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Discussione: Nietzsche e Cristo

  1. #21
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    Predefinito Riferimento: Nietzsche e Cristo

    Onore a Nietzsche. In culo a tutto il resto.

  2. #22
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    Predefinito Riferimento: Nietzsche e Cristo

    Citazione Originariamente Scritto da Platone Visualizza Messaggio
    Mi pare che tu non abbia proprio capito il senso del (mio) messaggio, ma proprio per niente
    Ho risposto alla prima parte del post, quella dove si accusa la destra di aver esasperato il messaggio di Nietzsche in senso politico. E' stato lo stesso Nietzsche ad averlo presentato in questi termini assolutamente politici, di là dalle generali implicazioni filosofiche che travalicano la polemica antiegualitaria.

    La destra non ha affatto esagerato a coglierne la politicità, ma può essere accusata di non aver condotto il suo programma se non in forme parziali e contraddittorie (la demagogia plebea del "socialismo nazionale", ecc.) rispetto alla sua concezione radicalmente aristocratica (che peraltro nell'immediato richiedeva di fare i conti con la realtà dell'irruzione delle masse nella politica; ma questo è un altro discorso).

    Per il resto so che il nucleo del tuo post consisteva nel segnalare l'impossibilità di ignorare l'orizzonte portato alla luce da Nietzsche (quel che invece sembra voler fare il Papa) e sono d'accordo.

  3. #23
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    Predefinito Riferimento: Nietzsche e Cristo

    Citazione Originariamente Scritto da 00_Void Visualizza Messaggio
    era più bravo a criticare che a proporre.
    imho.

    è una lettura stimolante ma niente di più, un po' come Marx.
    Bada che non gli importava proporre la società ideale (nel senso comune dell'espressione) dove tutti quanti finalmente sono contenti. Gli interessa far sapere che i fondamenti della fede egualitaria che muove il progetto della modernità sono venuti meno.

  4. #24
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    Predefinito Riferimento: Nietzsche e Cristo

    Citazione Originariamente Scritto da Prinz Eugen Visualizza Messaggio
    Bisogna proprio non aver mai letto Al di là del bene e del male o la Genealogia della morale o anche solo L'Anticristo per non riuscire a coglierne il carattere di filosofo totus politicus, in cui la polemica filosofica è la semplice base attraverso la quale smantellare i fondamenti della bimillenaria morale cristiano-umanistica facendo risalire le origini della decadenza fino allo stesso cristianesimo (in quanto "rivolta degli schiavi nella morale" che avrebbe reso possibile la degenerazione plebea della civiltà), rivolgendo il disincanto critico della modernità contro gli stessi idoli illuministici che hanno rimpiazzato il vecchio dio. La centralità della preoccupazione politica in Nietzsche trapela da praticamente ogni pagina.

    Sembra incredibile che si ponga anche soltanto il problema di una divergenza di interpretazioni riguardo l'intento del filosofo, visto che le espressioni al riguardo sono insistenti, ripetute e chiarissime: in ogni caso l'argomentazione più sistematica e ponderosa è stata svolta nel colossale studio Nietzsche, il ribelle aristocratico di Domenico Losurdo.



    Georg Brandes ebbe a definire il pensiero nietzschiano un "radicalismo aristocratico". In una lettera del 2 dicembre 1887 il filosofo gli avrebbe risposto: "L'espressione che Lei impiega è ottima: mi permetta di dirlo, è la cosa più intelligente che abbia letto sinora sul mio conto".

    Non c'era senz'altro bisogno della sua opinione per rendersene conto.

    Che poi la diagnosi degli esiti nichilistici della modernità travalichi la sua proposta politica e prescinda dall'ambizione che lo muoveva, questo può essere senz'altro riconosciuto ma non minimizza di una virgola i suoi intenti concretamente polemici che non avrebbero potuto essere più espliciti.
    Sottoscrivo.

  5. #25
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    Predefinito Riferimento: Nietzsche e Cristo

    Citazione Originariamente Scritto da Prinz Eugen Visualizza Messaggio
    Ho risposto alla prima parte del post, quella dove si accusa la destra di aver esasperato il messaggio di Nietzsche in senso politico. E' stato lo stesso Nietzsche ad averlo presentato in questi termini assolutamente politici, di là dalle generali implicazioni filosofiche che travalicano la polemica antiegualitaria.

    La destra non ha affatto esagerato a coglierne la politicità, ma piuttosto lo ha distorto in forme parziali e contraddittorie (la demagogia plebea del "socialismo nazionale", ecc.) rispetto alla sua concezione radicalmente aristocratica (almeno nell'immediato difficilmente proponibile nell'epoca dell'irruzione delle masse nella politica; ma questo è un altro discorso).

