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  1. #11
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    Predefinito Riferimento: Poesie del Cattolicesimo integrale

    ECCO UNA "POESIA" CHE HO TROVATO IN UNA PICCOLA E SCONOSCIUTISSIMA RACCOLTA DI UN "POETA", NON GIOVANE D'ETà MA "GIOVANE" DI PENSIERI, IN UN MONDO DOMINATO DA VECCHIE ERESIE.

    GIUSEPPE MENDELLA "ARMONIE E DISSONANZE" L'AUTORE LIBRI, FIRENZE, 2000, P. 53-55

    "MEA CULPA"

    Ministri sono del Signore, eppure
    svellono il Credo nostro. Ora perseguono
    conferme di primato universale,
    da giudei e musulmani, da induisti
    e pur buddisti, da animisti ed atei,
    come da cristiana fratta selva.

    Lettera del Vangelo a tempo oscurano,
    relegando Gesù a mera icona.
    Ricetto invece fu la Sposa Mistica
    di prevaricazioni e orrori e vizi,
    una sentina di nequizie unica,
    da Pietro a Pio Duodecimo in opera.

    Si offuscano e atti di Apostoli e Santi,
    Dottori e Papi, e tradizioni memori,
    orali e scritte, e una fede di popoli
    ben di secoli salda, oggi spossata:
    Fu detto: "Il mondo di Dio è in voi"
    a immemori che il Verbo era nel mondo.

    [...]Provocano per tanto avvilimento
    le rese a partigiane attività
    della superba diaspora ebraica,
    della fanatica eresia islamica.
    Creano apostati codeste insonni
    azioni negatorie vaticane.

    Duole e anche sdegna l'asserzione omessa:
    la Chiesa, società perfetta,è il nuovo
    popolo dal Crocifisso e dalla fede eletto.
    Scandalo invece desta la ratifica,
    extra Vangelo, di un'etnia incredula,
    accusatrice implacata di Cristo.

    [...]Ma oltre la negazione trinitaria,
    par che onorare si debba anche il culto,
    proprio fittizio, de seguaci islamici.
    Ma Maometto predetto non fu,
    e non compì miracoli, e il "devoto"
    ignaro volle e al credo suo prono.

    Umane brame e terreni piaceri
    traslò nei tersi oltremondani azzurri,
    l'anima alla materia impastando.
    Intorno a debolezze e umiliazioni,
    quelle amorose per Zainab e Ayesha,
    con sure eresse alti e dialettici argini.

    é "fede", questa, di conquiste umane,
    di aggregazioni d'esseri, serrati
    entro oppressive gabbie di coazioni,
    religiose, civili, economiche.
    Il Giudeo anela a imperio sommo e s'isola,
    s'espande, invece, e incorpora l'islamico.

    Ma il creato è di Dio, ed Uno e Trino,
    tre Persone in unità di natura,
    Amor di Padre, Carità di Figlio,
    Comunione di Spirito Santo.
    E, qual Dio incarnato, assunti i debiti,
    Cristo affranca il fedele al Verbo ligio.


    UNA SENTITA POESIA CONTRO I COSIDDETTI "TRE GRANDI MONOTEISMI": MODERNISMO, GIUDAISMO, ISLAMISMO.

  2. #12
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    Predefinito Riferimento: Poesie del Cattolicesimo integrale

    I frutti del "Concilio Vaticano II"

    "Novator modernisti" in Vaticano,
    dopo il subbuglio del concilio aperto
    ad ogni esperimento anche mondano
    han lasciato nel gregge gran sconcerto.

    Non si può più parlar di vera fede,
    di una mission lanciata alla conquista
    di anime infedeli cui si ascende
    con celestial candor che non arresta.

    Il suo fervor neppur con il martirio
    come disse Gesù: andate ovunque
    confermate la fede anche in delirio
    convertite a me il genio e l'uom qualunque,

    non fermandovi mai fino agli estremi
    confini della terra. Acché il mio Regno
    sia unico, perenne e senza schemi,
    con un unico Pastor sotto il mio segno!

    Ma oggi dì di tutto vi è menzione,
    di tutto si straparla: di diritti,
    di uman valori, di comune azione,
    di "solidarietà" verso gli afflitti.

    Si tende quindi tutto a "umanizzare"
    in un sincretismo che ogni cosa abbraccia,
    formando quindi un variopinto altare
    in cui c'è il Cristo e Buddha faccia a faccia!

    Vi è poi il divieto, imposto ed accettato,
    di convertire islamici e "ortodossi";
    di ebrei nemmen si parli, ch'è assodato
    che son i "maggior fratelli" ultra promossi...

