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«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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“domenica 17 febbraio 2019
Domenica di Settuagesima[/B]
Stazione a San Lorenzo fuori le mura.
Semidoppio - Domenica privilegiata di II classe.
Paramenti violacei.
Per comprendere pienamente il senso dei testi della Santa Messa di questo giorno, bisogna studiarli in corrispondenza delle lezioni del Breviario, perché, nel pensiero della Santa Chiesa, la Santa Messa e l'Ufficio sono una cosa sola. Le lezioni e i responsori dell'Ufficio della notte durante tutta questa settimana sono tratti dal libro della Genesi e narrano la creazione del mondo e quella dell'uomo; la caduta dei nostri primi genitori e la promessa di un Redentore; di più l'uccisione di Abele e le generazioni di Adamo fino a Noè.
«In principio - dice il Libro Santo - Dio creò il cielo e la terra e formò l'uomo su la terra e lo pose in un giardino di delizie perché lo coltivasse» (III e IV responsorio del Mattutino). Tutto ciò è una figura. «Il regno dei Cieli - spiega San Gregorio - è detto simile ad un padre di famiglia che prende degli operai per coltivare la sua vigna. Ora, chi più opportunamente può essere rappresentato nel padre di famiglia se non il nostro Creatore, il quale regge con la sua provvidenza ciò che ha creato e che governa i suoi eletti in questo mondo, così come il padrone ha i servi in casa sua? E la vigna che Egli possiede è la Chiesa Universale, dal giusto Abele fino all'ultimo eletto che nascerà alla fine del mondo. E tutti quelli che con fede retta si sono applicati e hanno esortato a fare il bene, sono gli operai di questa vigna. Quelli della prima ora, come quelli della terza, della sesta e della nona, designano l'antico popolo ebreo, il quale, dopo l'inizio del mondo, sforzandosi nella persona dei suoi santi, di servire Dio con fede sincera, non hanno cessato, per così dire, di lavorare nella coltivazione della vigna. Ma all'undecima ora sono chiamati i Gentili e a loro sono indirizzate queste parole: Perché state qui tutto il giorno senza far nulla?» (III Notturno del Mattutino). Dunque, tutti gli uomini sono chiamati a lavorare nella vigna del Signore, cioè a santificarsi e a santificare il prossimo glorificando con questo mezzo Dio, poiché la santificazione consiste a non cercare il nostro bene supremo che in Lui.
Ma Adamo venne meno al suo compito. «Poiché tu hai mangiato il frutto che io ti avevo proibito di mangiare - gli disse il Signore - la terra sarà maledetta e ne trarrai il nutrimento con gran fatica. Essa non produrrà che spine e rovi. Tu mangerai il tuo pane, prodotto dal sudore della tua fronte fino a che non sarai tornato donde fosti tratto». «Esiliato dall'Eden dopo la sua colpa - spiega Sant'Agostino - il primo uomo trascinò alla pena di morte e alla riprovazione tutti i suoi discendenti, guasti nella sua persona come nella loro sorgente. Tutta la massa del genere umano condannato cadde in disgrazia, o piuttosto si vide trascinata e precipitata di male in male» (II Notturno del Mattutino). «I dolori della morte m'hanno circondato» dice l'Introitus; e la Stazione ha luogo nella Basilica di San Lorenzo fuori le mura, contigua al Cimitero di Roma. «È assai giusto, aggiunge l'Oratio, che noi siamo afflitti per i nostri peccati». Così la vita cristiana è rappresentata da San Paolo nell'Epistola come un'arena dove bisogna lottare per riportare la corona. La mercede della vita eterna, dice anche l'Evangelium, viene concessa solo a quelli che lavorano nella vigna di Dio e, dopo il peccato, questo lavoro è penoso e duro. «O Dio, domanda la Santa Chiesa, accorda ai tuoi popoli che sono designati da te sotto il nome di vigne e di messi, che dopo aver sradicato i rovi e le spine, siano atti a produrre frutti in abbondanza, con l'aiuto del nostro Signore» (Oratio dopo l'VIII profezia del Sabato Santo).
«Nella sua sapienza - dice Sant'Agostino - Dio preferì ricavar il bene dal male anziché permettere che non accadesse nessun male» (VI Lezione del Mattutino). Dio ebbe difatti pietà degli uomini e promise loro un secondo Adamo che ristabilisse l'ordine turbato dal primo. Grazie a questo novello Adamo essi potranno riconquistare il cielo sul quale Adamo aveva perduto ogni diritto essendo stato cacciato dall'Eden, «che era l'ombra d'una vita (migliore)» (IV Lezione del Mattutino).
«Tu sei, Signore, il nostro soccorso nel tempo del bisogno e dell'afflizione» (Graduale); «presso di te è la misericordia» (Tractus); «fa' che risplenda la tua faccia sopra il tuo servo e salvami nella tua misericordia» (Communio). Infatti, «Dio che creò l'uomo in una maniera meravigliosa, lo redense in modo più meraviglioso ancora (Oratio dopo la I profezia del Sabato Santo) poiché l'atto della creazione del mondo al principio non sorpassa in eccellenza l'immolazione del Cristo, nostra Pasqua, nella pienezza dei Tempi (Oratio dopo la IX profezia del Sabato Santo)». Questa Santa Messa, studiata in relazione alla caduta di Adamo, ci mette nella disposizione voluta per cominciare il Tempo di Settuagesima e per farci comprendere la grandezza del mistero pasquale al quale questo Tempo ha per scopo di preparare le anime nostre.