    Per il resto so che il nucleo del tuo post consisteva nel segnalare l'impossibilità di ignorare l'orizzonte portato alla luce da Nietzsche (quel che invece sembra fare il Papa) e sono d'accordo.
    Il succo del discorso è questo: certamente la critica di Nietzsche si rivolge alle forme secolarizzate in cui il Dio teologico si manifesta, cioè contro le dimensioni di senso stabile che intendono attribuire significati univoci, costanti al divenire (il socialismo, il liberalismo, ma anche alle varie forme di determinismo filosofico e scientifico) e non c'è dubbio che i suoi scritti abbiano un'enfasi aristocratica non indifferente, ma da qui a tradurre in una proposta politica esplicita ne passa..le modalità storiche con cui i totalitarismi di destra hanno inteso tradurre nella pratica i suoi scritti sembrano rinnegare le sue stesse convinzioni dal momento che questi stessi stati intendono (non meno del socialismo e degli altri Dei) attribuire un senso stabile al mondo, è più (idea mia ovviamente, me ne prendo rischi e responsabilità) plausibile che ne abbiano colto alcuni elementi essenziali, ma a quale costo? L'essenza dello stato totalitario ricalca il significato di fondo dello stato hegeliano, lo stato di Gentile è quanto di più opposto si possa pensare rispetto allo stato etico coerentemente al suo discorso filosofico, e il discorso filosofico di Gentile (l'essenza più profonda di esso) è la medesima di Nietzsche: la presenza del Dio (cioè dell'immutabile, in ogni sfumatura) rende impossibile il divenire..è sopratutto alla luce di queste ultime considerazioni che non metterei la mano sul fuoco sul fatto che la destra abbia saputo incarnare coerentemente le sue convinzioni.
    Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.

  6. #26
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    Citazione Originariamente Scritto da Platone Visualizza Messaggio
    Il succo del discorso è questo: certamente la critica di Nietzsche si rivolge alle forme secolarizzate in cui il Dio teologico si manifesta, cioè contro le dimensioni di senso stabile che intendono attribuire significati univoci, costanti al divenire (il socialismo, il liberalismo, ma anche alle varie forme di determinismo filosofico e scientifico) e non c'è dubbio che i suoi scritti abbiano un'enfasi aristocratica non indifferente, ma da qui a tradurre in una proposta politica esplicita ne passa..le modalità storiche con cui i totalitarismi di destra hanno inteso tradurre nella pratica i suoi scritti sembrano rinnegare le sue stesse convinzioni dal momento che questi stessi stati intendono (non meno del socialismo e degli altri Dei) attribuire un senso stabile al mondo, è più (idea mia ovviamente, me ne prendo rischi e responsabilità) plausibile che ne abbiano colto alcuni elementi essenziali, ma a quale costo? L'essenza dello stato totalitario ricalca il significato di fondo dello stato hegeliano, lo stato di Gentile è quanto di più opposto si possa pensare rispetto allo stato etico coerentemente al suo discorso filosofico, e il discorso filosofico di Gentile (l'essenza più profonda di esso) è la medesima di Nietzsche: la presenza del Dio (cioè dell'immutabile, in ogni sfumatura) rende impossibile il divenire..è sopratutto alla luce di queste ultime considerazioni che non metterei la mano sul fuoco sul fatto che la destra abbia saputo incarnare coerentemente le sue convinzioni.
    per incarnare coerentemente le convinzioni di Nietzsche, un movimento politico cosa dovrebbe proporre? in termini terra-terra.

  7. #27
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    Predefinito Riferimento: Nietzsche e Cristo

    comunque io cambierei titolo alla discussione in "Nietzche e Ratzinger"...anche perchè Cristo con il pontefice non è che centri poi chissà che cosa..
    Anche se tutti......IO NO !!

  8. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da 00_Void Visualizza Messaggio
    era più bravo a criticare che a proporre.
    imho.

    è una lettura stimolante ma niente di più, un po' come Marx.
    questa è già un'obiezione più sensata...:446:
    “Senza dualità dei sessi, niente matrimoni, senza matrimoni niente famiglie, senza famiglie nessuna società, l’individualismo puro è tirannia”.