    E il Papa slavo, in cielo, mare e terra,
    va chiedendo perdono ai protestanti,
    le più antiche scomuniche sotterra,
    gli eresiarchi riabilita e, più avanti,

    riscopre che Lutero e i calvinisti
    eran in fondo antesignani
    dei teologi fieri modernisti
    che han fondato la "Chiesa del domani"!

    e infin "riparazione sacrosanta,
    solenne, eterna per i fratelli ebrei":
    dai cattolici sorse malapianta
    che falcidiò in Europa i "semidei",

    con "forni", "gassazione" ed abbominio
    che debellò "milioni" di persone:
    in ginocchio davanti a tal "sterminio"
    ed eterna sia la nostra espiazione!...

    Così, purgati e afflitti, forse un giorno
    sommessi chiederem: "Ma i nostri santi?"
    Son solo un ornamento da soggiorno:
    la "nuova Chiesa" deve andare avanti!

    Adino Fasolin

  3. #13
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    Predefinito Riferimento: Poesie del Cattolicesimo integrale

    Una poesia del 1890 contro l’unità d’Italia


    Pubblicata a Genova ne “Il Canzoniere di un clericale” del 1890 con lo pseudonimo di Leonzio Piper, in realtà fu scritta da un giovane sacerdote, Don Giacomo Pastori, giornalista intransigente, antiunitario e poi antimodernista.
    L’Italia, bella e sana quando era “espressione geografica” divisa in molti stati, si mostra ora pietrificata con i suoi abitanti del passato (i grandi) e del presente (il popolino ripiegato su se stesso, impoverito e immiserito nel suo continuo tentativo di soddisfare i bisogni primari), nel momento che le logge massoniche l’hanno unificata con la frode e il maneggio politico. Quando gli stranieri vengono a chiedere notizie della sua antica e multiforme grandezza, l’Italia e gli “italiani” risultano muti, fusi nel bronzo, imprigionati nel marmo, sepolti nella pietra di un passato glorioso ma archiviato. Al loro posto parlano la Squadra e il Compasso ovvero le elites culturali e politiche del risorgimento e di una unificazione italiana, fatta senza popolo e contro il popolo. Una satira magistrale, sferzante nel suo crudo realismo, attualissima e scritta con ottimo mestiere.


    1

    La Squadra e'l Compasso
    Che fecer l’italia
    L’han fatta di sasso.
    La diedero a balia
    Ma quando ai redenti
    Poi crebbero i denti,
    Temendo lo strame
    (Già messo da parte)
    Per subita fame perduto
    N'andasse, con arte,
    Con birba retorica
    La Squadra e'l Compasso
    Li fecer di sasso.

    2

    Oh comoda sorte!
    Oh bella una gente
    Di sasso! Essa e’forte,
    Nè soffre di niente;
    Non mangia, non beve,
    Gl'insulti riceve,
    Con tutti sta’n pace,
    Non urta i partiti;
    Si tosi, essa tace,
    Non suscita liti;
    Si batta, e' impossibile
    Si mova d’un passo,
    Un popol di sasso.

    3

    E poi (oltr'a questo)
    Un popolo tale
    È un popolo onesto:
    Dà bene per male;
    Per chi lo strapazza,
    Fatica e s'ammazza.
    Il proprio padrone
    (Menassegli ancora
    Su'l capo un bastone)
    Pur l'ama, L'adora;
    Non pensa a rivincite,
    Non fa lo smargiasso
    Un popol di sasso.

    4

    E' smunto, rimunto,
    Pur soffre e sta zitto,
    Di dentro è consunto,
    Pur serbasi ritto,
    Pur mostra allegria
    Di fuori, ed oblia
    La fame e gli stenti,
    L'ingiurie, i dolori;
    Tien l’alma coi denti,
    Pur sbracia.. a'l di fuori!
    Non scopre'l suo debole,
    Non segna ribasso
    Un popol di sasso.

    5

    Se latte mai chiede
    De' geni a la balia,
    L'estrano,e poi vede
    Il popol d’italia
    Un popolo "fuso",
    S'arresta confuso,
    Ripensa e fra sè'
    Intanto domanda:
    L'italia! Oh Dov'è'
    La terra ammiranda?
    - E' questa - risposegli
    La Squadra e'l Compasso -
    L'italia.
    - Di sasso?! -.

