Si sente molto parlare, specie negli ambienti di "estrema destra" e "DR", della caduta della virilità nell'uomo occidentale.
Ora c'è un tesi, secondo me poco nota all'ambiente, che da una spiegazione molto convincente di questo fenomeno.
Schematicamente:
Prima l'uomo lavorava, la donna era in casa. Dunque l'uomo in quanto garante della economia domestica, aveva un potere sulla donna. Senza l'uomo, niente famiglia. Dunque c'era una distribuzione chiara e stabile del ruolo che ognuno doveva giocare.
Dalla seduzione all'educazione della prole, l'uomo è il pilastro, il padre padrone. L'uomo virile, che in casa alza la voce e a volte pure le mani.
Oggi invece? Oggi la donna lavora, ha una sua autonomia, succede che guadagna più lei che lui, ha fatto anche studi a volte migliori, insomma è diventata la donna moderna, "liberata", che si sceglie la sua vita invece di essere scelta da un uomo.
In questo contesto nuovo, secondo quale strana logica l'uomo potrebbe conservare le sue prerogative virili? Semplicemente non è possibile, ed ecco dunque che salta fuori l'uomo nuovo, non quello di mussoliniana memoria (che era nuovo perché volto alla comunità reale nazionalitaria e non a quella astratta del capitale), ma quello propagandato nelle riviste femminili, l'uomo metropolitan, l'uomo che aspira la polvere e impara a "verbalizzare" i sentimenti.
Non per niente gli ultimi "uomini" rimasti si trovano nelle classi popolari, dove la donna è ancora in uno stato di inferiorità economica e culturale verso l'uomo. Nella middle-class invece l'uguaglianza del genere è una realtà, uomo o donna tutti schiavi educati e civili del capitale, a cui non interessa se il valore è prodotto da un uomo o da una donna. Il capitale in questo senso è ugualitarista, non vede che la sua accumulazione, il resto non importa.
Certo che produce anche lui una disuguaglianza, ma questa è economico, e solo economica. La "DR", non volendo cadere nel "materialismo", insiste su questo aspetto economico, come per dire che non è tanto importante.
Ma come spero di averlo dimostrato, proprio perché la disuguaglianza nel capitalismo è "solo economica", che se ne deve capire l'assoluta pericolosità, perché l'essere "solo economico" significa che di fronte al denaro non c'è niente che resiste, in altre parole, che la forma merce è l'anti-forma in assoluto, è il deserto che avanza, è la negazione in processo della comunità - come la comunità è negazione del capitale e dunque unico possibile futuro.