Pomì, questi minus habentes potrebbero aver aperto, senza capirlo (se capissero qualcosa non sarebbero ciò che sono), le porte dell’apocalisse.

    I primi a pagare lo scotto di questa deflagrazione di balordaggine saranno, naturalmente, proprio i balordi da cui tutto è partito. Mentre infatti il ceto medio iraniano era intento a sventolare i suoi stracci verdi per affermare il proprio inalienabile diritto a potersi strafare di birra e mandare le proprie donne a lavorare in una hot line erotica, facendo a pezzi per questi nobili motivi la solidità politica del proprio paese, navi lanciamissili e sommergibili israeliani, equipaggiati con tubi di lancio per missili a testata nucleare, attraversavano lo stretto di Suez - con il consenso delle autorità egiziane e con il beneplacito dell’Europa - per posizionarsi nel Mar Rosso. L’Iran è in questo momento sotto il tiro delle navi da guerra israeliane, armate, fra l’altro, di testate atomiche che non esiterebbero ad utilizzare.

    Grazie all’operato degli idioti di cui sopra, l’Iran si trova oggi in tali condizioni di disunione nazionale da non poter agevolmente affrontare la minaccia rappresentata da Israele. Non sarebbe stato facile affrontarla, ovviamente, neanche qualche mese fa, prima che gli imbecilli distruggessero la coesione politica del paese. Oggi è praticamente impossibile. L’Iran è nel caos e i vertici politici fanno sempre più fatica a tenere sotto controllo la situazione. L’opinione pubblica occidentale, appropriatamente aizzata dalle immagini televisive (in gran parte fasulle) delle “rivolte per la libertà”, ha tolto ogni sostegno al governo dell’Iran, preparandosi a bere pecorescamente qualunque nuova favola di “liberazione dal tiranno” che le venga somministrata. L’amministrazione americana ha già dichiarato, per voce di Joe Biden (vicepresidente USA ed esponente della Lobby ebraica filoisraeliana) che «Israele è libero di fare quel che ritiene necessario per eliminare la minaccia nucleare iraniana». Rimane , certo, l’incognita Obama, ma sarà poi davvero un’incognita? Alcuni vedono Obama come un semplice ritocco cosmetico del consueto imperialismo israelo-americano, studiato per portare avanti, con mezzi più telegienici, il programma dell’era Bush-Clinton; altri lo vedono (e finora mi sembra l’ipotesi più probabile) come una creatura dell’ala sinistra della Lobby ebraica, interessata a sostenere gli interessi della Lobby negli USA e pronta a sfidare l’ala destra (legata agli interessi in Israele e rappresentata da Biden) in un braccio di ferro senza esclusione di colpi. Sia come sia, al momento l’Iran è politicamente isolato. Perfino i suoi alleati dello SCO, Russia e Cina, manifestano atteggiamenti contraddittori. La Russia avrebbe molto da perdere in caso di un attacco israeliano. Il progetto del gasdotto South Stream, con il quale la Russia pensa di consolidare la propria egemonia energetica fornendo idrocarburi all’UE a prezzi concorrenziali, fallirebbe miseramente nel caso in cui l’Iran venisse “normalizzato”, denuclearizzato e ricondotto sotto l’ala delle compagnie petrolifere occidentali, che potrebbero così sopperire, grazie al petrolio iraniano, alla scarsità di materie prima che affligge il loro gasdotto “Nabucco”. Nonostante ciò, la Russia dà segnali preoccupanti e difficili da interpretare. Ha appena concesso agli USA un corridoio aereo e terrestre per portare rifornimenti alle truppe americane in Afghanistan. Non ha ancora fornito all’Iran i promessi missili antierei per difendere le sue installazioni nucleari in caso di attacco. La Cina, con la sua pancia gonfia di dollari americani, potrebbe opporsi solo entro certi limiti ad un progetto militare che l’amministrazione USA decidesse di perseguire in modo compatto. Ci sarà questa compattezza? Le reticenze di Obama e della Clinton riguardo ai progetti avallati da Biden farebbero pensare di no, ma non si può dire. E’ comunque terribile che il destino dell’Iran, e probabilmente del mondo, sia nelle mani delle fazioni in conflitto di un’unica lobby; ed è ancor più terribile che le nazioni del mondo, per convenienza o per idiozia, non capiscano o fingano di non capire il tetro meccanismo geopolitico che si è messo in movimento dopo la destabilizzazione dell’Iran.