    6

    - Di sasso, sicuro-.
    - E i grandi ove sono,
    I grandi che furo
    Si largo suo dono?-.
    - Oh Dio! Non avete
    Voi Gli Occhi? Vedete
    Quei marmi ammirandi
    Che s'ergono intorno?
    Son essi quei grandi,
    I grandi d’un giorno-.
    Li ammira 'n statua
    Li imita ne’l masso
    Il popol di sasso.

    7

    E poi, se non sempre
    Riesce a imitarli
    (Chè ha deboli tempre,
    Nè' spera arrivarli)
    Di sasso una gente
    Rossore non sente;
    Va'nnanzi ignorante,
    Non tira a gonfiare,
    Per lei è bastante
    Che s'abbia a mangiare...
    Insomma l'italia
    Devota e'a'l Compasso...
    L'italia è di Sasso!

    Leonzio Piper

  4. #14
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    Predefinito Riferimento: Poesie del Cattolicesimo integrale

    DOPPIO SONETTO CONTRO LE "ODI BARBARE" DI GIOSUè CARDUCCI
    IN QUESTO DOPPIO SONETTO IL PADRE CASOLI SBEFFEGGIA CON PIGLIO SATIRICO LA TRISTA GENIA DEI NUOVI POETI BARBARI (CARDUCCI IN TESTA), QUASI VATICINANDO NEGLI ULTIMI VERSI LA FUTURA DISTRUZIONE DELLA STRUTTURA TRADIZIONALE DEL COMPONIMENTO E DEL VERSO.
    GRADEVOLISSIMO LO STRALE ANTIDEMOCRATICO (QUI DEMOCRAZIA è INTESA COME IMBARBARIMENTO), ASSAI NOBILE SULLA PENNA DI UN PADRE GESUITA

    GUELFO NERO

    ---------------------------

    L'ARTE NUOVA

    LASCIA DANTE IL PETRARCA E L'ARIOSTO,
    FIGLIUOL MIO CARO, E TUTTI I VECCHI IN MAZZO:
    BUTTATI AL NOVO, E TU VEDRAI CHE TOSTO
    AVRAI FAMA E DENARI, O CH'IO M'AMMAZZO.

    STROLOGA UN METRO, E DENTRO, A OGNI COSTO,
    FICCAVI QUANTO PUò FRULLARE A UN PAZZO:
    EBE, LA TIGNA, IL VESPERO, L'ARROSTO,
    UNA BESTEMMIA, UN BARBARISMO, UN LAZZO.

    MA SOPRA TUTTO NE LO STIL PROCURA,
    TI RIESCA DI NOBILE E VOLGARE,
    DI PATETICO E BUFFO, UNA MISTURA.

    E LA MINCHIONERIA PIù BESTIALACCIA,
    SERBA ALLA CHIUSA, CHE VI SEMBRI STARE
    PER FA LE CORNA DEL LETTORE IN FACCIA.

    ----

    PER FAR LE CORNA DE' LETTORI IN FACCIA
    DEVE APPUNTO SERVIR LA POESIA;
    E CHI IL CONTRARIO A PERSUADER SI SBRACCIA,
    METTI PUR CONTO CHE UN PEDANTE EI SIA.

    PERROCHè, FIGLUOL MIO, PIACCIA O NON PIACCIA,
    OGGI IN TUTTO CI VUOL DEMOCRAZIA;
    ARTE L'ARTE NON è, SE NON PROCACCIA
    DI PUTIR PIù CHE PUò DI VILLANIA.

    SICCHè, SE TU VUOI SOLDI E NOMINANZA,
    FIGLIUOL MIO CARO, TI CONVIEN CHE LASSI
    L'ESTETICA IL BUON SENSO E LA CREANZA.

    E TU VEDRAI CHE, SE UN PO' PIù SI CAMPA,
    INFINO AL VERSO SGANGHERAR DOVRASSI,
    PERCHè SIA DETTO CH'è DI BUONA STAMPA.

    PADRE ALFONSO MARIA CASOLI S.J. 1895

  5. #15
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    Predefinito Riferimento: Poesie del Cattolicesimo integrale

    "LA SCONSOLATA BUCA"

    SEVERA POESIA DI PADRE VITTORIO GENOVESI SUL FUNERALE DI UN PROTESTANTE, PUBBLICATA NEL SUO SAGGIO APOLOGETICO "ALLA CHIESA CREDO, AI PROTESTANTI NO! CATECHISMO CATTOLICO ANTIPROTESTANTICO" (POMPEI, 1949)

