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Province, addio soppressione: arriva il «riordino». Per salvare Terni servirebbe spostare 13 Comuni | Umbria24.it
Dopo un lungo braccio di ferro con il governo e dopo l’altrettanto lunga battaglia in commissione Bilancio al Senato i non passa (e meno male) l’emendamento salva-Terni proposto da alcuni senatori Pd (primo firmatario Mauro Agostini) ma uno spiraglio c’è comunque. La modifica all’articolo 17 del decreto presentata venerdì pomeriggio in commissione infatti stabilisce che «tutte le province delle Regioni a statuto ordinario» sono «oggetto di riordino». Il percorso stabilito prevede che in ciascuna Regione il Cal (il Consiglio delle autonomie locali) dovrà formulare entro 70 giorni un’ipotesi di riordino alla Regione stessa. Nel caso umbro palazzo Donini avrà allora venti giorni di tempo per trasmettere l’ipotesi a Roma.
Nell’emendamento presentato venerdì si specifica chiaramente che si terranno in conto «le eventuali iniziative comunali volte a modificare le circoscrizioni provinciali esistenti». A quel punto con una legge si procederà alla definizione delle nuove province, mentre il ruolo di capoluogo spetterà al Comune con maggior popolazione residente «salvo il caso di diveso accordo tra i comuni già capoluogo». I requisiti fissati dal governo andranno comunque rispettati: per sopravvivere perciò la Provincia di Terni dovrà avere un’estensione di almeno 2.500 chilometri quadrati e 350 mila abitanti. All’appello, stando ai dati ufficiali, mancano quindi 116 mila abitanti e 378 chilometri quadrati. Dato però che il riordino (termne che ha sostituito il troppo "duro" accorpamento dovrà essere attuato dalle regioni entro i prossimi mesi la Regione sta pensando di spostare una serie diu comuni verso la Provincia di Terni al fine di salvare le poltrone di quel "fondamentale" ente poltronaro. A questo punto però giustamente pochi sono i comuni desiderosi di spostarsi nella provincia di terni per "fare numero"