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italicum
ovviamente nessuno ricorda l'intervento di Prodi nel 1997: la tav servirà per quando i costi dei carburanti delle navi portacontainer saranno alle stelle (ergo, per non bloccare i flussi dall'oriente e magari, ORRORE, fare ritornare qui le fabbriche prima di aver completamente soggiogato i non privilegiati China style - nessuno ha fatto caso che negli ultimi tempi Prodi è diventato lobbista per la cina?)
Tav, l'ennesimo progetto mondialista!
i rapporti di Prodi con la Cina:
GIÀ, la Cina. Non esattamente una democrazia. Eppure a Pechino Prodi è di casa tanto quanto lo era Berlusconi a Tripoli. Amicizia? Consonanza ideale? Macché, affari. Da presidente della commissione europea, favorì l’ingresso della Cina e delle sue merci nel Wto, da premier intensificò il rapporto fino a divenire, come sussurra un prodiano, «forse il principale lobbista europeo con Pechino». Prodi insegna nelle università cinesi, commenta la politica internazionale per la tv di Stato, vanta eccellenti rapporti personali col premier Wen Jiabao. Se, nella retorica odierna, la sollevazione libica viene paragonata a quella cinese dell’89, giova ricordare che Prodi si dichiarò favorevole alla sospensione all’embargo europeo sulla vendita di armi alla Cina introdotto dopo la repressione dei manifestanti di piazza Tienanmen. Fu quando, nel 2006, da premier scortò un migliaio di uomini d’affari italiani a Pechino. Le organizzazioni cattoliche gli chiesero di sollecitare la liberazione dei vescovi imprigionati per motivi religiosi, i radicali gli chiesero di adoperarsi a favore dell’autodeterminazione del Tibet, le associazioni umanitarie di battersi per il rispetto dei diritti umani. Nulla di tutto ciò. Oltre a caldeggiare gli interessi dell’industria bellica, Prodi trovò solo il tempo di sostenere l’integrità territoriale cinese. Con buona pace di Taiwan. Quanto al Dalai Lama, quando venne a Roma si guardò bene dal riceverlo.
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