    Di questo meccanismo, gli imbecilli verdi dell’Iran - e quelli rossi e neri nostrani, che con le loro lagne sulla “libertà” hanno preparato il campo all’intervento israeliano - sono stati, sono e saranno gli inconsapevoli e fondamentali ingranaggi. Ne subiranno, naturalmente, le conseguenze e altrettanto naturalmente le conseguenze non gli insegneranno nulla. I missili, i bombardamenti, gli eccidi, la devastazione di una nazione, perfino le testate atomiche, possono togliere di mezzo un bel po’ di idioti, non l’idiozia. L’idiozia, per chi sa sfruttarla a dovere, è l’arma più temibile del mondo, dotata di straordinaria flessibilità e suscettibile di infinite applicazioni. Israeliani e americani sono maestri nella gestione e fabbricazione dell’idiozia ed è questo, non le testate nucleari, che fa di loro gli stati più potenti della Terra. Se e quando le bombe israeliane inizieranno a cadere, mi auguro, come miserabile e tristissima consolazione, di poter trovare su Twitter, tra le immagini delle rovine di Teheran, anche le foto jpeg del corpo martoriato di qualche babbeo traditore, con il suo straccio verde deposto pietosamente a coprirne lo scempio e il suo bel santino di Neda ficcato in un occhio. Le abbondanti nevicate di fosforo bianco ebraico si riveleranno assai poco “colorate” per i poveri sciocchi che hanno minato la sicurezza della propria nazione in cambio delle fole televisive assimilate dall’occidente.

    Se e quando le bombe israeliane inizieranno a cadere, desidererò avere mille bocche per sputare nel muso a quei quattro miserabili di Rifondazione Comunista – partito che mi sembra incredibile, incredibile, aver sostenuto fino ad appena tre anni fa – che sono andati a farneticare sotto l’ambasciata iraniana di Roma di "Solidarietà e sostegno alla lotta del popolo iraniano". Come se quattro gatti manovrati da un potere straniero rappresentassero un “popolo” o una “lotta”. Questi hanno perso, insieme ad ogni memoria del loro passato e ad ogni capacità di analisi politica strutturata, anche il ben dell’intelletto. Immagino che in caso di attacco israeliano all’Iran organizzeranno un’altra bella manifestazione di protesta, ma senza far troppo rumore, mi raccomando, non si sa mai che si possa essere tacciati di antisemitismo quando denunci il massacro di migliaia di persone (non di tre o quattro scalmanati, tardivamente arginati dal legittimo governo iraniano dopo i disordini elettorali) perpetrato dalle miti “vittime del nazismo”. Oppure non faranno proprio nulla e se ne resteranno a vaneggiare di lotta operaia e di diritti dei gay su Facebook e sull’autobus. Forse mille bocche sarebbero eccessive, viste le cifre millidecimali a cui è ridotta ormai la loro rappresentanza, l’importante sarà avere sufficiente saliva.