    SENZA IL SUON DE LE CAMPANE
    SENZA CROCE E SENZA UN CERO,
    L'HAN PORTATO AL CIMITERO
    QUELLA CAROGNA DI VIL CANE;
    SENZA PRECI E SENZA RITO
    L'HANNO POSCIA SEPPELLITO.
    NE LA FREDDA FOSSA OR GIACE
    DERELITTA QUELLA SPOGLIA;
    NESSUN FIORE VI GERMOGLIA,
    NON VI SPLENDE ALCUNA FACE;
    AL MATTINO E ALLA SERA
    NON VI GIUNGE UNA PREGHIERA.
    QUAL DI NOTTE SENZA STELLE
    UN MISTERO PAR CHE INCOMBA
    TENEBROSO SU LA TOMBA
    DI QUELL'EMPIO A DIO RIBELLE,
    E LA BUCA SCONSOLATA
    è DA TUTTI ABBANDONATA.
    MA NE L'ORA CHE NATURA
    TACE, AVVOLTA D'ATRO MANTO,
    ECO LUGUBRE DI PIANTO
    VIEN DA QUELLA SEPOLTURA,
    E COL MURMURE DEL VENTO
    UN LUNGHISSIMO LAMENTO.
    QUINDI LEVASI IMPROVVISO
    UNO SPETTRO DA L'AVELLO,
    LIEVE VOLA A QUELL'OSTELLO,
    DONDE MORTE L'HA DIVISO,
    E AI PARENTI TRADITORI
    DI PAURA AGGHIACCIA I CUORI.
    MA CON VISO ANCOR PIù TRUCE
    SPESSO ACCANTO A Sè LO VEDE
    QUELL'INIQUO CHE LA FEDE
    GLI STRAPPOò CHE AL CIEL CONDUCE,
    E A LUI GRIDA L'ALMA IGNUDA:
    "GIù TI ASPETTO, INFAME GIUDA!"

    RIMA: ABBACC

  6. #16
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    Predefinito Riferimento: Poesie del Cattolicesimo integrale

    IN MORTE DI UN SOLDATO DEL PAPA

    ERI SOLO ORAMAI! DAL BALUARDO
    STANCHI E SCORATI SI PARTIANO I FORTI;
    MA TU, SALDO AL TUO POSTO E PIù GAGLIARDO
    NEL RUINAR DELLE INCLINATE SORTI,

    E IL PURO E BELLO E ANTICO TUO STENDARDO
    ALTO REGGENDO TRA I FUGGIASCHI E I MORTI,
    ANCOR LA VOCE, ANCOR SECURO IL GUARDO
    SOL UNO OSAVI ALL'OSTIL FURIA OPPORTI.

    COME E QUANDO CADESTI? UN IMPROVVISO
    GEL TI COSTRINSE IL CORE ED UN RIBREZZO
    ATRO DI MORTE SCOLOROTTI IL VISO,

    E FU QUANDO PASSATI A L'INIMICO
    I TUOI VEDESTI, CHE METTEANO A PREZZO
    IL PURO E BELLO TUO STENDARDO ANTICO.

    IL PURO TUO STENDARDO ANTICO E BELLO
    OR TECO POSA SUL SEPOLCRO E ATTENDE:
    CH'EGLI è COSA IMMORTALE E Nè L'AVELLO
    Nè L'0BLIAR DEI POSTERI L'0FFENDE.

    MA QUANDO NOVO SONERà L'APPELLO
    PER LE NOVE BATTAGLIE E SU LE TENDE,
    DOV'OR TRESCANDO IL TRADITOR DRAPPELLO
    A' SUOI GUADAGNI COL NEMICO INTENDE,

    SCOPPI L'ULTRICE FOLGORE DIVINA
    CH'I REI, DEMENTI DI TERROR, TRAVOLGA
    PER Sè MEDESMI A LA FATAL RUINA;

    ALLOR, CARO, SARà CHI SE NE VEGNA
    MEMORE A LA TUA TOMBA E DI Là TOLGA,
    PER DARLA AL VENTO, LA TUA SANTA INSEGNA

    PADRE ALFONSO MARIA CASOLI S.J. 1902

    DEDICO CON REVERENZA LA TRASCRIZIONE DI QUESTA POESIA ALLA CARA MEMORIA DI GIOVANNI DE' MEDICI, CAPITANO DELL'ESERCITO DI SUA SANTITà PAPA CLEMENTE VII.

  7. #17
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    Predefinito Riferimento: Poesie del Cattolicesimo integrale

    POESIA ANTIGARIBALDINA DEL 1867

    DESCRIZIONE DEI SACRILEGI E DEI DELITTI COMPIUTI DALLA TRUPPE BANDITESCHE GARIBALDINE NEL TENTATIVO DI INVASIONE DELLO STATO DELLA CHIESA NEL 1867

    RIMBOMBA IN ITALIA
    UN GRIDO FUNESTO
    DI ROMA O DI MORTE!
    CHE GRIDO è MAI QUESTO?
    è IL GRIDO D'UN EMPIO
    CHE SCEMPIO GIURò.