    Pierre Joseph Proudhon

  9. #29
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    Citazione Originariamente Scritto da Platone Visualizza Messaggio
    Il succo del discorso è questo: certamente la critica di Nietzsche si rivolge alle forme secolarizzate in cui il Dio teologico si manifesta, cioè contro le dimensioni di senso stabile che intendono attribuire significati univoci, costanti al divenire (il socialismo, il liberalismo, ma anche alle varie forme di determinismo filosofico e scientifico) e non c'è dubbio che i suoi scritti abbiano un'enfasi aristocratica non indifferente, ma da qui a tradurre in una proposta politica esplicita ne passa..le modalità storiche con cui i totalitarismi di destra hanno inteso tradurre nella pratica i suoi scritti sembrano rinnegare le sue stesse convinzioni dal momento che questi stessi stati intendono (non meno del socialismo e degli altri Dei) attribuire un senso stabile al mondo, è più (idea mia ovviamente, me ne prendo rischi e responsabilità) plausibile che ne abbiano colto alcuni elementi essenziali, ma a quale costo? L'essenza dello stato totalitario ricalca il significato di fondo dello stato hegeliano, lo stato di Gentile è quanto di più opposto si possa pensare rispetto allo stato etico coerentemente al suo discorso filosofico, e il discorso filosofico di Gentile (l'essenza più profonda di esso) è la medesima di Nietzsche: la presenza del Dio (cioè dell'immutabile, in ogni sfumatura) rende impossibile il divenire..è sopratutto alla luce di queste ultime considerazioni che non metterei la mano sul fuoco sul fatto che la destra abbia saputo incarnare coerentemente le sue convinzioni.
    Il problema a questo riguardo è meno la presunta impolicità di Nietzsche che non la distanza fra il suo radicalismo aristocratico e la reazione antidemocratica e antisocialista così come si è storicamente realizzata (qualcuno al riguardo potrebbe persino obiettare rivendicando la natura "socialista" di tali movimenti, ma questo ribadisce appunto tale divaricazione rispetto agli intenti nietzschiani). D'altro canto la stessa Unione Sovietica leninista si è sviluppata secondo modalità diverse dalla previsioni marxiane, calata nelle esigenze della realtà storica.

    Tornando alle implicazioni del pensiero del nostro autore, per quanto concerne il rapporto fra 'divenire' ricondotto alla sua immanenza e 'Stato' valgano queste parole tratte da L'Anticristo:

    L'ordine per caste, la legge suprema e dominante, è solo la sanzione di un ordine naturale, di una legge naturale primaria sulla quale nessun volere arbitrario, nessuna «idea moderna» ha potere alcuno. In ogni società sana si distinguono tre tipi di gravitazione in senso fisiologico, che si condizionano l'un l'altro, ognuno con la sua propria igiene, il suo proprio àmbito di lavoro, il suo proprio sentimento di maestria e di perfezione. La natura, non Manu, separa le persone di natura prevalentemente spirituale da quelle in cui domina la forza muscolare e un temperamento forte e da quelle del terzo tipo, che non si distinguono né per l'una né per l'altra, i mediocri, le ultime come maggioranza, le prime come élite.
    Cfr. Emanuele Severino:
    “Se Dio è morto, allora tutto è permesso”, diceva Dostoevskij. Ma non è così: se Dio è morto non c’è il caos, perché la potenza stabilisce la gerarchia in cui le potenze più deboli sono subordinate a quelle più forti.

  10. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da 00_Void Visualizza Messaggio
    per incarnare coerentemente le convinzioni di Nietzsche, un movimento politico cosa dovrebbe proporre? in termini terra-terra.
    Da Al di là del Bene e del Male:

    Ogni elevazione del tipo “uomo” è stata, fino a oggi, opera di una società aristocratica – e cosí continuerà sempre a essere: di una società, cioè, che crede in una lunga scala gerarchica e in una differenziazione di valore tra uomo e uomo, e che in un certo senso ha bisogno della schiavitú. Senza il pathos della distanza, cosí come nasce dalla incarnata diversità delle classi, dalla costante ampiezza e altezza di sguardo con cui la casta dominante considera sudditi e strumenti, nonché dal suo altrettanto costante esercizio nell’obbedire e nel comandare, nel tenere in basso e a distanza, senza questo pathos non potrebbe neppure nascere quel desiderio di un sempre nuovo accrescersi della distanza all’interno dell’anima stessa, la elaborazione di condizioni sempre piú elevate, piú rare, piú lontane, piú cariche di tensione, piú vaste, insomma l’innalzamento appunto del tipo “uomo”, l’assiduo “autosuperamento dell’uomo”, per prendere una formula morale in un senso sovramorale.
    Non è un programma di partito; non è neanche terra-terra. Fa lo stesso.

 

 
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