    Nel frattempo Israele rafforza i legami con gli stati arabi come l’Egitto che hanno paura di un Iran nucleare; testa i suoi Arrow (missili intercettori) dalle navi americane nell’Oceano Pacifico, in caso Siria e Iran dovessero provare a reagire all’attacco; manda i suoi jet F16C a compiere esercitazioni nella base aerea di Nellis, in Nevada; prepara le sue truppe nel Kurdistan iracheno, regione che si è dichiarata indipendente e le cui milizie sono addestrate e controllate dagli israeliani, preparandosi così una nuova piattaforma d’attacco. “Non è per caso che Israele sta compiendo queste esercitazioni a largo raggio in maniera così scoperta”, ha detto un ufficiale della difesa israeliano, “Questa non è un’operazione segreta. E’ qualcosa che si compie pubblicamente e che dimostrerà le capacità di Israele”. Viene da chiedersi quale e quanto appoggio Israele riceverà dagli USA in caso di attacco, anche se, a giudicare dalla pronta accoglienza ricevuta dai sionisti nelle basi militari americane, è bene non farsi troppe illusioni sulla possibilità che l’amministrazione USA possa porre un freno alle mire egemoniche di Israele nel Medio Oriente. Un attacco all’Iran farebbe presto dimenticare al mondo anche le richieste di Obama sullo smantellamento degli insediamenti in Palestina, risolvendosi per Netanyahu in un doppio vantaggio.

    In questo momento le navi e i sommergibili israeliani che tengono l’Iran sotto tiro, e la debolezza interna e internazionale dell’Iran, rappresentano uno scenario esplosivo, che potrebbe coinvolgere tutte le nazioni del mondo nella sua deflagrazione. Una deflagrazione di cui dovremmo ringraziare non solo la spregiudicatezza degli ebrei nel perseguire i loro obiettivi, ma anche la stupidità dei suoi milioni di zombi, telecomandati dalle operazioni di guerra psicologica mediatica. Israele è un nemico invisibile e difficile da colpire. Le orde dei suoi automi decerebrati, invece, sono visibilissime e si può studiare il modo di neutralizzarle.

    C’è stato un momento, un mese fa, in cui mi sono chiesto se valesse davvero la pena di dedicare tanti post e tante discussioni ad una bufala mediatica insignificante e palesemente ridicola come la “morte di Neda”. Mi rendo conto adesso che non era inutile né insignificante. Se con quelle discussioni sono riuscito a sottrarre anche solo un paio di soldati-zombi all’esercito nemico, se sono riuscito a farne rinsavire anche solo una decina, forse non è stato tempo sprecato. In ogni caso, sia stato molto o poco, è tutto quello che potevo fare. Penso che si possa comunque fare di più. E’ difficile far rinsavire gli sciocchi, ma gli sciocchi sono sciocchi per tutti. In fondo, una volta compresi i meccanismi delle psyop e le loro finalità, non dovrebbe essere difficile utilizzare internet per crearne di nostre o ribaltarle a nostro vantaggio. E se cominciassimo a pensarci? O vogliamo lasciare per sempre l’arma più potente del mondo, l’incapacità del 90% dell’umanità di riflettere su ciò che vede e sente, nelle mani del nemico?

    A COSA SERVONO GLI IDIOTI - Gianluca Freda BLOGGHETE!!

  2. #2
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    Predefinito Riferimento: Iran, a cosa servono gli idioti

    Buona analisi sul ruolo degli utili idioti nostrani, anche se mi sembra anche troppo pessimista sulla situazione iraniana. L'Iran non e' nel "caos", anche se sicuramente le vicende post elettorali, con il sostegno di TUTTI i massmedia occidentali, hanno contribuito fortemente a delegittimare e indebolire il governo di Ahmadinejad, che ormai in occidente e' isolato.

    Per fortuna che esistono Russia e Cina e scusate se e' poco.

  3. #3
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    Predefinito Riferimento: Iran, a cosa servono gli idioti

    L'Iran non è per niente in difficoltà,è vivo e vitale.
    se la rivoluzione crolla per una marcia di filooccidentali
    sovvenzionati da sion allora tocca riconoscere che
    era un fallimento,ma così non sarà.
    Per il resto concordo su tutto in particolar modo sugli
    idioti pronti a bersi la merda propugnata dalla inaffidabile
    stampa sionista.

 

 

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