    DALLE ALPI GELATE
    INFINO ALLA FOCE
    DEL SICULO MARE
    RISUONA FEROCE
    E ALL'ARMI OGNI LIDO
    QUEL GRIDO DESTò.

    RISCOSSO, AGITATO
    DAL GRIDO FREMENTE
    SI PREME S'INCALZA
    DEGLI EMPI IL TORRENTE
    SULL'ORME DEL duce
    CHE TRUCE SEN VA.

    GIà L'ORDA NEFANDA,
    SDEGNATA OGNI LEGGE,
    INVADE LA TERRA,
    CHE MODERA E REGGE
    CHI AL LEGNO DI PIERO
    NOCCHIERO SI STA.

    DERUBA, SACCHEGGIA
    CON EMPIO FURORE
    CONTAMINA I TEMPLI
    SACRATI AL SIGNORE;
    MINACCIA I SUOI UNTI
    CONSUNTI LI VUOL.

    FIN DENTRO AL SACRARIO
    LA MAN SCELERATA
    DISTENDE SULL'OSTIA
    DI CRISTO SACRATA...
    AHI! PARLO FREMENDO,
    PIANGENDO DI DUOL.

  8. #18
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    Predefinito Riferimento: Poesie del Cattolicesimo integrale

    "IL GENIO UMANITARIO"
    CARI AMICI,

    Non so se tutti i forumisti conoscono questa poesia pubblicata nell'edizione postuma delle sue poesie uscita a Firenze nel 1851.
    Non è mio intendimento rivalutare, dal punto di vista cattolico, la figura e l'opera di Giuseppe Giusti (1809-1850), piuttosto squalificata sotto tutti i punti di vista. Scrittore talvolta bilioso, insultatore recidivo di S.S. Papa Gregorio XVI, caustico dileggiatore di cose sacre, inserito a pieno titolo nella cospirazione letteraria filo-risorgimentale di quegli anni: il giudizio su quest'uomo, aldilà dei giudizi benevolenti del cattolico-liberale Manzoni e salve, beninteso, le intenzioni, è già stato scritto.
    Preme invece mostrare che persino chi era impantanato nel brago delle ideologie settarie e rivoluzionarie di quel fosco periodo, di fronte alle assurdità social-filantropiche, umanitarie e pacifiste che iniziavano a prendere piede, sentiva un moto naturale di ripulsa e sdegno, trovando in quest'occasione accenti poetici felici e, finalmente, non settari.
    Questa poesia è stata scritta 161 anni fa, sul finire di un'epoca in cui si incominciavano a vedere le prime conseguenze dell'emancipazione delle popolazioni ebraiche sulle società degli stati italiani: era ormai notevole la circolazione di idee, estranee al cattolicesimo.
    Il Giusti già capiva che l'accorciarsi delle distanze, dovuto la progresso tecnico, si accompagnava però allo sviluppo fraudolento ed eterodiretto di una ideologia già mondialista "umanitaria" ante-litteram: ne coglieva l'assurdità livellante (verso il basso) e antiumana che presto avrebbe snaturato lo stesso cattolicesimo in un nichilismo edonista, egalitario ed imbastardente.
    è proprio una bella poesia da gustare.
    Mi sono permesso di fare qualche chiosa e glossa connotativa.

    un caro saluto ai forumisti

    Guelfo nero


    Gli “Umanitari”

    ECCO IL GENIO "UMANITARIO"
    CHE DEL MONDO STAZIONARIO
    UNGE LE CARRUCOLE.

    PER FINIR LA VECCHIA LITE,
    FRA NOI BESTIE INCIVILITE,
    SEMPRE UN PO' SELVATICHE,

    COLL'IDEA D'ESSERE ORFEO (1) ,
    VUOL MESTARE IN UN CIBREO (2)
    L'UNIVERSO E reliqua.

    AL RONZIO DI QUELLA LIRA,
    CI UNIREMO, GIRA GIRA,
    TUTTI IN UN GOMITOLO .

    VARIETA' D'USI E DI CLIMA,
    LE SON FISIME DI PRIMA:
    E' MUTATA L'ARIA.

    I DESERTI, I MONTI, I MARI
    SON CONFINI DA LUNARI,
    SOGNI DI GEOGRAFI.

