E' di almeno tre morti e 90 feriti, 75 uomini e 15 donne, il bilancio dell'attentato suicida vicino a Kabul con cui cui i talebani hanno voluto vendicare quattro loro compagni, impiccati mercoledì per ordine del presidente afghano Hamid Karzai.

La motivazione dell'attacco e' stata resa nota da un portavoce degli ex studenti coranici, Zabihullah Mujahid. Teatro della strage Maidan Shahr, capoluogo della provincia orientale di Maidan Wardak, circa 35 chilometri a sud-ovest della capitale.

Il kamikaze si e' lanciato a bordo di un'auto-cisterna carica di esplosivo contro un centro di addestramento per le truppe e la polizia locali, gestito dal contingente dell'Isaf, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza guidata dalla Nato, e si e' fatto saltare in aria.

La maggior parte delle vittime sono civili, ma tra i feriti ci sono anche diversi soldati alleati, come riconosciuto dallo stesso Comando atlantico. Insieme ai quattro ribelli erano stati giustiziati altri dieci condannati: un'esecuzione di massa con pochi precedenti nel Paese centro-asiatico, che ha suscitato veementi polemiche anche in Occidente.