«Noi - dice - abbiamo cercato di tutelare gli interessi generali dei giovani e del Paese e non alcuni interessi corporativi». La Moratti difende i punti cardine del suo provvedimento che, spiega, «attraverso i contratti ai ricercatori, darà più opportunità ai giovani di accedere ai ruoli della docenza universitaria e, attraverso il concorso nazionale, finalmente di far salire in cattedra solo i migliori facendo sparire le clientele».
Valditara evidenzia quali siano i punti qualificanti della riforma. «Con il ritorno dei concorsi nazionali si cancella il localismo e si riduce il nepotismo, consentendo una selezione più efficace dei docenti - spiega -. Con i ricercatori a contratto rifiutiamo la cristallizzazione delle posizioni di ingresso nelle Università e incoraggiamo il raggiungimento della piena maturità scientifica e dunque della docenza da parte dei giovani più meritevoli e più motivati».
Estratti da Il Giornale - Sì alla riforma universitaria Moratti: privilegi cancellati - n. 232 del 30-09-2005
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Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, in merito al disegno di legge "Nuove disposizioni concernenti i professori e i ricercatori universitari e delega al Governo per il riordino del reclutamento dei professori universitari", approvato in via definitiva dalla Camera dei Deputati, ha dichiarato:
"Questo fondamentale provvedimento completa la nostra azione di rinnovamento dell'Università e porta il sistema universitario italiano a livello dei Paesi più avanzati. Vorrei riassumere i punti qualificanti del provvedimento, tutti a favore dei giovani", ha aggiunto il Ministro.
"Anzitutto, con le idoneità nazionali abbiamo riportato serietà e trasparenza nel reclutamento dei docenti universitari, evitando il ripetersi di fenomeni di localismo, di clientelismo e di baronie;
Estratti da Anno 2005 - Comunicati Stampa del Ministro | Istruzione.it |
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Caro Direttore, vorrei tranquillizzare Sabino Cassese, che sul Corriere di ieri polemizza sull' assunzione di 40.000 precari della scuola. È vero: viviamo in un « Paese senza merito » . È per questo che mi sono impegnata a introdurre il merito e la qualità, in precedenza volutamente ignorati.
Con questa scelta, che sarà valida per il 50% dei posti disponibili in virtù della legge 124 che continueranno a prodursi nel tempo, in pochi anni il reclutamento dei docenti avverrà secondo criteri meritocratici.
Perché anche in questi settori le nostre parole d' ordine sono merito e qualità, che sono garantiti, come già avviene per la scuola, da un rigoroso sistema di valutazione.
Ricordo infine che abbiamo riformulato il finanziamento alle università, che già avviene, con applicazione graduale, non più in base al solo numero degli iscritti, ma in gran parte in base ai risultati raggiunti; e che nella ricerca, anche universitaria, abbiamo adottato un efficace sistema di valutazione attraverso il quale si premia, sia a livello iniziale sia di risultati, il merito e si concentrano le risorse su aree e progetti strategici, ponendo fine alla vecchia logica dei finanziamenti a pioggia.
Estratti da La Moratti: un Paese senza merito? Ora nella scuola vince la qualità