    COL VAPORE E COI PALLONI
    TROVEREMO GLI SCORCIONI (3),
    ANCO SULLE NUVOLE.

    OGNI TANTO SE CI PIACE,
    SCAPPEREMO A DESINARE
    SOTTO, QUI AGLI ANTIPODI.

    E NE' GEMINI EMISFERI
    CI UNIREMO BIANCHI E NERI:
    BENE ! CHE BEI POSTERI !(4)

    NASCERA' DI CANI E GATTI,
    UNA RAZZA DI MULATTI,
    PROPRIO IN CORPO E ANIMA .

    LA SCACCHIERA D'ARLECCHINO
    SARA' IL NOSTRO FIGURINO,
    SIMBOLO DELL'INDOLE.

    (GIA' PER QUESTO IL GRAN SULTANO
    FE' LA GIUBBA AL MUSULMANO
    A CODA DI RONDINE!) (5)

    BEL GABBIONE DI FRATELLI!
    DI TIRARCI PE' CAPELLI
    SMETTEREMO ALL'ULTIMO.

    SARA' IL INUTILE IL CANNONE :
    MORIREM D'INDIGESTIONE,
    ANZI DI NULLAGGINE. (6)

    LA FIACCONA GENERALE
    PER LA STORIA UNIVERSALE
    FARA' MOLTO COMODO.

    IO NON SO SE IL REGNO UMANO
    DEVE AVER PAPA E SOVRANO;
    MA SE CI HANNO A ESSERE

    IL MONARCA SARA' PROBO
    E DISCRETO, UN RE DEL GLOBO
    SAPRA' STAR NEI LIMITI (7) .

    ED IL CAPO DELLA FEDE ?
    CONSOLIAMOCI, SI CREDE
    CHE SARA' CATTOLICO. (8)

    FINIRA', SE DIO LO VUOLE,
    QUESTA GUERRA DI PAROLE,
    GUERRA DI PETTEGOLI.

    FINIRA': SARA' PARLATA
    UNA LINGUA MESCOLATA,
    TUTTA FRASI AEREE. (9)

    E GIA' GIA' DA CERTI TALI (10)
    NEI POEMI E NEI GIORNALI
    SI COMINCIA A SCRIVERE.

    IL PUNTIGLIO DISCORTESE
    DI TENER DAL SUO PAESE
    SPARIRA' TRA GLI UOMINI.

    LO "CHEZ-NOUS" D'UN VAGABONDO
    VORRA' DIRE "IN QUESTO MONDO",
    NON A CASA AL DIAVOLO.

    TU, GELOSA IPOCONDRIA,
    CHE MI INCHIODI A CASA MIA,
    ESCIMI DAL FEGATO.

    E TU PUR CHETATI, O MUSA,
    CHE MI SECCHI COLLA SCUSA
    DELL'AMOR DI PATRIA.

    SON FIGLIOL DELL'UNIVERSO
    E MI SEMBRA TEMPO PERSO
    SCRIVER PER L'ITALIA. (11)

    CARI MIEI CONCITTADINI,
    NON PRENDIAMO PER CONFINI
    L'ALPI E LA SICILIA.

    S'HA DA STAR QUI RATTRAPITI
    SUL TERREN CHE CI HA NUTRITI?
    O CHE SIAMO CAVOLI?

    QUA O LA' NASCERE, ADESSO,
    FIGURATEVI E' LO STESSO :
    IO MI CREDO TARTARO. (12)

    PERCHE' FAR RAZZA TRA NOI ?
    NON E' SCRUPOLI DA VOI :
    ABBRACCIAMO I BARBARI .

    UN PENSIER COSMOPOLITA
    CI MOLTIPLICHI LA VITA
    E CI SLARGHI IL CRANIO.

    IL CUOR NOSTRO ACCARTOCCIATO
    NEL SENTIRSI DILATATO
    CESSERA' DI BATTERE. (13)

    COSì SIA; CERTE BATTUTE
    FANNO MALE ALLA SALUTE;
    C'E DA DARE IN TISICO.

    SU VENITE, IO STO PER UNO;
    SON TUTTI E DI NESSUNO;
    NON MI VO' CONFONDERE.

    NELLA GRAN CITTADINANZA,
    PICCHIA E MENA, HO LA SPERANZA
    DI VEDER LE SCIMMIE. (14)

    SI SI, TUTTO UN ZIBALDONE
    ALLA BARBA DI PLATONE.
    ECCO LA REPUBBLICA !


