Originariamente Scritto da
Cuordileone
Tutti gli atei osannano Giordano Bruno come "martire dell'oscurantismo" oppure sono sempre pronti a tirarlo in ballo ogni volta che si vuole fare un esempio di gente ammazzata dall'inquisizione.
A parte che, a quei tempi, la mentalità era radicalmente diversa e non si era ancora innestato bene il concetto di "valore della vita" che abbiamo oggi; Giordano Bruno fu una specie di esaltato impazzito responsabile della sofferenza e della morte di un numero consistente di persone. A questo proposito vi faccio leggere un estratto dal libro "Fregati dalla Scuola di
Rino Camilleri.
Giordano Bruno era un monaco domenicano dichiaratamente eretico. Gettò il suo accusatore nel Tevere e fuggì dall'Italia. Più che un filosofo era un mago, e si inimicò tutti i posti nei quali andò peregrinando. Fu scomunicato perfino dai protestanti. Si rifugiò in Inghilterra, dove venne accolto da Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena. Lui, in cambio, le denunciava i cattolici (la persecuzione anglicana nei confronti dei cattolici inglesi fece più di settantamila vittime). Ma dovette fuggire anche da lì. Se ne andò a Venezia, la quale, per dispetto al Papa proteggeva gli eretici. Qui si installò in casa del nobile Mocenigo; questi lo manteneva in cambio della promessa di imparare la millantata "arte della memoria" che Bruno sosteneva di possedere. Quando il Mocenigo trovò Bruno a letto con sua moglie lo denunciò alle autorità, le quali furono ben felici di sbarazzarsene consegnandolo all'Inquisizione romana. Bruno, che -lo ricordiamo- era un frate, abiurò ma poi tornò sulle sue decisioni, in un balletto continuo che durò anni. Alla fine venne abbandonato al braccio secolare come mago, eretico e sovversivo.
Seraphim