Per corrispondere all'appello del divin Maestro che viene a cercarci fin nell'abisso dove ci ha sprofondati il peccato del nostro primo padre (Tractus), andiamo a lavorare nella vigna del Signore, scendiamo nell'arena e incominciamo con coraggio la lotta la quale si intensificherà sempre più nel Tempo della Quaresima.
Dal libro Enchiridion di Sant'Agostino, Vescovo.
Cap. 25, 26 e 27 del tomo 3.
Il Signore aveva minacciato l'uomo di punirlo di morte se avesse peccato: l'aveva sì dotato del libero arbitrio, in modo però che lo tenesse soggetto al suo comando ed eccitasse in lui il timore della sua rovina; e lo collocò in un paradiso di delizie, che non era che l'ombra d'una vita migliore, dove sarebbe giunto se avesse conservato la giustizia. Esiliato egli dall'Eden dopo il suo peccato, incatenò alla pena della morte e della riprovazione anche la propria stirpe, che peccando aveva contaminato in se stesso, come nelle sue radici: così che qualsiasi discendente, che doveva nascere da lui e dalla sua sposa - condannata come lui e che l'aveva indotto al peccato -, tramite quella concupiscenza carnale, in cui veniva fatta corrispondere una pena simile alla sua disobbedienza, contrasse il peccato originale, e meritò d'essere trascinato in mezzo a errori e dolori d'ogni specie, sino al supplizio estremo e senza fine cogli angeli infedeli, suoi corruttori, padroni e compagni della sua infelice sorte.
Così per un solo uomo il peccato entrò nel mondo, e, col peccato, la morte: la quale così passò in tutti gli uomini per mezzo di colui in cui tutti peccarono (Rom 5:12). Ciò che l'Apostolo chiamò in questo luogo “mondo”, è tutto il genere umano. Tale era dunque lo stato delle cose. Tutta la massa del genere umano condannata giaceva nel male, o addirittura vi si rotolava, e si vedeva precipitata di male in male; e associata a quella parte di angeli che avevano peccato, scontava le pene meritatissime della sua empia prevaricazione.
Indubbiamente rientra nella giusta collera di Dio tutto ciò che i malvagi compiono volentieri con cieca e indomita concupiscenza e tutto ciò che malvolentieri subiscono con pene esplicite e manifeste: tuttavia la bontà del Creatore non cessò di manifestarsi sia verso i cattivi angeli, conservando loro la vita e la potenza sempre attiva - senza la quale cesserebbero d'essere -, come verso gli uomini propagandone la razza, benché nati da ceppo viziato e condannato, formandone i corpi che anima, disponendone le membra che armonizza colle diverse età, mantenendone la vivacità dei sensi secondo la disposizione degli organi e fornendolo di alimenti. Egli giudicò infatti meglio tirar il bene dal male piuttosto che non permettere che avvenisse alcun male.”
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«TEMPO DI SETTUAGESIMA Preparazione remota alla Santa Pasqua.
CATECHISMO MAGGIORE DI SAN PIO X Delle domeniche di Settuagesima, Sessagesima e Quinquagesima.»
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«MISTERO DELLA REDENZIONE
TEMPO DI SETTUAGESIMA
(Domenica di Settuagesima, 17 febbraio - Martedì di Quinquagesima, 5 marzo A.D. 2019)
Capitolo I - STORIA DEL TEMPO DI SETTUAGESIMA
Guéranger, L'anno liturgico - Storia del tempo di Settuagesima
Capitolo II - MISTICA DEL TEMPO DI SETTUAGESIMA
Guéranger, L'anno liturgico - Mistica del tempo di Settuagesima
Capitolo III - PRATICA DEL TEMPO DI SETTUAGESIMA
Guéranger, L'anno liturgico - Pratica del tempo di Settuagesima »
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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda»
“Disponibile il numero 148 di Sursum Corda del giorno 17 febbraio 2019
https://www.agerecontra.it/2019/02/d...febbraio-2019/
Indice del Numero 148 di Sursum Corda, 17 febbraio 2019
– Comunicato numero 148. La vicenda della donna adultera;
– Commento di Mons. Garofalo alla vicenda della donna adultera;
– Preghiera ai Santi Faustino e Giovita, Martiri;
– Orazioni a San Valentino, Prete e Martire;
– Alcuni fatti miracolosi su Gesù Bambino, parte 6.
fonte – https://www.sursumcorda.cloud/settim...sum-corda.html ”
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https://www.agerecontra.it/2019/02/i...-settuagesima/
“Catechismo Maggiore di San Pio X – Delle domeniche di Settuagesima, Sessagesima e Quinquagesima
(nel 2019: 17 febbraio, 24 febbraio e 3 marzo)”
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