    Note

    (1) Molte cantilene della globalizzazione mondialista (sottolineo mondialista) sono semplici slogan ossessivi, tormentoni pseudo-concettuali che si legittimano per il semplice fatto di essere ripetuti da tutte le tribune. Finiscono per incantare come i canti di Orfeo.

    (2) Cibreo: Indica una specialità (toscana) con uova frullate, interiora di pollo, brodo. Per traslato ovviamente: miscuglio, confusione, "melting pot" religioso ed etnico.

    (3) Toscanismo: sta per "scorciatoie". Il Giusti nota che le distanze si accorciano sempre di più ma sulle nuove strade ferrate e sui palloni aerostatici corre un sottile pensiero pervertitore; quello dell'autocrazia umana, in grado, da sola, di riorganizzare tutto il mondo in base a princìpi "illuminati" e "progressivi".
    Non vi pare di vedere la Società delle Nazioni di wilsoniana memoria, l'orribile ONU oppure certi aspetti dell'UE?

    (4) Ci sono meticciati che vivificano civiltà e ne creano nuove e più vigorose e meticciati che fanno regredire popoli, società, culture.

    (5) "Il sultano fa vestire i suoi alla maniera europea". Grandiosa verità espressa in poche pennellate! L'Islam si occidentalizza ma non può mutare sostanza! Internet e "scimitarra" possono proseguire e, di fatto, proseguono di pari passo, senza alterare di uno "iota" il contenuto offensivo ed eversivo della Jihad.
    L'illusione liberale di modernizzare l'Islam si accompagna al vano tentativo neo-cattolico di rendere "ecumenica" questa potente ideologia politica, cementata da un "religiosità" di origine meramente umana (se non diabolica).
    Per un giudizio sintetico e sferzante sulla natura dell'Islam vedasi il sempre gradevole Moroni, "Dizionario di erudizione ecclesiastica", Venezia, 1842-1880, XLII, p. 213-221.
    Il musulmanesimo (o meglio "maomettismo") è dotato persino di un "testo sacro", il Corano, "mostruoso guazzabuglio d' irregolarità e stravaganze in cui non avvi né ordine, né concatenamento, libro [...] assurdo, puerile e pieno di ripetizioni" (Moroni, cit.).
    L'affermazione di un dio trascendente e di una vita ultramondana è incatenata ad una dimensione completamente mitica ed affabulatoria e riduce il "maomettismo" ad una sorta di materialismo belluino e sensuale con rigida e formale precettistica e con punte di barbarie difficilmente eguagliabili.
    Vera "religione" della spada, vera "religione politica", ha conosciuto forti affermazioni nei suoi 1470 anni di vita. Ampi studi (da padre Thery ad oggi) hanno mostrato l'inequivocabile matrice giudaica dell'Islam.

    (6) Chiunque abbia a che fare con molti giovani, specialmente nel delicato compito di educatore, avverte la gravità dei processi degenerativi in atto tra i "nostri ragazzi". La ormai radicale incapacità, quasi si potrebbe dire endemica, di molti ragazzi ad applicarsi ai "grandi veri onde vita e morte si illuminano"e a comprendere i "preambula fidei", il loro relativismo e l'irrazionalismo morale, la perenne necessità di soddisfazioni edonistiche, la costante oscillazione tra noia e rivolta nichilistica, l'imbastardimento linguistico ed estetico.
    Si tratta di un "meticciato spirituale" che li trasforma in tante chiassose e fastidiose "statue di sale": sono questi i tratti comuni, facilmente individuabili ( beninteso, se si vuole vedere la realtà e salve le molte eccezioni) dei nostri giovani.
    La situazione non migliora tra i giovani "cattolici", molte volte PEGGIORI dei loro coetanei "agnostici" e sempre culturalmente succubi, se non complici, della vulgata illuministica-positivistica anticattolica dominante. Sono in definitiva minoritari, INADEGUATI, talvolta risibili. Il campionario è sconsolante : dalla mistica spuria e grottesca dei neo-catecumenali si passa al sensualismo ecumenico dei focolarini, dallo pseudo-temporalismo, peraltro modernistico, dei giovani di "Comunione e Liberazione" si giunge all'oscuro ed iniziatico settarismo, ampiamente modernizzante, degli opusdeisti.
    Le generazioni più ingloriose ed impresentabili del Novecento, satolle nel loro irenico nichilismo pseudo-spiritualistico, sembrano proprio richiamare la "profezia" del Giusti. Sull'insensatezza del "giovanilismo" che ha attraversato la seconda metà di questo secolo, si leggano le parole garbate e taglienti di R. Amerio, in Iota unum, p. 171-177.

