La donna stuprata e perseguita per atti osceni
03/12/2012 - Non si è ancora chiusa la vicenda che getta una pessima luce sulla nuova Tunisia
Il pubblico ministero ha fatto appello. L’avvocato Bochra Belhaj Hmida ha comunicato di aver ricevuto notizia che il pubblico ministero farà ricorso contro la sua richiesta di non perseguire una giovane, vittima dello stupro da parte di alcuni poliziotti per “attentato al pudore”. Un’accusa che porta con sé una condanna fino a sei mesi.
LA BRUTALE AGGRESSIONE - La donna era in macchina con il proprio fidanzato, quando la coppia è stata aggredita da una pattuglia di polizia, che dopo aver immobilizzato l’uomo ha stuprato ripetutamente la donna. Il fatto che fosse sola e appartata in macchina è bastato al pubblico ministero per accusarla, in quanto i due sarebbero stato colti in una “posizione immorale”, che oggi in Tunisia può voler dire anche solo intenti a scambiarsi un bacio, un’accusa assurda che infatti il tribunale ha cassato.
IL PM INSISTE - Ma, nonostante il rumore e l’indignazione suscitata al caso, il pubblico ministero non ha voluto sentire ragioni e ha deciso di provarci fino all’ultimo, incurante del fatto che, ad esempio, ad accusare la coppia d’immoralità, siano chiamati come testimoni proprio gli stupratori.
LA NUOVA TUNISIA - La questione appare ovviamente più scandalosa e dirompente quando calata nella realtà di una Tunisia molto laica, nella quale la vittoria del partito islamico alle elezioni ha fatto apparire fenomeni sconosciuti d’intolleranza che hanno vista coinvolta anche la polizia, che speso agisce da guardiana della morale e troppo spesso molesta le donne tunisine con il pretesto d’insegnare loro la nuova moralità.
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