    (7) Un "re travicello", che "regna ma non governa", dominato da consiglieri settari, giudaizzanti o giudei. Se ne contavano molti nel Settecento e nell'Ottocento e oggi...si è perso il conto.

    (8) La "pia speranza" del Giusti non sembra essere confermata dai fatti di questi ultimi quarant'anni. Sembra assurdo ma il "papa" (Giovanni Paolo II in primis) non sembra più cattolico: di fatto (in attesa di esserlo di diritto) non è più Papa. La Sede di Pietro è vacante, Tutta l'attività culturale di questo forum, fedele al Papato romano, ne vuole essere testimonianza viva, vissuta e inequivocabile.

    (9) Una spaventosa neo-lingua, un "esperanto della menzogna" che bolla di "fanatismo" la fede cattolica, di "xenofobia" la difesa dell'identità cattolica dell'Europa, di "estremismo" la difesa della vita appena nata...mi fermo qui.

    (10) Ricordiamoci che gli ebrei (i Treves, i Lattes, i Dina, gli Artom, gli Arbib, i Sacerdoti) iniziavano a poter scrivere sui giornali: l'emancipazione completa sarebbe arrivata subito negli anni successivi con il pessimo Statuto albertino del 1847. L'ultimo a cedere nel togliere la provvidenziale legislazione anti-ebraica, perchè conquistato, sarebbe stato lo Stato pontificio.

    (11) Ognuno inserisca qui la propria "Heimat" di appartenenza, se il termine "Italia" risulta sgradito.

    (12) Le nostre città sono affollate da questi "tartari": chi pratica il tribale "pirsing", chi veste, parla, mangia "etnico" (peccato sia sempre un'etnia lontana e inassimilabile alla nostra), chi indossa ridicoli "ponchos" andini, chi fa il "rasta", chi pratica il randagismo esistenziale e purtroppo anche morale con sfortunatissimi cani al seguito...

    (13) Con divertente metafora, la "larghezza d'animo" della civiltà europea ne provoca il tracollo e il collasso.

    (14) La chiusa di questa poesia scritta ben due anni prima della pubblicazione de "Sull' origine della specie" di Sir Charles Robert Darwin (1809-1882) mostra come la realtà possa, in taluni casi, superare la fantasia poetica. La "favola evoluzionista" (divulgata alla nausea e ovviamente provata in maniera "incontrovertibile" da un gran numero di ritrovamenti "autentici") è diventata verità scientifica che solo oggi inizia a mostrare (anche in pubblico) le crepe che precedono il crollo

  9. #19
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    Predefinito Riferimento: Poesie del Cattolicesimo integrale

    MARCESCUNT ROSAE

    POESIA DI DON GIACOMO PASTORI (PUBBLICATA NEL "CANZONIERE DI UN CLERICALE" MILANO, 1891)


    TU MI DOMANDI, O LINA:
    "PERCHè TANTO FELICI
    I VILI?" - AH, TU LO DICI,
    MA SAI TU I GAUDI LOR?

    INCORONATI, è VERO,
    PASSAN DI FIOR VIVACI,
    HANNO I TRIPUDJ E I BACI,
    HANNO I COMPRATI AMOR;

    MA SON FELICI POI?
    MA è'L GAUDIO LOR VERACE?
    MA DE' L SIGNOR LA PACE,
    DIMMI, HANNO FORSE 'N COR?

    POLVE CUI DISPERDE 'L VENTO,
    NEBBIA CHE SVIENE A'L SOLE
    SONO LE LOR CAROLE,
    SONO I TRIPUDI LOR.

    AH CREDILO! BEN PRESTO
    CADONO A'L SUOL LE ROSE
    INFRACIDITE...ODIOSE,
    RESTANO LE SPINE A 'L CUOR.

    DICEMBRE 1890

  10. #20
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    Predefinito Riferimento: Poesie del Cattolicesimo integrale

    EPIGRAMMA ANTIGIUDAICO DI DON GIACOMO PASTORI

    UN DIO...PER IL MOMENTO

    GLI EBREI (PER NON PARER ATEI AFFATTO
    POICHè A VENIR TARDA 'L LORO DIO) N'HAN FATTO
    UN PROVVISORIO E L'USANO A MICCINO
    PER NON FRUSTARLO (1)

    CHI è? è IL DIO...QUATTRINO.

    1885

    -------------
    (1) NE USANO POCO PER VOLTA PER NON PERDERLO TUTTO.

    PER QUESTO SQUISITO EPIGRAMMA SACERDOTALE, OGNI COMMENTO è SUPERFLUO

 

 
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